Fase 2: puoi tornare ad allenarti all’aperto, ma attenzione alle distanze da mantenere

Tutti pronti alla griglia di partenza per la Fase 2: quale sarà la distanza di sicurezza per chi cammina per strada? E per chi invece preferisce correre? Uno studio ha fatto chiarezza sulle distanze che dovremo mantenere in allenamento all’aperto per ridurre le possibilità di contagio da Covid-19.
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Gaia Cortese 24 Aprile 2020

Abbiamo seguito i videotutorial, le lezioni su zoom, le dirette su Facebook. Abbiamo corso su e giù le scale di casa, c’è chi si è messo a correre nei corselli del box, chi ha scommesso tutto sulla sua cyclette. Adesso mancano pochi giorni all’inizio di quella che viene chiamata la Fase 2, vale a dire un ritorno alle nostre vite, in convivenza con il virus. Un ritorno che prevede non solo dispositivi per contenere il contagio, ma anche e soprattutto distanze, anche nel praticare sport.

Quindi quale sarà la distanza di sicurezza per chi ama camminare? E per chi vorrà riprendere le sessioni di running? E chi invece si sposta in bicicletta, come dovrà comportarsi per allenarsi in sicurezza?

Una ricerca condotta da alcuni studiosi dell’Eindhoven University of Technology in Olanda e del Department of Civil Engineering dell’Università di Lovanio, in Belgio, in collaborazione con la società Ansys Belgium, specializzata in simulazioni ingegneristiche, ha fornito dei numeri, o meglio delle distanze, che ogni sportivo dovrebbe rispettare in allenamento per evitare possibilità di contagio da Covid-19.

Meglio allenarsi fianco a fianco o sfalsati in diagonale. Evitare invece la classica "fila indiana".

Si parla di una distanza di almeno 5 metri se pratichi fit-walking a una velocità media di 4 km/h (purché chi si allena proceda nella medesima direzione di marcia degli altri), di 10 metri se corri o pedali lentamente (14,4 km/h) e di 20 metri se vai in bicicletta ad una velocità intensa (30 km/h),

Ma attenzione, queste sono distanze di sicurezza per chi si allena in linea, vale a dire l’uno dietro l’altro, insomma come si vede fare a tanti ciclisti. In questo caso il rischio che si corre è che le particelle di saliva emesse durante l’attività sportiva, con lo spostamento d’aria prodotto dalla velocità sostenuta, formino una scia di pulviscoli che, prima di depositarsi a terra o di evaporare, arrivino a chi si sta allenando immediatamente dietro.

Il rischio invece è minore per chi si allena fianco a fianco o sfalsato in diagonale. In questo caso la distanza di 1,5 metri è sufficiente per limitare i rischi.