È nata prima la lattina o la bottiglia di plastica? Produzione, riciclo ed emissioni dell’alluminio

Ti sei mai chiesto se una lattina inquina più o meno di una bottiglietta di plastica? E come viene prodotta, di quali materiali è composta, come funziona la filiera del riciclo? A queste e tante altre domande proviamo a rispondere oggi, 19 gennaio: giornata della lattina 2024.
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Mattia Giangaspero 19 Gennaio 2024

È una domanda alla quale rispondiamo a brucia pelo. La lattina per come la conosciamo oggi è nata nel 1957, mentre la classica bottiglia di plastica è stata commercializzata nel 1973, quando Nathaniel Wyeth (Du Pont) brevettò la bottiglia in PET come contenitore per le bevande gassate.  E abbiamo scelto di fare questa contrapposizione tra lattina e plastica perchè molto spesso quando si parla di "eccesso di inquinamento" da rifiuti urbani, la prima cosa che ti verrà in mente è senz'altro la bottiglia di plastica

Oggi, invece, nella giornata della lattina 2024 (19 gennaio), proviamo a parlare di crisi climatica e riscaldamento globale non tramite la bottiglietta di plastica come oggetto comune, ma tramite la lattina, perché, magari non ci crederai, ma basta una lattina per capire una grossa parte di quello che stiamo vivendo a livello ambientale.

Partiamo da una piccola curiosità: Quale fu la prima bevanda in lattina commercializzata? Nel 1937 venne prodotta la prima birra in lattina in Virginia (Usa), a Richmond. Ovviamente poi il termine lattina deriva dal materiale che venne usato all'inizio per fabbricarla, ovvero la latta. Parlando invece della lattina, per come la conosciamo oggi, questa fu prodotta nel 1957. Venne cambiato il materiale in quanto si passò dalla latta all'alluminio. Questo perché a contatto con il liquido, il metallo rilasciava sostanze che alteravano il sapore e che erano pericolose per la salute: l’anidride carbonica faceva gonfiare il volume del contenuto fino a far scoppiare la lattina.

La prima birra in lattina – 1937

Come si compone una lattina? I materiali

Tra i vantaggi dell’alluminio, poi, c’è anche la riduzione dello spessore, un decimo di millimetro, quanto un foglio di carta.

Negli anni, le lattine sono state modificate diverse volte, a cominciare dall’apertura. All’inizio degli anni ’70, venne introdotta l’apertura a linguetta verso l’esterno. Con le lattine della Pepsi Cola apparve l’apertura a pressione verso l’interno, più sicura.

Nel 1975 arrivo anche la linguetta che resta attaccata alla lattina, più ecologica e con un impatto ambientale minore rispetto alle precedenti.

L'ultimo passo a livello di packaging venne fatto nel 2005 in Francia. Si tratta della sleek can: il nuovo design della lattina divenne più snello ed elegante.

Con questo nuovo modello si è puntati a mantenere la capacità liquida di prima, quindi 33 cl, ma rendendo la stessa lattina più ergonomica. Si passò dagli 11,5 cm di altezza ai 14.5.

Adesso… Vuoi sapere ogni anno quante lattine vengono prodotte nel mondo?

Si parla di un totale che supera i 180miliardi di lattine. Ora altro gioco… Ipotizzando una misura standard di una lattina che è di 12 cm (anche perchè non tutte si sono adattate al nuovo modello francese) si riuscirebbe, in una sola settimana a coprire la distanza fra la terra e la luna con le lattine prodotte. 

Quali sedi producono lattine in Italia

La produzione delle lattine in Italia passa da 5 diverse sedi presenti in 5 diverse regioni, tutte del Nord.

  • Ball Beverage Packaging Italia srl Nogara
  • Birra Castello spa  Zona Industriale Aussa Corno, Udine
  • Crown Commercial Italy srl Parma
  • Enrico Giotti spa Firenze
  • Sanpellegrino spa Assago

In quale cestino buttare le lattine vuote?

Ci sono le lattine delle bibite, ma anche quelle dei legumi e dei sughi, oppure quelle del cibo per gli animali… Non tutte sono realizzate con gli stessi materiali e di conseguenza è normale chiedersi se vadano nello stesso bidone della raccolta differenziata o se ci siano regole diverse per ognuna. Indipendentemente dal metallo, riciclarle correttamente è una regola fondamentale, dal momento che l'alluminio, ad esempio, è riciclabile all'infinito. Ecologicamente, quindi, è bene riciclarle (anche perché l'energia impiegata per la produzione dell'alluminio da zero è di gran lunga superiore a quella utilizzata per riciclarlo), e anche economicamente è consigliato farlo, dato che fa risparmiare denaro, acqua ed energia.

