Da botte a capolavoro: adolescenti svantaggiati trasformano le barrique in oggetti d’artigianato

La cantina Tinazzi di Lazise da ormai due anni dona le proprie botti inutilizzate al villaggio educativo Don Bosco, dove giovani adolescenti provenienti da famiglie svantaggiate utilizzano il legno delle barrique per realizzare prodotti da vendere.
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Sara Del Dot 28 Febbraio 2020

Una volta esaurito il tuo utilizzo, una barrique rimane soltanto un bell’oggetto senza un particolare valore. Ne avrai viste tante fuori da bar e ristoranti, di botti per il vino utilizzate come ornamento oppure come tavolini da aperitivo. Eh sì, perché una volta che non sono più in grado di trasmettere aromi al vino e diventano scarti che la cantina deve in qualche modo smaltire, solitamente vengono regalate o trasformate in mobilio.

C’è una cantina, però, che ha deciso di regalare alle proprie botti una nuova vita sotto forma di oggetti artigianali come tavoli e lampade. Produzioni realizzate da artigiani un po’ particolari, che attraverso la lavorazione del legno che un tempo custodiva il vino, impreziosendolo, trovano un’occasione di riscatto sociale imparando un mestiere manuale.

Si chiama cantina Tinazzi, si trova a Lazise e una delle sue aziende agricole, la tenuta Valleselle, si trova a pochi metri dal villaggio educativo Don Bosco, che ospita adolescenti con alle spalle storie familiari difficili. A loro, i proprietari della cantina, hanno deciso di donare le botti come materiale per costruire oggetti di artigianato, sfruttando al meglio un’occasione per inserirsi nella società anche a livello lavorativo.

A raccontarci di questa iniziativa, chiamata “Salva una botte, crea un capolavoro” è Francesca Tinazzi, responsabile delle attività di pianificazione, controllo e gestione ma anche di marketing e comunicazione.

“Mio padre conosce Don Paolo, il responsabile del villaggio educativo che ospita questi adolescenti in difficoltà familiari sulle colline di Albaré, vicino a Bardolino. Circa due anni fa Don Paolo lo aveva informato che stava costruendo un’officina in cui voleva far provare ai ragazzi un’esperienza lavorativa che potesse essere loro utile in futuro. Loro hanno tutti circa 15-16 anni e spesso si trovano soli, abbandonati al loro destino. Per questo la messa a disposizione di un laboratorio, chiamato tettoia Pinardi, avrebbe concesso loro di iniziare a lavorare e apprendere un mestiere. Hanno quindi ingaggiato un falegname di nome Emil per insegnare come si lavora il legno, ma non sapevano ancora dove procurarsi il materiale da utilizzare, dal momento che il legno è un materiale anche costoso. Così mio padre ha deciso di fornire loro le sue botti, che tra l’altro sono anche molto belle.”

Infatti, all’interno delle cantine le botti si usano per poco tempo tempo, un paio d’anni appena, il tempo che esauriscano la loro funzione di trasmettere particolari aromi e sapori di tostato al vino. A quel punto solitamente i contenitori vuoti e non più utilizzabili per quello scopo vengono regalati ad acetifici oppure a bar e ristoranti come oggetti decorativi.

“Noi cantine rinnoviamo ogni due anni il nostro parterre di botti, quindi possiamo spesso mettere a disposizione le botti inutilizzate.”

E nell’officina del villaggio educativo, di queste botti non si butta via niente.

“I ragazzi le smontano, tolgono le bande di ferro che tengono unite le listarelle di legno, le smontano e creano le gambe di un tavolo, oppure dei ripiani o i piatti delle lampade con i dischi in legno della botte, o ancora le tagliano tutte e creano oggetti a parte. Si tratta di legno massello, quando lo smontano è sempre spesso 5 centimetri. Poi rimane un po’ macchiato di vino, il che conferisce un senso di vissuto ai mobili, un effetto molto particolare e unico.”

E anche per i ragazzi la possibilità di lavorare questi materiali porta grandi benefici.

“Parlo spesso con Don Paolo, lui dice che questi ragazzi hanno pochi scopi nella vita a causa delle esperienze negative che hanno vissuto in passato. Così, lui si impegna a proporre loro attività che possano interessarli, farli sentire utili, accrescere la loro autostima, bloccare in loro il pensiero di non valere niente. Questa attività di artigianato sta dando loro molta soddisfazione, anche perché queste competenze e questi materiali sono anche utili per compiere lavori di manutenzione all’interno della comunità.”

E che genere di prodotti nascono da questa iniziativa?

“I prodotti sono di tutti i tipi. Dai tavoli alle lampade, sedie, sgabelli e altro ancora. La cosa bella di questa iniziativa è che quando è iniziata c’era bisogno sì del materiale da utilizzare ma anche e soprattutto di un’idea. Oggi i prodotti sono visionabili e acquistabili sia sul sito del villaggio Don Bosco sia qua in azienda da noi, dove abbiamo allestito una show-room apposta.”