I dolcificanti possono alterare il microbiota intestinale, secondo un nuovo studio

I dolcificanti non nutritivi sono comunemente usati nella dieta umana e si presume siano inerti; tuttavia, un nuovo studio, condotto sui topi, suggerisce che possono avere un impatto sul microbiota intestinale e sulle risposte glicemiche.
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Valentina Rorato 26 Agosto 2022
* ultima modifica il 26/08/2022

Eliminare lo zucchero a favore dei dolcificanti. È una scelta che fanno  molte persone per mantenere la linea o per perdere peso. Queste sostanze donano, per esempio al caffè, tutta la dolcezza che si desidera senza calorie. Ma hanno degli effetti sul corpo?

Uno studio controllato condotto dai ricercatori del Weizmann Institute of Science (Israele), pubblicato su Cell, suggerisce che contrariamente a quanto si credeva in precedenza, tali dolcificanti non sono inerti: alcuni possono alterare i microbioti – i trilioni di microbi che vivono nel nostro intestino – tanto da cambiare i livelli di zucchero nel sangue di una persona. E gli effetti prodotti da questi dolcificanti variano notevolmente tra le diverse persone.

Nel 2014, uno studio del Weizmann Institute sui topi aveva dimostrato che alcuni dolcificanti non nutritivi potevano effettivamente contribuire ai cambiamenti nel metabolismo dello zucchero che dovrebbero prevenire. Nel nuovo studio, un team di ricercatori guidato dal professore Eran Elinav del Dipartimento di Immunologia dei Sistemi del Weizmann ha esaminato quasi 1.400 potenziali partecipanti, selezionandone 120 che evitavano rigorosamente cibi o bevande zuccherati artificialmente. I volontari sono stati poi divisi in sei gruppi. Ai partecipanti di quattro gruppi sono state consegnate bustine di comuni dolcificanti non nutritivi, contenenti quantità inferiori all'assunzione giornaliera accettabile. Quali prodotti sono stati scelti? Saccarina, sucralosio, aspartame o stevia, insomma i più comuni. Gli altri due gruppi fungevano da controlli.

I ricercatori hanno scoperto che due settimane di consumo di tutti e quattro i dolcificanti hanno alterato la composizione e la funzione del microbiota e delle piccole molecole che i microbi intestinali secernono nel sangue delle persone; ogni dolcificante a modo suo. Hanno anche scoperto che due dei dolcificanti, saccarina e sucralosio, alteravano significativamente la tolleranza al glucosio, ovvero il corretto metabolismo del glucosio. Tali alterazioni, a loro volta, possono contribuire alla malattia metabolica. Al contrario, nei due gruppi di controllo non sono state riscontrate variazioni né nel microbioma né nella tolleranza al glucosio.

I cambiamenti indotti dai dolcificanti nei microbi intestinali erano strettamente correlati con le alterazioni della tolleranza al glucosio. "Questi risultati rafforzano la visione del microbioma come un hub che integra i segnali provenienti dai sistemi del corpo umano e da fattori esterni come il cibo che mangiamo, i farmaci che assumiamo, il nostro stile di vita e l'ambiente fisico", ha affermato Elinav e ha proseguito: "Il nostro studio ha dimostrato che i dolcificanti non nutritivi possono compromettere le risposte al glucosio alterando il nostro microbioma, e lo fanno in modo altamente personalizzato, cioè colpendo ogni persona in un modo unico. In effetti, questa variabilità era prevedibile, a causa della composizione unica del microbioma di ogni persona".

Fonte | Personalized microbiome-driven effects of non-nutritive sweeteners on human glucose tolerance pubblicato su Cell il 19 agosto 2022.

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