Protegge da una forma aggressiva di Covid-19, tiene a bada le sferzate della pandemia, offre protezione anche contro le varianti. Questo sì.
Ma il vaccino anti-Covid non causa contagi o aborti, non dà origine alle varianti e non ti fa venire la trombosi.
Queste, come molte che già ti avevamo raccontato, sono soltanto fake news. Bufale che potrebbero circolare anche sulle tue bacheche social e sulle chat e da cui non sempre è facile smarcarsi.
Colpa della paura di un virus sconosciuto e prepotente, della frustrazione per una normalità a lungo tenuta in ostaggio.
Le notizie false asfissiano ogni tema, specialmente se delicato, e la cattiva informazione o la poca coscienza civile e sociale non hanno risparmiato nemmeno i vaccini.
L’Istituto Superiore di Sanità ha così aggiornato il proprio vademecum, in modo da offrire a tutti uno strumento di conoscenza facile e autorevole.
Perché il boomerang, in questo caso, può diventare davvero controproducente. Se dilagasse forte la sfiducia rischieremmo di mettere i bastoni tra le ruote a un processo che ci ha portato a poter viaggiare in sicurezza in Italia e all’estero, a fare le vacanze, a tornare nei ristoranti e nei bar.
Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson. Ciascuno di questi vaccini ha superato tutti i passaggi della sperimentazione necessari per l'autorizzazione all'immissione in commercio. Non ne hanno saltato nemmeno uno.
Che siano entrati in gioco in tempi rapidi è vero, l’emergenza sanitaria globale richiedeva una risposta urgente. Ciò però non significa che non si conoscano i loro effetti a breve e lungo termine e che dunque non siano sicuri.
Il sistema di farmacovigilanza che ha monitorato la nascita dei vaccini contro Sars-CoV-2 è lo stesso di tutti gli altri farmaci e vaccini già approvati e noti.
Dalla seconda metà del 2020 sono stati autorizzati studi su decine di migliaia di persone di diversa età e le segnalazioni di possibili eventi avversi temporalmente connesse con la vaccinazione da parte delle agenzie regolatorie nazionali e internazionali vengono analizzate e approfondite costantemente.
Se si sospettasse di una correlazione diretta e causale tra un evento avverso e la vaccinazione, verrebbe subito aggiornato l’elenco delle reazioni avverse descritto nelle schede informative dei vari vaccini.
Spesso dai suoi detrattori avrai sentito dire che il vaccino anti-Covid è un farmaco sperimentale, che questo è un grandissimo esperimento e che tutti noi non siamo altro che delle cavie.
Facile dire che si tratta di una bufala. I processi di sviluppo di questi vaccini, come ti ho spiegato poco prima, sono andati più in fretta di quanto sia mai successo per altri farmaci ma al momento della loro autorizzazione da parte dell’Ema erano state percorse tutte le stesse tappe dell’iter di sperimentazione previste per gli altri vaccini in commercio.
È chiaro quindi che non si tratta di vaccini sperimentali ma di farmaci preparati regolarmente e immessi in commercio dopo aver completato l’iter che ne ha certificato la qualità, la sicurezza e l’efficacia.
Un’altra delle bufale che girano un po’ ovunque è quella che vede i vaccini come responsabili diretti dell’infezione da Sars-CoV-2.
La fake news ha preso piede dal fatto che i vaccini oggi utilizzati in Italia si basano sulla tecnologia a mRNA (come Pfizer-Biontech e Moderna) e su quella a vettore virale (come AstraZeneca e Johnson & Johnson).
“Ecco, ci iniettano il virus da cui cercano di proteggerci” dice qualcuno. No, non funziona affatto così.
Nessuno dei vaccini utilizza il virus vivo e quindi infettante. Entrambe le tecnologie sfruttano informazioni virali per introdurre nel tuo organismo le istruzioni con cui il sistema immunitario produce frammenti della proteina che il virus usa per agganciare la cellula.
In questo modo viene stimolata la risposta immunitaria che porta così all’attivazione dei linfociti e alla produzione di anticorpi.
Sviluppare il Covid-19 dopo la vaccinazione è possibile. Ma può avvenire solo per un’infezione naturale contratta indipendentemente dal vaccino.
Riguardo a questo punto, più che smentire notizie sbagliate o false, è bene fare chiarezza.
