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Ecatombe di delfini sulle spiagge del sud-ovest della Francia a causa delle tecniche di pesca

La maggior parte degli animali morti sarebbero stati pescati accidentalmente. Si tratta di una conseguenza non voluta delle pratiche di pesca che però sta raggiungendo dimensioni allarmanti, anche per la stessa conservazione delle specie. Ecco perché il Consiglio di Stato francese ha emesso una risoluzione per spingere il governo ad adottare misure per proteggere i cetacei.
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Roberto Russo 27 Marzo 2023

Centinaia di delfini e focene sono stati trovati morti negli ultimi mesi al largo delle coste del sud-ovest della Francia e nelle acque francesi del Golfo di Biscaglia. Purtroppo è una situazione che si verifica ogni anno: la morte dei delfini è dovuta alla cattura accidentale di cetacei nelle reti da pesca, sebbene siano noti anche casi di pescatori che uccidono intenzionalmente delfini e focene.

La situazione di delfini e focene in queste acque atlantiche francesi è stata ripetutamente denunciata da scienziati e gruppi di conservazione, ma finora né i pescatori né le autorità hanno preso provvedimenti sufficienti per affrontare il problema.

La denuncia delle associazioni

I dati forniti dall'Osservatorio nazionale Pelagis sono allarmanti. Si parte da oltre 360 spiaggiamenti registrati da metà dicembre 2022 a fine gennaio 2023. Poi da febbraio al 10 marzo “sono stati registrati circa 130 spiaggiamenti di piccoli cetacei”. A marzo la situazione è precipitata: “ Il fine settimana dell'11-12 marzo, con il cambio di direzione dei venti prevalenti che hanno favorito la deriva verso la costa, ha visto un numero senza precedenti di spiaggiamenti di cetacei sulle nostre coste. Le cifre indicano un minimo di 120 spiaggiamenti segnalati in soli due giorni all'Osservatorio Pelagis, coordinatore del RNE (Réseau National de Suivi des Echouages)”. E non è finita qui: “Alle 12:00 di lunedì 20 marzo sono stati contati circa 500 spiaggiamenti di piccoli cetacei sulla costa atlantica dal 10 marzo”.

Quindi, riepilogando, si stimano 1110 spiaggiamenti da metà dicembre 2022 al 20 marzo scorso. Per la maggior parte sono delfini comuni. Nota l'Osservatorio Pelagis: “Si può dire che lo stato delle carcasse sembra essere molto vario. Allo stesso modo, le poche carcasse esaminate rivelano per lo più tracce di cattura con attrezzi da pesca”.

L'intervento del Consiglio di Stato

Sulla questione è intervenuto il Consiglio di Stato francese che ha emesso una risoluzione che ordina al governo francese di adottare misure come il divieto delle attività di pesca nelle aree in cui si verificano le catture accessorie e la morte di delfini e focene.

Prendendo in considerazione la denuncia presentata da tre associazioni ambientaliste, il Consiglio di Stato ha ordinato al governo di adottare, entro 6 mesi, misure per limitare la cattura accidentale di piccoli cetacei da parte delle attività di pesca nel Golfo di Biscaglia”, ha dichiarato il Consiglio di Stato in una nota ufficiale. “Le misure adottate devono garantire uno stato di conservazione favorevole per i delfini comuni, i tursiopi e le focene, in conformità con gli obblighi derivanti dalla legislazione europea sulla pesca e dalla direttiva Habitat del 1992”, spiega il Consiglio di Stato.

Il Consiglio di Stato sottolinea che il numero di morti per catture accessorie attribuibili alle attività di pesca minaccia la conservazione di delfini e focene nel Golfo di Biscaglia: dal 2018, ogni anno è stato superato il limite massimo che garantisce uno stato di conservazione favorevole nell'Atlantico nordorientale, secondo le varie stime disponibili.

Tuttavia, la situazione potrebbe non cambiare di molto. Le Monde ha riportato la notizia, infatti, che nonostante l'ingiunzione del Consiglio di Stato, la segreteria di Stato per il mare sta frenando sulla messa in pratica della stessa e si limiterà a rafforzare le misure già in vigore. Le associazioni ambientaliste promettono di monitorare la situazione e ricorrere di nuovo alla giustizia, nel caso in cui fosse necessario.