
Hai un lavoro a tempo pieno, i figli e una casa da mantenere pulita e ordinata. Pensi di avere tutte le giustificazioni possibili per sentirti oberata dagli impegni, scuse per ritenerti esonerata da qualsiasi pratica sportiva o impegno fisso settimanale. D'altronde, chi ce l’ha il tempo? Poi scopri che la mamma di una compagna di classe di tua figlia riesce ad andare a correre regolarmente, dividendosi tra impegni di lavoro e di famiglia (oltre la gestione di ben due cani). Ma non finisce qui. Corre pure la maratona. E allora ti chiedi cosa stai sbagliando e soprattutto: come riesce a fare 42 km di corsa? Lei è Deborah Rizzo, mamma di Emma 10 anni e Ian 7 anni, e di maratone ne ha già corse quattro.
Quattro maratone. La prima è stata la maratona di Primiero sulle Dolomiti, una roba "dolomitica" con un sacco di dislivelli. Poi la maratona di Madrid, quella di Milano e l'ultima, quella di Venezia. Da quando ho iniziato ne ho fatta almeno una all'anno.
Non si dicono! (ride, ndr). Scherzo, io ho una media di 4 ore e 15 minuti, su un tempo massimo di 6 ore. In genere i tempi non si dicono però perché chi ha un tempo figo lo dice, chi invece non ce l'ha, tende a non sbandierarlo in giro perché ci sono tantissime persone che fanno tempi migliori. Però ci sono anche moltissime persone che non fanno maratone, quindi non mi lamento!
Ci vuole tanta pazienza. Tecnicamente per partecipare ti serve un certificato medico agonistico e devi essere iscritta a una società di atletica. In Italia, insomma, la maratona non è aperta a tutti, mentre all’estero puoi fare quello che ti pare. In Italia sono più fiscali, ci sono regolamenti più rigidi e secondo me è giusto. Anzi, dovrebbe essere così ovunque. Per fare una maratona ci vuole poi tanta pazienza e un po' di pazzia. Serve anche il tempo per prepararla bene: quattro mesi almeno per chi non ne ha mai corsa una, mentre ne bastano anche solo tre per chi invece punta a cercare il proprio Personal Best.
Quattro volte a settimana. Almeno un'ora di allenamento per tre volte a settimana, mentre il quarto allenamento può durare qualcosa in più in base a quella che è la tua preparazione. Se sei sotto data, per esempio, il tempo dell’allenamento si allunga. Di norma si fa uno pseudo-lungo di 30 km, che puoi spezzare in due allenamenti, come faccio io con la mia allenatrice.
Se vuoi prepararla bene, sì. Puoi trovare tante tabelle online, ma sono tutte standardizzate. Correre invece con un allenatore ti permette di essere seguito diversamente, di avere un allenamento personalizzato e di ricevere dei feedback e dei consigli mirati.
In pausa pranzo durante la settimana, mentre nel weekend mi alleno in genere al mattino presto, prima di iniziare la giornata con gli impegni dei figli. In estate riesco a uscire di casa anche alle 6 del mattino, ma in inverno esco un po' più tardi perché non mi piace andare a correre con il buio.
Tantissimi. Tutti li abbiamo, sono momenti proprio di down. Un momento di pressione fisica che ti mette alla prova. Insomma bisogna fare i conti anche con i giorni in cui molli il colpo e, in questi casi, è lo stesso allenatore che pensa a posticiparti la sessione di allenamento.
Semplicemente, una volta messe le scarpe, ti viene la voglia. E' qualcosa che ti viene in automatico. Quando sei fuori la mente si svuota e si va. Certo magari non sarà un allenamento cosi performante, ma alla fine lo porto a casa.
"Chi me lo ha fatto fare?".
"Che bello ci sono arrivata. E adesso cosa faccio?". Così penso già alla gara successiva.
Le scelgo per bellezza, in base anche ai feedback di altri runner, perché c'è davvero una sorta di passaparola. La prima maratona l'ho scelta di pancia perché una volta portata a termine la Stramilano ero in formissima e quindi mi sono iscritta alla mia prima maratona. C’era in giro un volantino della Primiero Dolomiti Marathon, noi andiamo sempre in montagna in estate, e così ho unito le due cose.
Poi è stata la volta di Madrid perché volevo vedere la città, perché me ne avevano parlato bene e perché molti runner che conoscevo già avevano intenzione di andare. E a seguire Milano perché è la mia città e poi Venezia. C'è un grande passaparola, si partecipa a una maratona perché magari ci vanno gli amici, ma poi puoi andare lì con mille aspettative e rimanere anche deluso. Venezia, per esempio, era organizzata molto bene, ma alla fine non era tutto quello che mi aspettavo.
Sì, moltissimo. Mi hanno sempre aspettato al traguardo delle gare e mi hanno sempre accompagnato prima dello start iniziale. Vedono il sacrificio, lo stesso che gli impongo io quando prendono le loro decisioni a livello sportivo (la figlia grande, Emma, fa nuoto sincronizzato, mentre il fratellino Ian gioca a calcio). Anche quando devo correre alla domenica, mi chiedono quando esco, dove vado e così via.
Devi avere almeno 18 anni. Se poi sei allenato, non ci sono restrizioni di età.
No, perché in verità sono in una fase di crisi: voglio farla, ma non ho ancora deciso dove e quando. Devo incastrarmi con gli impegni dei bambini. Sto correndo poco, giusto per mantenere la gamba, ma senza specifici obiettivi.
Trovo che chi fa sport abbia la possibilità di scaricare stress e tensioni. Lo sport deve essere parte integrante della vita di una persona, qualsiasi esso sia: puoi giocare a tennis o darti appuntamento per il calcetto con gli amici una volta alla settimana, ma qualcosa bisogna fare. La testa ha bisogno di evadere. E poi lo sport è un'ottima scusa per socializzare, perché trovi sempre qualcuno con cui condividere la tua passione. Io corro all'Arena di Milano, correre mi fa bene, sia alla testa che al fisico, e quando mi alleno con costanza posso anche mangiare qualsiasi cosa senza mettere su un etto!