
Se ti dico dieta mediterranea, il primo cibo a cui penserai sarà probabilmente un piatto di pasta. In realtà, questa espressione va ben oltre la cucina italiana e si riferisce a un modello nutrizionale basato sulle abitudini alimentari dei Paesi affacciati sul Mar mediterraneo, che ha tra i suoi elementi principali frutta, verdura, cereali, olio extravergine di oliva e semi, e prevede invece un consumo moderato di carni rosse e grassi animali.
Devi però sapere che questo stile alimentare fu definito dieta mediterranea oltre mezzo secolo fa, ovvero negli anni '50, dal nutrizionista Ancel Keys, che notò una minore diffusione delle malattie cardiovascolari nelle popolazioni del bacino mediterraneo in un'indagine divenuta nota come lo "studio dei sette Paesi". Da allora, il regime alimentare è diventato celebre in tutto il mondo, subendo tutte le contaminazioni del caso, ma per fortuna il concetto di piramide alimentare formulato a fine anni '90 ti può aiutare ancora oggi a capire quali cibi mangiare e in che quantità per essere fedele il più possibile al modello originale.
Nel 2010, poi, l'Unesco ha ufficialmente inserito la dieta mediterranea tra i patrimoni culturali immateriali dell'umanità di Italia, Spagna, Grecia e Marocco, ai quali si sono aggiunti nel 2013 anche Croazia, Cipro e Portogallo. Come vedi, quindi, sono tanti i Paesi ai quali viene associato questo stile nutrizionale, che apporta benefici alla tua salute poiché è equilibrato e basato soprattutto su cibi naturali, riducendo così anche il rischio di alcune patologie.
A introdurre per la prima volta la definizione di dieta mediterranea fu un medico americano specializzato in biologia e fisiologia, Ancel Benjamin Keys, che negli anni '50 del Novecento studiò in modo scientifico le abitudini alimentari degli italiani di alcune zone del Mezzogiorno (in particolare della Campania) e coniò questa espressione per descrivere un modello nutrizionale a cui attribuì grandi virtù in termini di protezione della salute.
Malattie cardiovascolari, diabete e obesità – già un problema negli Stati Uniti – in quei territori sembravano sconosciute, e Keys si domandò immediatamente se ci fosse una correlazione tra il cibo consumato da queste popolazioni, per lo più contadine, e la loro buona salute.
L'osservazione delle abitudini alimentari di alcune zone d'Italia fu per Keys solo un punto di partenza: il suo lavoro proseguì per diversi anni e portò al cosiddetto "studio dei sette Paesi" (o Seven Countries Study). Con questa indagine, il medico monitorò per molto tempo le diete e gli stili di vita di Stati Uniti, Italia, Grecia, Finlandia, Olanda, Yugoslavia e Giappone, confrontandoli tra loro e arrivando a notare proprio ciò che ti ho anticipato: più ci si allontanava dall'area mediterranea, più le malattie cardiovascolari erano frequenti, un'associazione che convinse Keys dei benefici della dieta mediterranea, che negli anni successivi si fece la nomea di regime salutare per eccellenza.
A questo punto, ti starai chiedendo quali sono gli alimenti di cui proprio non puoi fare a meno nella dieta mediterranea. Ebbene, i popoli di quest'area geografica mangiavano fin dall'antichità sempre le stesse cose, sebbene la scoperta dell'America abbia arricchito di nuovi ortaggi e legumi quelle povere tavole (pensiamo solo a pomodori e patate):
Come ti dicevo, per via delle contaminazioni dovute alla globalizzazione e di altri fattori non possiamo più mangiare esattamente come i contadini degli anni '50 studiati da Keys. Tuttavia è ancora possibile trovare la maggior parte dei cibi essenziali per la dieta mediterranea, che negli anni '90 sono stati inseriti all'interno di uno schema chiamato piramide alimentare, formulato basandosi anche sullo "studio dei sette Paesi" che abbiamo visto e aggiornato poi in tempi più recenti.
A livello grafico sto parlando di un semplice triangolo, che ricorda appunto una piramide, all'interno del quale troverai gli alimenti previsti da questo modello nutrizionale e la frequenza con la quale puoi mangiarli. Più precisamente, nella base, ovvero la parte più larga, ci sono i cibi che puoi consumare tutti i giorni, più volte al giorno. Man mano che sali e la piramide si restringe, trovi invece gli alimenti che puoi consumare poche volte alla settimana, fino ad arrivare al vertice, che contiene le cose che puoi mangiare solo occasionalmente.
Per darti un'idea più precisa, vediamo sezione per sezione come è formata la piramide alimentare della dieta mediterranea:
Il fabbisogno di energia di cui il tuo corpo ha bisogno può dipendere da più fattori, tra cui:
La dieta mediterranea non si concentra tanto su una specifica quantità di calorie da rispettare, ma dà più importanza alla loro provenienza. Un'alimentazione bilanciata è infatti la base fondamentale di questo stile nutrizionale, in cui l'apporto calorico deve essere suddiviso tra i vari macronutrienti, seguendo questa ripartizione:
Più in generale, invece, si può dire che le linee guida della dieta mediterranea prevedano un maggiore consumo di carboidrati complessi rispetto a quelli semplici, più proteine vegetali e meno proteine animali, buone quantità di fibre, preferenza per la carne bianca e i grassi vegetali insaturi, e una riduzione del consumo di insaccati, carne bovina e suina, burro, margarina, strutto, super alcolici e formaggi grassi.
