Questa notizia non deve passare inosservata e perché si tratta della più importante legge riguardante il ripristino della natura mai approvato dall'Unione Europea fino a ora. Della Nature Restoration Law te ne abbiamo già parlato in precedenti articoli, sin dall'inizio del suo iter legislativo avvenuto i primi di luglio del 2023. Adesso però proviamo a riassumere in punti cosa prevede questa legge sulla salvaguardia della biodiversità europea e soprattutto proviamo a capire cosa potrebbe cambiare anche in Italia (che forse ti interessa di più).
Partiamo dall'obiettivo della legge. Si tratta di una legge che punta al ripristino delle aree naturali (comprese anche laghi o fiumi di acqua dolce) europee del 20% entro il 2030 e del 90% entro il 2050 (la Commissione puntava al 100%). Questa legge potrà valere molto in futuro, in quanto porterà a un miglioramento delle condizioni di vita: dalla qualità dell'aria, alla riduzione delle emissioni di CO2 e di consumo di suolo. Non pensare però che il ripristino delle aree naturali significa riportare un luogo al suo stato "embrionale" senza che sia stato intaccato dall'uomo insomma. Il vero lavoro sarà quello di riqualificare luoghi naturali, rendendoli più resilienti all'azione antropica e soprattutto alla crisi climatica. Questa è la vera sfida della norma europea. Inoltre è stata inserita anche una clausola che prevede un interessamento anche per il verde urbano in città. Questo non potrà mai essere ridotto, ma solo implementato e migliorato laddove è già presente.
La Nature Restoration Law, poi, sarà vincolante per tutti i Paesi membri dell'UE e porterà le stesse Nazioni a indicare i propri fattori ambientali che dovranno essere maggiormente monitorati come: l’erosione o l’eccesso di fosforo dovuto all’uso di fertilizzanti. Con la legge approvata bisognerà trovare anche le soluzioni e applicarle per evitare di danneggiare le aree naturali.
Uniche note negative riguardano i territori in possesso di privati. Questi potranno aderire solo su base volontaria al ripristino di aree danneggiate. Ovviamente però l'Unione Europea ha previsto dei fondi (100 miliardi di euro per ogni Stato) che potranno essere richiesti e utilizzati per portare a compimento il progetto. Questo vuol dire che i proprietari terrieri non dovranno usare le proprie risorse economiche e quindi c'è speranza che questi, anche se su base volontaria, partecipino al ripristino.
Il testo originario prevedeva sanzioni per ogni singolo Stato nel momento in cui non si rispettava una "postilla" di tale legge. Attualmente queste sono state eliminate o alleggerite dai negoziatori. Cosa vuol dire? In pratica ogni singolo Stato, potrà scegliere se, come e quando agire su determinati argomenti legati al ripristino della natura. Un esempio? I pesticidi usati in agricoltura. Infatti a livello politico, il Partito europeo dei popolari, sempre contrario alla Nature Restoration Law, ha ribadito più volte che una modifica sarebbe stata necessaria affinché tale legge non minacciasse il lavoro degli agricoltori.