Decluttering emotivo: ossia come liberarsi degli oggetti ricevuti in regalo dall’ex (dopo essersi liberati di lui o lei)

Archiviata la Festa degli innamorati, è giusto che il pensiero vada anche a quei regali ricevuti da qualche ex e di cui ancora non ti sei sbarazzato. Perché, se a certi oggetti non ti lega un particolare legame affettivo, forse è il momento di fare decluttering emotivo.
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Gaia Cortese 15 Febbraio 2022

Quando non sono cioccolatini, gioielli o bigliettini d’amore, nel giorno di San Valentino il rischio di ricevere qualche regalo "discutibile" è molto elevato. Mi basta pensare a quello che ho visto nei giorni scorsi nelle vetrine di alcuni negozi o nelle mail ricevute nella casella di posta, per essere quasi certa che un regalo di San Valentino possa anche portare alla rottura di una relazione.

Secondo  una ricerca commissionata dalla piattaforma subito.it e riportata da Ansa, il 23,5% delle persone intervistate festeggia la ricorrenza regalando un oggetto. La scelta ricade per il 37% su qualcosa di poco impegnativo, ma c’è anche chi ci pensa un po' di più e si fa ispirare dal momento (27,6%) e chi invece va alla ricerca di qualcosa che possa stupire il partner (26,4%).

Se gioielli e accessori sono la scelta del 7% degli intervistati, c’è poi un vero “scivolone”, vale a dire che il 5,2% delle persone opta per la tradizionale foto che ritrae la coppia in una bella cornice degna di San Valentino, mentre un 2% cede addirittura al classico orsetto che abbraccia un cuore rosso.

Detto questo, la domanda più spontanea che può venirmi in mente è: che fine fanno questi regali una volta che ci si lascia?

Il 19,3% degli italiani si disfa dei doni ricevuti da un ex, buttandoli via.

Sempre secondo la ricerca riportata da Ansa, sembra che il 43,9% degli italiani decida di conservare i doni ricevuti per il loro valore affettivo, e un 20,3% faccia lo stesso ma più per il fatto di non volersi separare da un oggetto che comunque è stato apprezzato. Tuttavia c’è anche chi preferisce liberarsene restituendoli al mittente (4,7%), chi arriva a riciclarli (4,3%) o chi se ne disfa buttandoli via (19,3%).

Ma la categoria più interessante è quella degli ex amanti che riescono a rivendere l’oggetto ricevuto in regalo dopo che la relazione è giunta ad una fine (8,6%). Perché, se effettivamente non c’è quell’attaccamento affettivo o quel ricordo positivo che si vuole mantenere vivo, perché mai si dovrebbe avere davanti agli occhi, tutti i giorni della propria esistenza, qualcosa che ci fa ricordare un ex?

Siamo di fronte a quello che  potrebbe chiamarsi decluttering emotivo, vale a dire la scelta consapevole di liberare cuore e mente da qualcosa che fa ormai parte del passato.

Fare decluttering ha degli effetti molto positivi sul proprio stato di benessere: liberarsi da oggetti poco utili, inutilizzati o, come in questo caso, legati a qualcosa legata al passato, permette di vivere il presente con maggiore consapevolezza e di guardare al futuro con positività.

E se proprio da quelle due tazze con i manici a cuore ricevute in regalo qualche San Valentino fa (e che oggi non guarderesti più con gli stessi occhi innamorati di un tempo), riesci anche a ottenere un guadagno, il decluttering emotivo può avere una duplice funzione.

C'è l'impagabile sensazione di liberazione nel dare via certi regali ricevuti da un ex impagabile (dopo essersi liberati anche da lui o da lei, ovviamente), ma anche tutta la soddisfazione di aver guadagnato una piccola somma da reinvestire subito in un regalo a se stessi.

Il parere dell'esperto

Sugli effetti positivi del decluttering emotivo abbiamo voluto confrontarsi anche con una esperta di emozioni, chiedendo cosa ne pensasse alla Dottoressa Silvia Nava, psicologa: "La relazione che abbiamo con gli oggetti ha poco a che fare con la loro utilità e il loro impiego. Questi sono la parte visibile di momenti della nostra vita che abbiamo vissuto e connotano la nostra esperienza emotiva e affettiva, nonché la nostra identità. Lasciare andare un oggetto è liberarsi di una parte di noi per creare uno spazio al presente e al futuro. E’ necessario darsi il tempo di ascoltarsi e integrare il ricordo. Questo processo ci riporta a chi siamo, ai nostri bisogni e al nostro valore. E’ quindi un buon modo per prendersi cura di sé".