Il nuoto si fa più inclusivo: è stata approvata la cuffia per le atlete con capigliature afro

Non ci sono atleti e atlete standard, e per questo deve esserci una apertura mentale sotto ogni punto di vista. La Fina ha finalmente approvato la Soul Cap, la cuffia ideata per le nuotatrici con capigliature afro.
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Gaia Cortese 17 Settembre 2022

Trecce, dreadlocks e capigliature afro possono finalmente fare pace con la pratica del nuoto. La Federazione internazionale di nuoto ha finalmente approvato l’uso della Soul Cap, una cuffia pensata per atleti ed atlete con acconciature di capelli afro, trecce e dreadlocks.

Ideata nel 2017 da due imprenditori di colore, Michael Chapman e Toks Ahmed-Salowudeen, questa particolare cuffia era stata proposta in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020 (poi rinviate a causa della pandemia). La richiesta di registrare ufficialmente  il prodotto perché potesse essere usato in gara, era stata fatta alla Fina, l’organo di governo internazionale per gli sport acquatici; tale richiesta  era stata tuttavia rigettata dietro la giustificazione che la cuffia “non seguiva la forma naturale della testa”.

La posizione della Fina aveva sollevato un certo clamore nella comunità acquatica e non poche accese proteste, come quella dell’atleta Maritza McClendon, prima nuotatrice afroamericana a stabilire un record mondiale nel 2000.

“La ragione del rifiuto non è una ragione tecnica o un problema di tempo, ma soggettivo, e questo non è giusto. C’è una conversazione più grande che deve essere fatta, e la rappresentanza deve essere al tavolo – aveva dichiarato la McClendon -. Rendere questo sport più inclusivo è importante a livello globale. Abbiamo bisogno di riconoscere e celebrare quando vengono portate avanti soluzioni che soddisfano le esigenze delle popolazioni sotto rappresentate. Dobbiamo lavorare insieme per uno sport più inclusivo, non continuare a essere parte del problema”.

Il caso è scoppiato nuovamente lo scorso anno, quando anche la nuotatrice britannica Alice Dearing si è trovata a partecipare alle Olimpiadi di Tokyo del 2021. Un mese prima dell’inizio delle gare, la Federazione le aveva vietato espressamente di partecipare indossando la cuffia da lei scelta,  la Soul Cap.

Da quel momento la discussione sul tema non si è mai spenta, al contrario è stata portata avanti non solo da atleti e atlete, ma anche da associazioni come la Black Swimming Association. La stessa Alice Dearing si è fatta portavoce della protesta e ha collaborato attivamente con il marchio Soul Cap. Tutto questo ha portato la Fina a rivedere la propria posizione e a cambiare idea: la cuffia Soul Cap  è stata definitivamente ammessa alle competizioni ufficiali.

“Sono sollevata ed emozionata – ha scritto Alice Dearing in un editioriale per The Guardian –. In quanto donna nera e nuotatrice professionista che ama i suoi capelli intrecciati e nella loro forma naturale, quella afro, so quanto questo cambiamento sia epocale”.