Entra in vigore oggi la direttiva europea sulla plastica monouso: che ne pensano gli italiani?

Dal mini-sondaggio che Ohga ha effettuato emerge un aspetto su tutti: tra gli oggetti in plastica monouso che le persone comuni vorrebbero vedere di meno in giro ci sono le bottiglie. Eppure la direttiva europea non le inserisce tra i prodotti da mettere al bando o da limitare, ma individua per loro solo obiettivi più alti per quanto riguarda recupero e riciclo.
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Federico Turrisi 3 Luglio 2021

Ultimo appuntamento dei nostri video-articoli sulla direttiva Sup (single-Use Plastic), che l'Italia e gli altri Paesi membri dell'Unione Europea – come ormai dovresti sapere – sono chiamati a recepire proprio entro la giornata di oggi 3 luglio. Non ti aspettare che le nostre vite cambino in maniera radicale. Certo, non ritroveremo più alcuni prodotti in plastica usa e getta come le cannucce, i piatti e le posate, mentre altri continueranno a far parte della nostra quotidianità.

Per l'occasione, noi di Ohga siamo andati in giro per Milano a chiedere ai passanti che cosa ne pensassero di queste nuove misure per tutelare l'ambiente e mettere un freno alla plastica monouso. Quello che è emerso da un certo punto di vista ci ha sorpreso, ma neanche troppo. Quasi tutti hanno detto di non conoscere la direttiva europea Sup; ma soprattutto, alla domanda su quale prodotto in plastica bisognerebbe ridurre maggiormente, la totalità del campione ha indicato le bottiglie. Del resto, le alternative riutilizzabili esistono eccome: in giro si utilizza la borraccia, a casa si riempie la brocca con l'acqua di rubinetto (c'è anche chi in aggiunta si serve di un depuratore) e così facendo si contribuisce a ridurre il numero di rifiuti di plastica. Semplice, no?

Eppure istituzioni e aziende produttrici non sembrano ancora intenzionate a intervenire in maniera incisiva per dare un taglio a questa tipologia di imballaggio di plastica (che, ricordiamolo, è riciclabile se smaltita correttamente, ovvero se conferita nel bidone della plastica). In particolare, la direttiva Sup fissa obiettivi più ambiziosi sulla raccolta e sul loro riciclo. Ma considerando che sono tra i rifiuti di plastica più frequenti nei mari e nelle spiagge d'Europa – come riconosce la direttiva stessa -, forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più.