Fare sport in gravidanza? Tanti benefici per la mamma e per il bebè in arrivo

Yoga, pilates, camminata e nuoto. Sono solo alcuni degli sport che si possono praticare anche durante i nove mesi di gravidanza. L’attività fisica, infatti, è fondamentale in questo periodo perché apporta molteplici benefici non solo alla futura mamma, ma anche al bambino in arrivo.
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Gaia Cortese 4 Giugno 2021

Il pancione non deve essere un limite alla pratica dell’attività sportiva. Vale per qualsiasi condizione di "pancione", ma ovviamente in questo caso, mi riferisco a quello dovuto ai nove mesi di gravidanza.

Fare sport in gravidanza è espressamente raccomandato, anche se sempre con le dovute raccomandazioni e sempre con il parere positivo del medico curante, vale a dire il ginecologo. Non c’è, infatti, una regola valida per tutte le donne: non solo c’è chi arriva ad una gravidanza con un fisico già allenato e chi invece ci arriva dopo un lungo periodo di sedentarietà, ma ci sono anche periodi della gravidanza in cui è più consigliato stare a riposo (soprattutto nel primo trimestre), e oltretutto, ogni gravidanza è soggettiva e deve essere valutata solo dal proprio medico di fiducia.

Alla domanda: lo sport è consigliato in gravidanza? La risposta è sì. Una donna che già prima praticava un’attività sportiva, può continuare a farlo. E chi non ne ha mai fatta, può sempre cominciare, ma deve farlo gradualmente.

In generale sappiamo che l'attività fisica aiuta a sentirsi meglio, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Fa bene a tutte le età e in tutte le fasi della vita, compreso la gravidanza e il periodo post partum. Anzi, la gravidanza può essere proprio l’occasione per mantenere o migliorare il proprio stile di vita e quindi per prendersi cura di sé e adottare delle abitudini salutari come mangiare in maniera più sana, smettere di fumare  a naturalmente, fare sport.

La prima regola da rispettare è non esagerare. Di norma si consiglia un'attività di tipo aerobico moderata, a bassa intensità e delle durata di consigliata di 30 o 40 minuti. Ascoltare il proprio corpo è però fondamentale, perché è proprio il corpo a inviare chiari messaggi in caso ci sia un sovraffaticamento: in questo caso, meglio fermarsi, aspettare che il battito cardiaco torni regolare e non pretendere troppo da se stesse. Vanno poi evitati tutti gli esercizi che possono provocare una caduta, quelli da eseguire a pancia in giù o gli addominali.

Semaforo verde per tutte le attività di tipo aerobico come il nuoto, lo yoga, il pilates, la ginnastica dolce, la corsa e la camminata; in particolare, quest'ultima è un modo efficace per mantenersi in forma perché agisce in modo naturale sul pavimento pelvico con un’azione di rinforzo.

Arriviamo ai benefici dell'attività fisica in questi nove mesi di gravidanza. Fare sport in dolce attesa fa bene alla mamma e al nascituro.

Innanzitutto contrasta l’aumento di peso e favorisce una migliore ripresa dopo il parto; previene eventuali disturbi di postura e diminuisce la frequenza di dolore lombare e sciatalgia in gravidanza. Basta considerare quanto viene sollecitata la schiena di una donna che da un giorno all'altro non ha più il pancione, ma si ritrova comunque a dover fare i conti con un cambiamento di peso repentino e anche di aumento del seno, se allatta il bambino.

Fare sport significa anche allenare la muscolatura addominale e quindi facilitare la nascita del bambino al momento del parto e  sviluppare una maggior quantità di endorfine, riducendo quindi la sensazione del dolore durante il travaglio. Difatti, lo sport migliora l’umore e diminuisce le possibilità di cadere in una depressione post partum.

Oltre a prevenire i disturbi circolatori, l'attività sportiva riduce il rischio di diabete gestazionale. Non solo. Lo sport garantisce anche una minor incidenza di ipertensione gestazionale, o preeclampsia, e riduce l’incidenza di parto pretermine, parto cesareo e complicanze al momento del parto.

Ultimo ma non meno importante, lo sport praticato in gravidanza assicura benefici anche al bambino: il bebè in arrivo ha maggiori probabilità di nascere di dimensioni e peso nella norma, ma anche di avere uno sviluppo cerebrale precoce nella fase di vita prenatale e di conseguenza, una migliore capacità di apprendimento una volta nato.