Disturbo bipolare, verso la diagnosi precoce grazie a un prelievo del sangue

I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno individuato nel sangue di persone con diagnosi di disturbo bipolare i marcatori che possono servire per riconoscere più velocemente la malattia. Questo strumento può essere utile per i medici ma anche per i pazienti, per avere una maggiore sicurezza della genesi del problema.
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Evelyn Novello 21 Novembre 2023
* ultima modifica il 25/11/2023

Fasi di up e fasi di down. Il disturbo bipolare è caratterizzato da momenti in cui i sintomi depressivi si alternano a periodi di eccitazione, euforia o rabbia. Alcune caratteristiche, però, come proprio i sintomi depressivi, possono confondere e portare a diagnosi sbagliate, come proprio la depressione maggiore, perché spesso i pazienti si recano dal medico soprattutto nella loro fase down. Uno studio dell'Università di Cambridge pubblicato su Jama Psychiatry ha presentato uno strumento che può ovviare a questo problema: un esame del sangue.

Jakub Tomasik del Dipartimento di ingegneria chimica e biotecnologia di Cambridge, e collaboratori hanno reclutato oltre 3000 volontari con diagnosi di depressione maggiore. Gli scienziati hanno chiesto loro di compilare, per via telematica, un modulo con 600 domande per valutare il loro stato mentale. Sulla base delle risposte ricevute, i ricercatori hanno fatto un piccolo prelievo di sangue a 1000 persone del campione, grazie ai quali sono riusciti a individuare i biomarcatori – molecole – caratteristici del disturbo bipolare. Tomasik e colleghi hanno, quindi, individuato quali sono gli indicatori della malattia, scoperta che può accelerare e facilitare di molto la diagnosi.

Il test basato sui marcatori può anche essere utile per compiere progressi nella conoscenza e nel trattamento del disturbo bipolare, con maggiore sicurezza da parte dei medici e dei paziente stessi. In questo modo chiunque riceva una diagnosi può vedere concretamente che il "problema" non è nella loro mente ma è fisico, ha una base biologica. Perché le malattie mentali colpiscono il corpo esattamente come tutte le altre.

In Italia circa l'1/2% della popolazione ha un disturbo bipolare e un tutto il mondo si parla di 80 milioni. Una vera e propria cura al momento non esiste. I medici somministrano alcuni farmaci che aiutano, comunque, a tenere a freno i sintomi come stabilizzatori dell’umore, antipsicotici (per gli episodi di psicosi), antidepressivi (per gli episodi depressivi), sedativi e ipnotici (nei disturbi del sonno). A ciò, per completezza, è bene aggiungere la psicoterapia per far sì che il paziente elabori e accetti la malattia. Per chi ne soffre, l'importante è reagire nel migliore dei modi e arrivare ad avere una convivenza il più pacifica con il disturbo.

Fonte | Jama Network

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