Genova è pronta a dire addio ai suoi rifiuti: la terza edizione del campionato mondiale di plogging è alle porte

Genova ospiterà la terza edizione del Plogging World Championship, la manifestazione internazionale che unisce corsa e raccolta rifiuti. Tante le novità: dalla manifestazione dedicata alla raccolta del littering urbano per le vie del capoluogo ligure fino al coinvolgimento attivo dei bambini delle scuole.
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Kevin Ben Alì Zinati 19 Settembre 2023

Esportare il modello di Capannori, il primo comune italiano completamente «zero waste», e trasformare tutto il mondo in un luogo senza rifiuti oggi è ancora un sogno.

Anzi: un “obiettivo idealistico in un tempo realistico” per riprendere le bellissime parole regalateci da Rossano Ercolini, attivista ecologico e direttore di ZeroWaste Italia.

Finché non ci riusciremo, dovremo continuare a contrastare il fenomeno del littering e dell’abbandono selvaggio di rifiuti in ogni modo possibile.

Il più facile? Indossando un paio di scarpe da running, dei guanti e brandendo un sacchetto per la spazzatura.

È lo spirito del plogging, lo sport che unisce corsa e raccolta rifiuti e che in Italia trova la propria massima rappresentazione nel Plogging World Championship.

La più importante manifestazione che unisce l’attività fisica al rispetto per l’ambiente è giunta alla terza edizione e nella giornata di martedì 19 ottobre, nella sede comunale di Palazzo Tursi di Genova, ne è stato finalmente svelato il programma.

Tra il 29 settembre e il 1 ottobre ben 100 plogger correranno per ripulire proprio il capoluogo ligure, divenuto palcoscenico dell’evento dopo la Val Pellice (prima) e Pinerolo e i territori dell’Unione Montana delle Valli Chisone e Germanasca (poi).

Sui sentieri del Parco delle Mura sabato 30 settembre ploggeranno atlete e atleti provenienti da tutto il mondo, a dimostrazione della sempre maggior capillarità del Campionato del Mondo di plogging e del suo messaggio, ovvero che per rendere più puliti i luoghi in cui viviamo basta davvero poco.

Ohga ha partecipato con un suo giornalista–atleta ai primi campionati mondiali di Pogging, lo sport che unisce la corsa e la raccolta rifiuti.

La scelta di incastonare tutto dentro a una cornice di sport e sana competizione, poi, contribuisce a rendere l’impegno civico-ambientale qualcosa di ancora più semplice, concreto, inclusivo, accessibile e divertente. Lo diciamo per esperienza, dopo aver vissuto e raccontato da dentro la prima edizione del mondiale nel 2021.

L’obiettivo in termini numerici è quello di superare i 1.100 kg di rifiuti abbandonati nella Valli olimpiche di Torino 2006 e raccolti l’anno scorso.

Come nelle passate edizioni, al traguardo i giudici avranno il compito di aprire tutti i sacchi di rifiuti raccolti dagli atleti e differenziarli, conferendo a ciascuno un punteggio basato sulla distanza percorsa, sul dislivello registrato dal gps e sulla quantità e la qualità dei rifiuti raccolti: il loro valore, trasformato in CO2 non emessa in atmosfera grazie al riciclo dei materiali recuperati, contribuirà alla classifica.

Più in generale, però, il Plogging World Championship e il suo deus ex machina Roberto Cavallo, divulgatore scientifico ed ecorunner, vogliono contribuire a sensibilizzare i cittadini, specialmente i ragazzi delle scuole, verso comportamenti più attenti e meno inquinanti.

Sì, perché il problema dei rifiuti riguarda tutti. Per questo nella giornata di venerdì 29 settembre, presso il Centro Sportivo “Felice Ceravolo” al Lagaccio, andrà in scena il Plogging Child, un progetto di educazione ambientale rivolto proprio bambini delle scuole del territorio, i plogger (nonché i cittadini) di domani.

Sì, perché il problema dei rifiuti riguarda ogni luogo del Pianeta. Ecco perché domenica 1 ottobre, nella zona del Porto Antico prenderà avvio anche l’edizione pilota dell’Urban Plogging, una competizione tra le vie del centro storico per la raccolta del littering urbano.

Non solo. In contemporanea a Marina di Genova ci sarà anche una dimostrazione di Sea Plogging, con la raccolta dei rifiuti abbandonati in mare attraverso una speciale imbarcazione.

Prova, insomma, che il movimento plogging sta crescendo. E che sta crescendo l’attenzione verso la salvaguardia del Pianeta. Segno che forse domani avremo davvero un mondo con meno rifiuti?