impollinazione

Gli insetti impollinatori stanno diminuendo. Una conseguenza? Più di 420mila morti all’anno

Uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives sottolinea l’importanza degli impollinatori per la salute umana: la carenza di api è direttamente collegata a un aumento della mortalità e di malattie tra cui ictus, diabete e tumori.
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Roberto Russo 18 Gennaio 2023

Si intitola Deficit di impollinatori, consumo di cibo e conseguenze per la salute umana ed è uno studio, basato su modelli, condotto dalla Th Chan school of public health dell’università di Harvard e pubblicato su Environmental Health Perspectives. Si tratta del primo studio appositamente realizzato per quantificare il costo per la salute umana dell'insufficienza di impollinatori selvatici.

Come è noto, negli ultimi anni esperti in varie discipline hanno lanciato l'allarme sul progressivo declino delle popolazioni di api e altri impollinatori e sui potenziali pericoli per la sicurezza alimentare globale. Ora è possibile quantificare questo impatto. Sulla base della resa delle colture nel 2020, infatti, il mondo produce il 3-5% in meno di frutta, verdura e noci rispetto a quanto potrebbe produrre con popolazioni robuste di impollinatori selvatici. Solo il 3-5% in meno? Può sembrare una percentuale irrisoria, ma non lo è affatto. Stando alle stime, una riduzione del genere della produzione provoca 427.000 morti all'anno a causa del basso consumo di alimenti sani e delle malattie associate. Tra queste, malattie cardiache, ictus, diabete e alcuni tipi di cancro.

Le caratteristiche dello studio

Per portare avanti lo studio, i ricercatori hanno utilizzato un modello di riferimento che includeva prove empiriche provenienti da una rete di centinaia di aziende agricole sperimentali in Asia, Africa, Europa e America Latina. Hanno esaminato le lacune di rendimento per le più importanti colture che dipendono dagli impollinatori, in modo da poter valutare quanto si è perso a causa di un'impollinazione insufficiente. Il tutto ha dato origine a un modello di calcolo a livello globale per stimare l'impatto che i cambiamenti potrebbero avere sulla salute come anche i rischi alimentari con la conseguente mortalità.

“Questo studio dimostra che fare troppo poco per aiutare gli impollinatori non solo danneggia la natura, ma anche la salute umana”

Matthew Smith, Università di Harvard

I risultati hanno mostrato che la perdita di produzione alimentare si è concentrata nei Paesi a basso reddito. Ma l'onere sanitario è stato maggiore nei Paesi a medio e alto reddito, dove i tassi di malattie non trasmissibili sono più elevati.

Un elemento critico che è sempre mancato nella discussione sulla biodiversità è stata la scarsità di collegamenti diretti con la salute umana”, ha dichiarato Samuel Myers, ricercatore presso il Dipartimento di Salute Ambientale e autore principale dello studio. “Questa ricerca stabilisce che la perdita di impollinatori sta già influenzando la salute. Al pari di altri fattori di rischio per la salute globale, come il cancro alla prostata o i disturbi da uso di sostanze”.

Come ben sappiamo, la riduzione degli impollinatori è dovuta in parte alle pratiche agricole intensive, alla monocoltura, all'uso eccessivo di prodotti chimici industriali per l'agricoltura e alle alte temperature associate al cambiamento climatico. Per far fronte al problema della moria di questi insetti, si sta portando avanti anche un vaccino per le api contro la peste americana.