Solitamente le latte dell'olio sono composte da ferro e stagno (sono quindi le cosiddette "latte") e vanno gettate, dopo averle lavate molto bene anche internamente con acqua calda e sapone, nel bidone della raccolta dei metalli. In alcuni comuni la raccolta viene fatta insieme a quella del vetro.

Se è presente il tappo in plastica (o se ci sono altre parti in altri materiali) cerca di staccarlo e di differenziarlo secondo il suo materiale. Le lattine delle bibite sono, invece, composte perlopiù da alluminio (soprattutto negli ultimi anni) e lo noterai perché tendenzialmente sono più leggere rispetto ai barattoli di latta. Anche in questo caso, comunque, dopo averle sciacquate le butterai nel bidone del metallo (spesso insieme al vetro, ma controlla le regole nel tuo comune di residenza).

Quanto ci mette la lattina a decomporsi in natura?

Secondo un calcolo dell’Agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA), riciclare una sola lattina, ci permette di salvare tanta energia quanta ne serve per tenere accesa la TV per circa tre ore.

Se invece una lattina dovesse finire nell'oceano, questa impiegherebbe anche più di 200 anni per degradarsi.

Quanto inquina una lattina?

Il principale elemento contro le lattine è il costo dell’alluminio nuovo, in termini ambientali ovviamente. Sai come si produce una lattina in alluminio? Innanzitutto si procede con l’estrazione di un minerale che si chiama bauxite. Ed è proprio questa fase la più gravosa per il nostro ambiente. Tale operazione infatti ha un impatto ambientale elevatissimo: per estrarre bauxite vengono utilizzati macchinari che disperdono nell’atmosfera grandissime quantità di polvere.

Solo un piccolo dato, ma molto significativo: per produrre una sola lattina in alluminio da 33 ml vengono inquinati 38 metri cubi d’aria, consumati 18 litri d’acqua e distrutti 30 centimetri cubi di suolo.

Come funziona la filiera del riciclo di una lattina?

Se, invece le lattine venissero smaltite correttamente, per poi essere riciclate, si riuscirebbe a ridurre lo spreco energetico del quasi 95%.

L’alluminio è il terzo elemento più abbondante della crosta terrestre dopo l'ossigeno (46,6%) e il silicio (27,7%), con una percentuale pari all’8% circa. E il suo riciclaggio è molto utile visto che questo materiale può essere riciclato al 100%, oltre che riutilizzato all'infinito per la realizzazione di nuovi prodotti.

Per riciclare i rifiuti di alluminio, il primo step è quello della raccolta. E di questo ne abbiamo già parlato- Lo step successivo, invece, è la separazione, dove l’alluminio viene separato dal resto del rifiuto tramite magneti. E infine la terza fase è  la fusione: si fonde l'alluminio a temperature di circa 700°C e il liquido ottenuto viene colato all’interno di stampi, così da ottenere lingotti e poter essere re-immesso nel ciclo produttivo.

La filiera del riciclo, il confronto

L’Italia è il primo produttore europeo di alluminio riciclato. Nel 2021 ne sono state prodotte 954mila tonnellate, e l’andamento degli ultimi anni suggerisce che la crescita continuerà.

Se si restringe il campo solo agli imballaggi, nel 2022 l’Italia è riuscita a riciclare il 73,6 %  delle 60.200 tonnellate immesse sul mercato, una percentuale che già ora soddisfa gli obiettivi europei fissati per il 2025 (50 %) e il 2030 (60 %). Il sistema italiano è ancora più efficiente nel recupero delle sole lattine in alluminio per bevande: ne viene riciclato il 91,6%.

Il risultato, vitale per un Paese la cui produzione di alluminio si basa al 100% sul riciclo, ha consentito di evitare emissioni serra pari a 371mila tonnellate di CO2 e risparmiare energia per oltre 159mila tonnellate equivalenti di petrolio, ed è stato reso possibile grazie all’azione combinata di istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni.

La classifica dei Paesi più virtuosi nel riciclo dell'alluminio

  1. 98% per cento in Brasile
  2. 77% in Giappone
  3. 72% in Italia
  4. 55% negli Stati Uniti

Fonti | Rapporto rifiuti urbani 2022 Ispra

 Resource Recycling Systems (RRS) 

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