Il giorno in cui Pechino smise di respirare: il racconto del 15 marzo 2021

Una tempesta di sabbia colpì la capitale della Cina in pieno Covid-19, il cielo divenne arancione e l’inquinamento raggiunse livelli mai visti nella storia.
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
29 Febbraio 2024

Il 15 marzo 2021 a Pechino lavoratori, studenti, turisti si svegliarono all'inferno. Il cielo si fece giallo, l'aria tetra e impossibile da respirare. La città scomparve nella nebbia e in quel giorno in alcuni quartieri si registrò un livello di inquinamento mai visto prima nella storia.

Era un lunedì quando la capitale cinese venne colpita da una violenta tempesta di sabbia che arrivò direttamente dall'entroterra della Mongolia. La visibilità scese al di sotto dei 300 metri di altezza e di alcuni dei grattacieli più iconici non si riuscì neanche più a vedere la punta finale.

Circa 9 persone persero la vita, 500 furono disperse e le immagini di quella tempesta spopolarono sui social sotto un unico l’hashtag che riprende un nome di un film abbastanza noto: "#Airpocalypse"

Contestualizziamo, con una piccola digressione il fenomeno delle tempeste di sabbia nel mondo. Circa 2 miliardi di tonnellate di sabbia e polvere vengono sollevate ogni anno nell’aria da forti venti e tempeste. L’equivalente, in peso, di 350 volte la grande piramide di Giza. E questo rischia a causa della crisi climatica di diventare uno dei principali problemi di inquinamento in molte metropoli, megalopoli e città del nostro Pianeta terra. Ora possiamo tornare al racconto.

Scatto di Kevin Frayer – fotoreporter canadese, residente a Pechino con sua moglie Janis, suo figlio Jetsun, il suo cane Uma e ’’tre orribili gatti’’. Frayer è stato un ex fotografo nazionale presso la Canadian Press ed è stato a capo del reparto fotografia per l’Associated Press nella Striscia di Gaza, Gerusalemme e Nuova Delhi, in India.

Le autorità a Pechino chiesero alle persone di restare a casa, per quanto possibile, e alle scuole di sospendere le attività. Non tutti però rispettarono queste indicazioni e c'è chi lo fece per scelta e chi per costrizione, come questi  rider o lavoratori(immortalati da Kevin Frayer  foto giornalista e quindi autore dello scatto), che dovettero attraversare tutta la città pedalando la loro bicicletta, ma indossando una maschera. Forse la fortuna nella sfortuna ha voluto che questa maschera l'avrebbero indossata ugualmente perchè in quell'anno il Covid era ancora lì tra loro, ma ecco… possiamo dire che da questa foto potremmo prendere un insegnamento per il futuro.

Anzi, fermiamoci un attimo proprio a osservare l'immagine. Non trovi anche tu che la stessa possa rappresentare il nostro futuro? Tutti in bicicletta per essere più sostenibili, magari in una città dei 15 minuti, dove è tutto vicino a noi così da poter riscoprire il piacere di una pedalata o una passeggiata all'aria aperta, ma poi… tutti con una maschera addosso perchè di ossigeno non c'è neanche più una singola molecola.

Secondo il World Air Quality Index (AQI), un’associazione non-profit che controlla i livelli di inquinamento in molte città del mondo, quel lunedì del 15 marzo 2021, a Pechino la concentrazione di PM2,5 nell’aria raggiunse i 655 microgrammi per metro cubo: moltissimo, se si tiene conto che oltre i 300 la situazione viene considerata pericolosa e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di restare intorno ai 25mg per metro cubo. La concentrazione di particelle PM10 nell'aria – quelle di polvere o cenere – raggiunse invece i 9000 mg per metro cubo. (l’OMS raccomanda di non superare i 50).

Ciò ha fatto sì che l'indice di qualità dell'aria si attestasse a 424 punti di media, con picchi massimi, in alcune zone della città, arrivati anche sui 2.000 punti.

Dopo solo 3 anni circa di quel giorno pochi realmente ricordano ciò che accadde sia di scenografico, sia di grave per la salute dei cittadini e di tragico per i livelli di inquinamento raggiunti che ricordo essere stati (in alcuni quartieri di Pechino) i più alti nella storia della Capitale cinese.

Come risolvere il problema della tempesta di sabbia?

Pechino punta in futuro a ridurre drasticamente l'impatto di questo fenomeno sulla salute dei propri cittadini e per iniziare questo percorso venne qualche anno fa lanciata una campagna di riforestazione, dall'importo di 10 miliardi di euro, intorno proprio alla Capitale cinese così da creare una barriera che possa arginare la diffusione della sabbia nell'atmosfera. Inoltre gli urbanisti hanno studiato anche la possibilità di costituire corridoi tra i grattacieli per incanalare la sabbia e altri fattori inquinanti, facendoli scorrere via più rapidamente.

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…