È ora di puntare sulle rinnovabili: “Risparmio energetico e fonti pulite per abbandonare il gas russo”. Intervista al prof. Governatori

L’Italia punta troppo sul gas, come ha mostrato anche lo scoppio della guerra in Ucraina. Ne produce inoltre troppo poco rispetto a quanto ne consuma. Serve invertire la rotta, puntando su efficienza energetica e transizione alle rinnovabili, che sono oggi le fonti più economiche da produrre. Lo ha spiegato a Ohga! Michele Governatori, docente di Economia ambientale all’Università ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli e Responsabile Energia del Think tank Ecco.
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Michele Mastandrea 3 Marzo 2022
Intervista al Prof. Michele Governatori Docente di Economia Ambientale all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Responsabile Energia del think tank Ecco

Devi sapere che è dalla metà del Novecento, dai tempi in cui l’Eni era guidata da Enrico Mattei, che l’Italia ha puntato sul gas come fonte di energia primaria. Una volta avevamo una discreta produzione nazionale: oggi, invece, siamo uno dei Paesi che è più dipendente dalle forniture estere. Te ne sarai accorto dalle bollette carissime che ti sono arrivate in questi mesi, e che potrebbero diventare ancora più costose con l'inizio della guerra in Ucraina.

Per Michele Governatori, docente di Economia Ambientale all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Responsabile Energia del think tank Ecco, “la nostra debolezza sul gas sta soprattutto nel fatto che ne usiamo tanto, troppo. In termini di generazione elettrica, più della metà della nostra produzione è gas. Ma se a livello nazionale ne produciamo attualmente 3-4 miliardi di metri cubi, nel 2021 abbiamo superato i 75 miliardi di metri cubi di consumi”.

Una strategia incoerente

In Italia e in Europa, devi sapere, i giacimenti di gas vanno esaurendosi. E questo ci obbliga a aumentare le nostre esportazioni. “Con il paradosso, che anche se ci siamo in piccola parte emancipati dalla Russia importando anche da Paesi come e Algeria e Libia, l’importanza complessiva del gas di Mosca è cresciuta”, sottolinea Governatori.

E se si parla spesso del gas come combustibile di transizione, da usare per abbandonare in fretta carbone e petrolio, secondo il docente di Economia Ambientale questo discorso non può essere applicato in generale: “Se in Cina e India può avere senso, visto l’uso intensivo di carbone di quelle economie, in Italia non può essere la soluzione. Questa transizione noi l’abbiamo già fatta, il nostro parco termoelettrico a gas è tra i più sviluppati”. Di recente, sottolinea il Responsabile Energia di Ecco, “abbiamo invece sviluppato un piano di costruzione di nuove centrali a gas, pagate con i soldi pubblici. Una cosa incomprensibile, data la contemporanea strategia di puntare sulle rinnovabili. Se entro il 2030 noi dovremmo produrre il 70% dell’energia elettrica dalle rinnovabili (oggi è il 40%) non si capisce perché fare nuovi investimenti sul gas”.

Svincolarsi dal gas russo

Insomma, come avrai capito puntare sul gas non è una strategia da attuare secondo Governatori. Ma che fare allora, in questi tempi di crisi? “Nel breve periodo possiamo fare una sola cosa: consumare di meno. Se i prezzi dell’energia anche prima della guerra erano saliti di molto, figuriamoci cosa succederà adesso”. Il conflitto in Ucraina e le sue conseguenze pongono secondo Governatori problemi sia etici che pratici: “Serve subito smettere di finanziare un’aggressione di questo tipo. Investendo sul risparmio energetico, riducendo fortemente i consumi. Serve svincolarsi a tutti i costi dal gas russo, anche perché la Russia stessa dipende fortemente dalle importazioni verso di noi”.

In futuro, secondo Governatori, visti i futuri rapporti compromessi con la Russia, “dobbiamo invece prepararci a sviluppare nuove fonti prima possibile. Serve anche puntare tanto sull’efficienza energetica, consumando meno a parità di comfort. Come da slogan dell'Unione Europea, efficiency first”.  In questo senso, i provvedimenti fiscali in sostegno alle spese in bolletta varato dal governo italiano, secondo il Responsabile Energia di Ecco, “hanno il problema di essere indiscriminati: aiuti sono stati dati anche a chi non ne aveva bisogno, e indipendentemente da uno sforzo di risparmio energetico”.

Puntare sulle rinnovabili

Poco si è fatto invece sul fronte rinnovabili di fronte all’importanza della sfida, e in un contesto per cui la transizione conviene anche a livello economico. “Le fonti rinnovabili di energia sono le meno costose in media sull’intero ciclo di vita di un impianto”, spiega Governatori. Fotovoltaico ed eolico sono le due tecnologie che costano meno, aggiunge: “Un impianto eolico si può fare pagando 40-50 euro al megawatt/ora prodotto, mentre il prezzo generale dell'energia oggi viaggia sopra i 200 euro”.

Ti stupirà forse sapere che l’Italia era partita molto bene a livello di transizione alle fonti rinnovabili. A cavallo degli anni Dieci di questo secolo eravamo secondi dietro alla Germania, mentre ora ci siamo bloccati. Molti impianti attendono il via libera da tantissimo tempo. Secondo Governatori, “c’è un problema di governance e autorizzazioni su cui bisognerà intervenire, oltre che un discorso culturale. Dovremmo abituarci a vedere le piattaforme degli impianti eolici, come in passato ci siamo abituati a vedere piattaforme molto più inquinanti come quelle petrolifere”.

Ora però sembrano esserci dei passi in avanti. Le associazioni di produttori di energia rinnovabile, riunite in ElettricitàFutura, hanno giudicato realistico installare impianti per circa 60Gw di qui a tre anni. Per Governatori, “se chi è del mestiere dice che si può fare, magari si sarà esagerato un pò, ma quello è. C’è una impressionante lista di attesa di progetti da collegare alla linea elettrica, molti sono già stati sviluppati. Vanno solo autorizzati e realizzati”. In vista degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni al 2030 e del 2050, non possiamo più ritardare. Sia per liberarci dalla dipendenza estera, sia per venire incontro alla necessità di difendere la vita sul pianeta.