Gli inquinanti atmosferici confondono gli insetti impollinatori e mettono così a rischio i fiori

Un innovativo studio dell’Università di Reading, nel Regno Unito, ha dimostrato che gli ossidi di azoto e l’ozono modificano il profumo dei fiori, rendendo più complicata l’impollinazione da parte di animali come api, mosche, falene e farfalle.
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Gianluca Cedolin 28 Gennaio 2022

Sappiamo tutti che gli agenti inquinanti come gli ossidi di azoto e l'ozono sono molto dannosi per la nostra salute e il nostro Pianeta. Oltre al loro nefasto contributo alla crisi climatica e all'aumento di patologie respiratorie e cardiovascolari, un recente studio ha scoperto che i comuni inquinanti dell'atmosfera riducono l'impollinazione, impedendo a insetti come api e farfalle di annusare le colture e i fiori, sia in città sia in campagna.

La ricerca, intitolata senza lasciare spazio a interpretazioni "Anthropogenic air pollutants reduce insect-mediated pollination services", è stata guidata dall'Università di Reading, nel Regno Unito, e finanziata dal Natural environment research council.

Il metodo d'indagine

Come ha raccontato il quotidiano Greenreport, per lo studio è stata creata una struttura di fumigazione ad hoc, per regolare i livelli di ossidi di azoto e di ozono in campo aperto.

A questo punto, i ricercatori hanno osservato gli effetti degli inquinanti sull'impollinazione delle piante di senape nera per due stagioni estive, monitorando il comportamento degli insetti locali, lasciati liberi di volare in natura.

La riduzione degli impollinatori, di cui ti parlo qui sotto, è ancor più sorprendente se si considera che la concentrazione di inquinamento era ben al di sotto dei livelli di guardia stabiliti come sicuri (e che invece nella realtà vengono molto spesso superati).

I risultati

I ricercatori dell'Università di Reading hanno osservato una riduzione significativa degli insetti impollinatori, di circa il 62-70%. Le loro visite ai fiori sono crollate dell'83-90%, soprattutto in specifici gruppi di impollinatori come le api, le mosche, le falene e le farfalle.

Guardando la resa dei semi, e altre metriche, la riduzione dell'impollinazione è stata calcolata tra il 14 e il 31%. La spiegazione data dai ricercatori è che gli inquinanti reagiscono e modificano i profumi dei fiori, rendendoli difficili da trovare per gli insetti.

Gli effetti osservati hanno superato, in negativo, le aspettative di chi ha svolto lo studio. «Sappiamo che questi inquinanti sono dannosi per la nostra salute e le significative riduzioni che abbiamo visto nel numero e nell’attività degli impollinatori dimostrano che ci sono anche chiare implicazioni per gli ecosistemi naturali da cui dipendiamo», ha detto uno dei compilatori.