Il cambiamento climatico sta trasformando anche le Alpi: al posto della neve ormai spuntano i fiori

Le scarse precipitazioni e il caldo anomalo di maggio hanno portato il manto nevoso sul Ghiacciaio Ciardoney, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, ai livelli più bassi almeno dell’ultimo trentennio. La Società Meteorologica Italiana ha incontrato uno scenario che “sarebbe normale a metà luglio”.
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Martina Alfieri 8 Giugno 2022

La neve sta scomparendo sempre più rapidamente dalle Alpi, dove in questo momento sembra di essere in piena estate. Al posto del manto nevoso, infatti, spuntano sempre più fiori.

Il 1 giugno l'équipe della Società Meteorologica Italiana e dell'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso – in collaborazione con IREN Energia e nel quadro delle campagne di misura del Comitato Glaciologico Italiano – ha condotto i rilievi annuali di spessore e densità del manto nevoso per determinare il bilancio invernale del Ghiacciaio Ciardoney: dal 1992, primo anno di osservazioni, non si erano mai registrati spessori nevosi così scarsi.

La diminuzione delle precipitazioni e le temperature sempre più alte, conseguenze del clima che cambia, hanno portato a registrare questo nuovo record negativo: nei punti più alti, a quota 3120 metri, lo spessore nevoso raggiunge i 165 centimetri – contro i 350-400 cm normali per la stagione -, mentre a circa 3020m lo strato di neve misura appena 25cm.

Il caldo anomalo continuerà nei prossimi giorni a sciogliere la neve, anticipando le fioriture e, soprattutto, esponendo al sole la superficie del Ghiacciaio Ciardoney, come degli altri ghiacciai alpini: “Mai così poca neve sulle Alpi occidentali. Il 1 giugno ho partecipato alla mia trentunesima missione di misura d'innevamento sul Ghiacciaio Ciardoney: dove di solito ci sono due metri di neve c'erano le sassifraghe in fiore, pochissima riserva d'acqua per l'estate”, scrive Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana (SMI).

Di solito, anche nelle recenti stagioni calde e poco innevate, il ghiacciaio ha cominciato a «scoprirsi» nel settore mediano non prima di metà luglio”, fanno sapere dalla SMI. “Così il periodo di esposizione della superficie glaciale alla radiazione solare nell'estate 2022 sarà particolarmente prolungato, permettendo gravose perdite di massa anche qualora le temperature estive non fossero così elevate”.

Il surriscaldamento globale rappresenta una minaccia concreta per gli ecosistemi alpini e le specie che li abitano: mentre i ghiacciai si sciolgono, infatti, anche gli habitat naturali degli uccelli alpini rischiano di scomparire.