Il parco più bello d’Italia è in Veneto: un giardino nobiliare con laghi, ponticelli e alberi centenari

È il giardino di Villa Revedin Bolasco, vicino a Castelfranco Veneto. Nasce sulle ceneri di un “paradiso” e al suo progetto ha lavorato lo stesso architetto che ha disegnato il teatro “La Fenice” di Venezia. Più che uno spazio verde, è un’opera d’arte.
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Giulia Dallagiovanna 25 Ottobre 2018

Prima era un "paradiso", ora è il parco più bello d'Italia. La 16esima edizione del premio organizzato dal portale "Parchi più belli d'Italia" se l'aggiudica il giardino di Villa Revedin Bolasco, a Castelfranco Veneto. Se capiti da quelle parti, potrebbe essere una buona meta per una gita nel verde. E di verde attorno te ne ritroverai tantissimo, 8 ettari per la precisione. In mezzo, un lago con due isole. Insomma, un mondo a parte, curato dall'università di Padova che, grazie a un recente restauro, lo ha riportato allo splendore delle origini.

L’arena–cavallerizza all’interno del parco di Villa Revedin Bolasco. Credits: Fondazione Villa Parco Bolasco

Questi terreni hanno conosciuto più di una famiglia nobile veneziana. Prima di arrivare al conte Francesco Revedin, in quel luogo sorgeva il giardino "Paradiso" dei Corner, patrizi veneziani, di cui è rimasta solo una torre. Il passaggio di mani arrivò nel 1808 e i lavori di rifacimento iniziarono subito, guidati dall'architetto Giambattista Meduna che, fra le altre cose, aveva già disegnato il progetto per il teatro "La Fenice" di Venezia. Il risultato non poteva che essere grandioso e così fu.

Fu costruita per prima la villa e poi, appunto, il parco. Revedin, che divenne anche sindaco di Castelfranco, aveva in testa un giardino romantico all'inglese e per accontentarlo arrivarono un lago, dei ponticelli, isole e statue. Il tutto all'ombra di oltre mille alberi di 65 specie diverse. Alcuni esemplari, oggi, hanno 125 anni. Sì, sono davvero un pezzo di storia della villa.

Passeggiando lungo i sentieri, ti immergerai nei colori della natura e farai quasi un giro del mondo attraverso le piante. Le foglie seghettate e i fiori bianchi della Fotinia, ad esempio, ti porteranno in Cina e Giappone, mentre la corteccia rosso bruno e la chioma a forma di cono rovesciato del Cipresso Calvo ti faranno respirare il profumo degli Stati Uniti.

La serra in stile ispanico–moresco all’interno del parco. Credits: Fondazione Villa Parco Bolasco

Ma il vero capolavoro artistico è l'arena-cavallerizza: decine di statue del XVII secolo disposte a semicerchio e introdotte da due alte sculture equestri. La fusione fra natura e arte, tipica dell'Ottocento. Non ti puoi perdere nemmeno la serra, che va a ripescare uno stile ispanico-arabeggiante, e la Cavana, cioè un deposito per le barche che navigavano nel lago, anche se il tetto a pagoda previsto nel disegno originale purtroppo non è mai stato realizzato.

Se ci stai facendo un pensierino, devi però sapere che il parco apre solo al sabato e alla domenica e che le visite devono essere prenotate. A farti da guida, esperti dell'università di Padova che da anni ha in gestione Villa Revedin Bolasco. Sul sito puoi trovare tutte le informazioni e anche fare un tour virtuale del giardino, in attesa di quello dal vivo.

Credits: foto di copertina di Fondazione Villa Parco Bolasco