Il popolo degli Yanomami viene salvato da Lula, cacciati i cercatori d’oro

Una vera e propria emergenza sanitaria, terre strappate e popolo indigeno sfruttato. In Brasile adesso il nuovo presidente Lula ha iniziato a sfrattare i cercatori d’oro illegali. Sei curioso di sapere di cosa sto parlando? Ecco la storia completa.
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Mattia Giangaspero 14 Febbraio 2023
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Ci troviamo in Brasile, nello Stato del Roraima che comprende alcune delle zone più rurali della foresta amazzonica. Qui, da quasi dieci anni, va in scena costantemente una lotta per conquistare il territorio, tra chi è nativo del posto e i "garimpeiros", i cercatori d'oro. La lotta, sia chiaro, la fanno proprio i "garimpeiros". Diventati circa 20 mila, hanno voluto invadere illegalmente quest'area dell'Amazzonia, molto vicina al confine con il Venezuela. Non pensare però che si tratti di un altro popolo indigeno. I cercatori d'oro provengono solitamente dalle regioni più povere del Brasile, come lo Stato di Maranhao, nel nord-est del Paese, ma non sono indigeni. Si spostano tra le varie regioni, attraversando la selva, si accampano sotto le tende, ma… Con il passare degli anni e con un giro d'affari economicamente esploso, in positivo per loro, hanno migliorato la qualità di vita, anche se a discapito dei popoli indigeni che, in quelle terre, abitano.

Sono diventati sempre più un gruppo di persone, anzi un gruppo di criminali organizzati e ben attrezzati, con armi, macchinari pesanti e usano i machete per farsi strada tra le piante. Ramificati, in questo nuovo territorio, al punto tale da essere provvisti di un elicottero, di un aereo e di un escavatore. Dei, veri e propri minatori di frodo, il cui business prevede la distruzione di un ambiente sacro per il nostro Pianeta. Questo perchè, in quell'area, nel sottosuolo, sono nascosti giacimenti di preziosi minerali.

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La sofferenza delle terre degli Yanomami

L'area del popolo degli Yanomami è un'area nel cuore della foresta, grande come il Portogallo, e che ospita oltre 28 mila nativi. Sono esattamente 100mila chilometri quadrati in cui, negli anni, sono stati disposti e costruiti oltre 400 villaggi. E tutto questo stava per essere completamente distrutto. Il "lavoro" di questi cercatori d'oro era quello di estrarre i minerali dal sottosuolo, inquinando fiumi, abbattendo alberi, facendo fuggire gli animali. Il compito per loro era chiaro: ottenere l'oro. E per farlo, arrivavano in queste terre provvisti anche di mercurio. Un elemento che allo stato volatile è altamente inquinante per le acque e con le piogge, i fiumi esondano, le acque contaminate entrano in contatto con il suolo e le falde acquifere. L'ecosistema viene così devastato e la salute di coloro che sono in contatto con quelle aree risulta compromessa.

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Garimpeiros vs Yanomami: "Un genocidio"

Molti degli indigeni espulsi dalle loro terre hanno iniziato ad avvertire sintomi di avvelenamento, oltre ad altre infezioni, malaria e denutrizione. Un rapporto pubblicato dal ministero brasiliano della Salute rivela che i minatori illegali hanno invaso e smantellato con la forza, anche 4 centri medici operativi in questo vasto territorio. Così facendo, nella città di Boa Vista,  sono stati trasferiti i casi più gravi: circa 700 Yanomami. Pensa un numero tre volte superiore alla capacità di quel centro. Tra i più vulnerabili, i bambini al di sotto dei cinque anni. Sono però anche morti ben 570 Yanomami, proprio a causa di queste patologie che tranquillamente potevano essere evitate. Dopo aver visitato personalmente la zona insieme ai suoi ministri, il presidente brasiliano Lula aveva espresso un suo pensiero, paragonando quanto stava accadendo agli Yanomami a un “genocidio”. La sua promessa in campagna elettorale, quindi prima di diventare presidente, era quella di intervenire al più presto.

Così è stato. Qualche giorno fa, Lula ha condotto una massiccia operazione in cui sono stati coinvolti l’Ibama, il dipartimento per gli affari indigeni Funai e le forze nazionali di pubblica sicurezza. “Oltre a urgenti cure sanitarie, la cosa di cui abbiamo più bisogno è la protezione permanente e totale della nostra terra. Ciò che è accaduto non deve ripetersi mai più”, ha dichiarato il leader indigeno Davi Kopenawa YanomamiSurvival International, organizzazione che da decenni si batte per i diritti dei popoli nativi.

Venerdì 10 febbraio è stata effettuata una delle più grandi operazioni contro questi cercatori d'oro. Polizia ed esercito sono arrivati, (erano circa 100 agenti) hanno fatto irruzioni, hanno smantellato i vari insediamenti, hanno bruciato l'aereo a disposizioni dei "garimpeiros". Si è trattato di un intervento che va visto, non come operazione di ordine pubblico, ma come un tentativo di arginare un genocidio.

La cattura dei Garimpeiros, le terre sono libere

Un'operazione che però potrebbe durare mesi. Infatti, il governo federale del Brasile ha da un lato ufficializzato lo stato di emergenza sanitaria per gli Yanomami e dall'altro lato bloccato lo spazio aereo sopra la zona di foresta attaccata, così per impedire ai "garimpeiros" di ottenere nuovi rifornimenti e armi.  È intervenuto sul posto anche il ministro della Difesa Jose Mucio Monteiro e i comandanti delle forze armate sono arrivati nello stato di Roraima per supervisionare e l'operazione e dare assistenza agli altri agenti presenti già sul territorio.

https://youtu.be/XJPH7tJob1E