Sì: può succedere che una persona vaccinata possa comunque infettarne un’altra. Anche se l’efficacia del vaccino è molto alta non raggiunge comunque il 100%, come per tutti i vaccini esistenti. Si possono verificare dunque i cosiddetti "fallimenti vaccinali".
Inoltre, devi ricordarti che puoi ritenerti immunizzato solo dopo una settimana, almeno, dal completamento del ciclo vaccinale.
Detto questo, la vaccinazione anti-Covid non è in dubbio. Serve, funziona ed è efficace. Raggiungere un alto livello di copertura nella popolazione significa minimizzare il rischio di trasmissione tra individui suscettibili all’infezione.
L’Iss, infatti, ha ricordato che i dati provenienti dai paesi con una campagna vaccinale avanzata, tra cui anche l’Italia, hanno dimostrato che il vaccino protegge dalle conseguenze peggiori della malattia (dal ricovero al decesso) oltre 9 persone ogni 10 vaccinate.
La vaccinazione, poi, è in grado anche di ridurre la capacità di infettare dei vaccinati.
Sui vaccini domina la trasparenza. I dati della farmaco-vigilanza sono pubblici e l’Aifa, così come l’Ema, pubblica periodicamente il resoconto con le segnalazioni di sospetti eventi avversi. Li puoi trovare qui.
Non è così. Al momento non c’è alcuna evidenza scientifica su un potenziale effetto negativo dei vaccini sulla fertilità maschile o femminile. Sulla somministrazione del vaccino in gravidanza ad oggi non sembrano esserci particolari controindicazioni.
Come ti abbiamo raccontato, le osservazioni arrivate soprattutto dagli Usa o dalla Spagna non hanno rilevato un aumento di rischio per madri e neonati e anzi, raccomandano il vaccino in gestazione. In Italia per ora mancano linee guida specifiche a livello nazionale e per il Ministero della Salute, al momento, “non è controindicato”.
Dopo i casi mortali, come quelli legati al vaccino AstraZeneca, si è diffusa la paura che questi farmaci possano causare trombosi e miocarditi.
Come ti abbiamo detto più volte, tutti i farmaci e i vaccini possono avere effetti collaterali. Queste due patologie, che sono anche tra quelle causate dall’infezione da Sars-CoV-2, sono riportate dalle Agenzie regolatorie come rari effetti avversi della vaccinazione.
“Proprio per la loro estrema rarità – spiega l’Istituto Superiore di Sanità – questi effetti lasciano comunque il rapporto benefici-rischi a favore dei primi, come rilevato da tutte le agenzie regolatorie internazionali”.
Anche in questo caso serve fare chiarezza. Perché la vaccinazione è un atto medico e prevede perciò la firma di un consenso informato.
Questo però non è un modo con cui medici e produttori voglio evitare le responsabilità lavandosene le mani. Si tratta di una procedura standard necessaria affinché chi si vaccina sappia che la vaccinazione porta con sé benefici e anche rischi. Come tutti i farmaci.
È vero che nelle fasce più giovani il rischio di sviluppare un'infezione sintomatica e grave è più basso rispetto agli adulti. Ma il Covid-19 esiste anche per le fasce dagli 0 ai 20 anni.
Dall’inizio della pandemia al 17 luglio 2021, per esempio, ci sono stati 28 decessi.
Il vaccino serve anche in questa fascia di popolazione, per limitare la circolazione del virus a livello generale e proteggere i soggetti più fragili.
Il vaccino non interviene sulla natura del virus. Una spallata alle teorie complottiste arriva anche dal fatto che le varianti in circolazione in questo momento, compresa la “Delta”, sono state osservate la prima volta lo scorso dicembre, quando le campagne vaccinali erano solo agi esordi.
Le mutazioni di Sars-CoV-2 sono naturali conseguenze della sua replicazione. I vaccini servono a ridurne la circolazione e a limitarne quindi quindi la possibilità di mutazione.
Il virus non scompare. Forse con il caldo diminuisce la propria capacità diffusiva ma non si dissolve. La sua trasmissione è sicuramente facilitata dalla frequentazione degli ambienti chiusi ma può avvenire anche all'aperto, in caso di assembramenti. Ecco perché è necessario seguire e adottare le misure opportune. Tra cui anche vaccinarsi.
Fonte | Istituto Superiore di Sanità