Giornata Mondiale del suolo 2018: quella legge (che non c’è) per la difesa del territorio

Oggi, nella Giornata Mondiale del suolo, ricordiamoci di quelle 82.000 firme raccolte dalla coalizione #salvailsuolo in favore di una legge per il contenimento del consumo di suolo e la difesa delle aree agricole.
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Gaia Cortese 5 Dicembre 2018

In Italia, il suolo sta sparendo sotto i nostri piedi a una velocità di 3 metri quadrati al secondo. E non nel senso che all’improvviso si aprono voragini e buche dove camminiamo (non è vero, succede anche questo), ma che ogni anno, almeno 1.000 chilometri quadrati di terreno, che potrebbe essere adibito alla coltivazione, vengono cancellati da cemento e asfalto.

Un vero controsenso se si pensa che nel frattempo, per le materie prime alimentari dipendiamo sempre di più da Paesi terzi, e l'Unione Europea, che era nata con l'obiettivo di assicurare con la propria agricoltura la sicurezza alimentare per tutti i cittadini, deve invece occuparsi di gestire flussi importanti di migranti provenienti dall’Africa subsahariana, dove molti terreni sono coltivati per le imprese europee.

Ma il consumo di suolo non ha “solo” causato una riduzione di terreni coltivabili (negli ultimi 25 anni le aree agricole utilizzabili sono diminuite di oltre 13 milioni di ettari), ma anche a un evidente degrado ambientale che si manifesta sotto diversi aspetti: gli equilibri ecologici dei sistemi naturali sono pesantemente compromessi, quasi la metà dei terreni agricoli sono minacciati dalla riduzione di sostanza organica, decine di milioni di ettari soffrono gli effetti dell’erosione e del dissesto idrogeologico e infine, sempre più coltivazioni soffrono i cambiamenti climatici e i sempre più frequenti periodi di siccità, causati da una desertificazione in aumento in molti Paesi del Mediterraneo.

Europa messa male come l’Italia

Cosa viene fatto per salvaguardare il suolo? Poco e niente, se si volesse rispondere in maniera spiccia, ma molto onesta. In Italia mancano norme di riferimento e ogni regione interpreta a modo suo il concetto di "consumo di suolo". Ma la situazione non è migliore in Europa, dove manca una direttiva comune sui suoli e, anche nei singoli Stati membri le norme, se esistono, sono frammentarie e poco coerenti.

La petizione #salvailsuolo

Lo scorso anno in questo stesso periodo, oltre 82.000 firme sono state raccolte dalla coalizione italiana #salvailsuolo (formata da ACLI, Coldiretti, FAI – Fondo Ambiente Italiano, INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF) e consegnate all’allora Presidente del Senato Pietro Grasso, chiedendo di varare entro la legislatura, la legge per il contenimento del consumo di suolo e la difesa delle aree agricole, tra l’altro già approvata dalla Camera nel maggio 2016 e ferma da più di cinquecento giorni in Senato.

Un impegno da parte dei cittadini italiani che tuttavia si accompagna a un preciso obiettivo sottoscritto a livello europeo con l’adesione all’agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile a cui l’Unione Europea ha aderito con determinazione: oltre che in Italia, infatti, questa petizione ha raccolto oltre 212.000 firme negli altri Paesi dell’Unione Europea.

Quello che oggi chiede la coalizione #salvailsuolo è che la discussione della proposta di legge venga inserita in cima all’agenda dei lavori delle Commissioni competenti nel più breve tempo possibile per dotare anche l’Italia di una legge per la tutela del suolo attesa ormai da troppo tempo.

Fonti: Legambiente, Coldiretti