Il governo promette più aiuti per il bonus asilo nido, ma ci sono abbastanza posti per tutti i bambini?

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Una delle misure previste dalla bozza della manovra prevede un potenziamento del bonus asilo nido, ma c’è il rischio che non ci siano comunque abbastanza posti nelle strutture per tutti i bambini che risulteranno vincitori del bonus.
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Maria Teresa Gasbarrone 27 Ottobre 2023

Nella bozza della nuova legge di Bilancio il governo ha previsto di potenziare il bonus asilo nido per le famiglie che hanno più di un figlio sotto i sei anni. La stessa premier Giorgia Meloni ha esaltato questa misura come una delle battaglie identitarie del suo esecutivo, i cui sforzi dovrebbero mirare in primis a tutelare la famiglia, la natalità e le madri.

Il fondo per il bonus asili nido dovrebbe essere potenziato con oltre 150 milioni di euro, così da garantire aiuti più elevati a un maggior numero di persone, alzando gli scaglioni dell'Isee previsti dalla manovra 2022. Eppure, c'è un problema che a prescindere dalle risorse economiche delle singole famiglie rischia di lasciare a casa moltissimi bambini.

Stiamo parlando dell'insufficiente disponibilità di posti negli asili nido, sia per la mancanza di strutture che di personale, un problema che riguarda l'intero Paese, ma con differenze regionali anche piuttosto evidenti. Facciamo un punto.

Quanti bambini rischiano di rimanere senza asilo nido

La necessità di aprire più asili nido così da essere in grado di dare una risposta alla domanda crescente di questo servizio da parte delle famiglie non è un problema recente. Nel 2002 il Consiglio Europeo di Barcellona ha fissato come obiettivo per tutti gli Stati membri quello di riuscire a garantire entro il 2010 "un'assistenza all'infanzia" ad almeno il 90% dei bambini tra i tre e l'età dell'obbligo scolastico e al almeno al 33% dei bambini sotto i 3 anni.

Mentre il primo obiettivo l'Italia è riuscita a compiere importanti passi in avanti, per cui già nel 2015  il 96% dei bambini nella fascia di età quattro/sei frequentava la scuola dell'infanzia, ma meno di un quarto dei bambini tra gli 0 e i 2 anni trovava posto negli asili nido, per di più con un'enorme differenza tra il Nord e il Sud. Un esempio? In Valle D'Aosta andavano all'asilo 4 bambini su 10, mentre in Campania non superavano i 6 su 100.

E oggi? Secondo Eurostat, nel 2022 in Italia c'erano in media 30,9 posti ogni 100 bambini nei servizi di prima infanzia, a fronte di una media euro di 35,7. Una percentuale lontana anni luce da quella garantita dal Paese più all'avanguardia su questo fronte, cioè la Danimarca che garantisce un posto all'asilo nido a 74,7 bambini su 100.

Più problemi al Sud e nelle grandi città

I dati Istat più recenti, pubblicati a fine 2022 e riferiti al 2020, confermano come la situazione sia peggiore nel Sud Italia e nei piccoli comuni, anche se forti criticità interessano anche le grandi città, a prescindere dalla regione considerata.

Se al Nord-est e al Centro la percentuale dei posti negli asili nido garantiti sfiora il 36,1%, al Sud si arriva al massimo al 15,9%.

Nelle grandi città i problemi riguardano sopratutto gli asili nido comunali. Ad esempio a Milano nel 2022 sono stati chiusi otto asili pubblici a causa della mancanza di personale, un altro problema di cui l'attuale esecutivo non sembra preoccuparsi troppo.

Si tratta di un problema strutturale, a cui sono stati destinate anche importanti risorse del Pnrr – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – pari a 4,6 miliardi di euro, ma è verosimile che nemmeno queste risorse siano sufficienti a risolvere la grave mancanza di strutture e garantire di altri 264.480 posti entro il 2025, ma ben 100mila sarebbero a rischi

Di questi fondi infatti 2,4 miliardi sono destinati alla costruzione di nuovi asili nido, 600 milioni alle scuole dell’infanzia, 700 milioni a progetti già in corso di realizzazione e 900 milioni alle spese di gestione, comprese quelle per il personale.

Ma secondo i sindacati però non sarebbero sufficienti. Questo perché per riuscire a garantire "gli oltre 260mila posti negli asili nido avremmo bisogno di un rapporto uno a sette, massimo otto bambini, insomma servono 17mila educatori. Nessuno si è posto il problema, neanche il ministero dell’Istruzione, non sappiamo nemmeno se questi 17mila esistono davvero", come spiegato da Alessandro Purificato, sindacalista della FP (Funzione Pubblica) CGIL.