Il coraggio di Berta Cáceres non deve morire insieme a lei: prendiamo ispirazione da questa ambientalista

La donna assassinata nel 2016 è tra gli esempi più profondi di vero ambientalismo: la sua lotta per gli indigeni sudamericani e per la conservazione ambientale può essere d’ispirazione per tutti e tutte.
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Sara Polotti 19 Dicembre 2022

Che le popolazioni indigene siano per un territorio una risorsa incommensurabile è un dato di fatto: legate alla natura locale, le persone nate in una determinata zona sono spesso propense a prendersene cura con un'attenzione che altri, venendo da fuori, non avrebbero. È il caso, per esempio, del Nepal, dove il coinvolgimento delle persone indigene ha accelerato un'importante riforestazione.

Ed è il caso della sensibilizzazione portata avanti da Berta Cáceres: la donna honduregna uccisa nel 2016 aveva capito fin da subito la preziosità delle popolazioni locali per la conservazione ambientale. La sua è una storia importante, profonda ed esemplare, a cui possiamo ispirarci e su cui fondare le lotte per l'ambiente.

Figlia dell'ostetrica Berta Flores (impegnata nel sociale), già nel 1993 Berta Isabel Cáceres Flores (nata nel 1971) esprimeva il proprio ambientalismo e il proprio attivismo: ancora studentessa co-fondò il Consiglio delle organizzazioni popolari ed indigene dell'Honduras (COPINH). La sua vita è costellata di associazionismo e lotte per l'ambiente e per le popolazioni indigene, ed è culminata – purtroppo – nel suo assassinio avvenuto nel marzo 2016.

La catena di eventi che portò alla tragedia può essere fatta risalire all'opposizione della donna allo sfruttamento delle risorse naturali nella zona del Rio Gualcarque, nell’Honduras Nord Occidentale, attraverso una protesta pacifica che ha coinvolto le popolazioni locali. Qui, una joint venture internazionale avrebbe voluto costruire una diga che, tuttavia, avrebbe devastato la vita delle persone indigene, e in particolare quelle di Rio Blanco, la cui comunità è composta da seicento famiglie residenti nella foresta pluviale.

Nel 2015, a riconoscimento delle sue numerose battaglie (quella per il popolo di Rio Blanco è solo una fra tante), la donna vinse il Global Environmental Prize, premio riservato alle persone che più si distinguono per l'impegno ambientalista ed ecologista.

Ma nemmeno un anno dopo fu trovata assassinata in casa sua. Era la notte tra il 2 e il 3 marzo 2016 e fu trovata la mattina seguente uccisa da colpi di arma da fuoco. Si è dovuto attendere il 2021 per avere una condanna definitiva, ma alla fine ad essere risultato colpevole (con condanna) è Roberto David Castillo, ex manager di DESA, l'impresa nazionale di energia elettrica tra le compagnie facenti parte della joint venture che avrebbe voluto sfruttare l'energia idroelettrica del fiume Gualcarque (insieme alla cinese Sinohydro, alla Banca Mondiale e all'International Finance Corporation).

Secondo i giudici, è stato lui a ordinare l'assassinio, per mettere a tacere le richieste di Cáceres di non sfruttare energicamente la zona.

La storia e la figura di Berta Cáceres restano d'ispirazione per molti: attraverso proteste pacifiche riuscì a porre l'attenzione internazionale su temi ambientali locali importanti, e la sua vita resterà d'esempio per tutte e tutti.