I benefici per la salute attribuiti alla dieta mediterranea sono così tanti che, quasi certamente, anche tu ne conoscerai giù molti. Esistono fondazioni scientifiche che promuovono questo regime alimentare e ne studiano gli effetti protettivi a 360°, vediamo quelli principali:
Tra gli alimenti presenti nella dieta mediterranea più studiati per le loro proprietà anti-tumorali troviamo:
Attenzione: il successo della dieta mediterranea nel prevenire molte malattie e conservare il nostro corpo in buona salute, ha un segreto ulteriore che si chiama frugalità. Mangiare bene, non basta, devi anche mangiare meno e, possibilmente, muoverti di più. Le nostre nonne e i nostri bisnonni contadini camminavano e faticavano tanto, prima di sedersi a tavola.
Come ti ho anticipato, anni dopo le teorie di Keys sulle proprietà benefiche della dieta mediterranea, è arrivato nel 2010 il riconoscimento dell'Unesco, che l'ha inserita nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell'umanità con queste motivazioni:
"La dieta mediterranea è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l'interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo".
La richiesta del prestigioso riconoscimento, il primo per un regime alimentare, arriva al termine di un iter che ha visto come protagonisti in campo, non solo l'Italia, ma anche il Marocco, la Spagna e la Grecia. Ti sarai accorto che una delle parole chiave che si legge nel comunicato è interazione sociale, diremmo convivialità, in senso lato. Vengono in mente le grandi tavolate patriarcali della tradizione contadina, in cui davvero il momento in cui ci si sedeva a tavola aveva la valenza di un sacro rito, con una sua liturgia tramandata di generazione in generazione. Non ci si limitava a mangiare distrattamente, come facciamo oggi guardando lo schermo della tv o del nostro smartphone.
Oggi, più che mai, siamo chiamati a recuperare un rapporto sano con ciò che ci nutre, perché il nostro stile di vita tende a scollegarci dalla naturalità, e spesso dall'umanità. Troppa tecnologia, troppa fretta, troppa chimica nel piatto sono altrettante minacce per la nostra salute generale, e per il nostro equilibrio psicofisico. Se indietro non si può tornare (e tutto sommato ci va bene così, perché dieta a parte, le nostre aspettative di vita e la qualità della stessa sono senza dubbio migliorate), possiamo però prendere tutto il buono che quella tradizione alimentare ci ha lasciato.
Dopo aver visto gli alimenti previsti dalla dieta mediterranea, è il momento di dirti concretamente quali piatti puoi mangiare per rispettare i princìpi di questo modello nutrizionale.
Le possibilità sono veramente tante, considerata la varietà dei cibi da cui puoi scegliere, ma ricordati che l'importante è che la dieta sia complessivamente equilibrata. Vediamo quindi un menù di esempio, con più opzioni per ogni pasto che puoi pensare di alternare nell'arco di più giorni:
Ricordati comunque che se il tuo obiettivo è quello di seguire la dieta mediterranea a lungo termine nessuno come il tuo nutrizionista saprà darti i consigli più giusti per un regime alimentare adatto alle tue esigenze.
Abbiamo chiesto a Silvia Soligon, biologa e giornalista scientifica, specializzata in Scienze genetiche e biomolecolari e in Scienza dell'Alimentazione, perché impostare la propria alimentazione su pane, pasta e pizza NON significa seguire la dieta mediterranea.
"Storicamente l'area mediterranea è sicuramente l'area del frumento, ma il grano non è l'unico prodotto della terra che contraddistingue la dieta mediterranea. Alla base di questo regime alimentare ci sono sì i carboidrati, ma prima di tutto sotto forma di frutta e verdura, di cui dovremmo mangiare almeno 5 porzioni al giorno. I cereali trovano spazio in dosi di 1-2 porzioni al giorno; consumarli non significa mangiare solo pane, pasta e pizza, ma anche cereali in chicchi come il farro e l'orzo. La scelta migliore è portarli in tavola nella loro versione integrale, ricca di fibre. Ma queste ultime possono essere assunte anche sotto forma di legumi – un'altra buona fonte di carboidrati – che si dovrebbero mangiare almeno due volte alla settimana. Non dobbiamo poi dimenticare che la Dieta Mediterranea è una dieta varia; portare a tavola solo pasta, pane e pizza non permette certo di soddisfare questo criterio di variabilità. Piuttosto, meglio scegliere tutti i giorni frutta e verdura di colori diversi, diversi tipi di cereali e, quando li mangiamo, diversi legumi".
(Modificato da Alessandro Bai il 3/8/2020)
Fonti| Issalute.it; Fondazione dieta mediterranea; Dieta med Unesco