La dieta universale che può salvare il pianeta: più frutta e verdura, meno zuccheri e carne rossa

La rivista Lancet ha pubblicato la dieta che potrebbe salvare il Pianeta. Non solo nutrirebbe la popolazione mondiale in modo sostenibile, ma ridurrebbe drasticamente i casi di decesso legati a malattie legate ad abitudini alimentari non sane. Basta raddoppiare il consumo di frutta e verdura e ridurre almeno del 50 per cento il consumo di zuccheri e carne rossa.
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Gaia Cortese 18 Gennaio 2019
* ultima modifica il 15/03/2021

Stai cercando una dieta che giovi alla salute, ma al contempo salvi anche il Pianeta? Non è cosa da supereroi. Basterebbe seguire la dieta universale presentata ieri a Oslo della Commissione Eat-Lancet e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet. Una dieta quindi non da strillo di una qualsiasi rivista femminile, ma che si basa su criteri scientifici. Si dà il caso, infatti, che la commissione, finanziata dalla Fondazione Eat della coppia di miliardari norvegesi Petter e Gunhild Stordalen, possa contare sui massimi esperti di nutrizione e sostenibilità, dal professore di Harvard Walter Willett all'inventore del “chilometro zero” Tim Lang, tutti provenienti da autorevoli università sparse in tutto il mondo e da organizzazioni come Fao e Oms.

La dieta universale

La dieta avrebbe l’obiettivo di nutrire in modo sostenibile una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone nel 2050, evitando fino a 11,6 milioni di morti l'anno dovuti a malattie legate ad abitudini alimentari poco salutari. In pratica si tratterebbe di raddoppiare a livello globale i consumi di frutta, verdura, legumi e noci e ridurre di oltre il 50% quelli di zuccheri e carne rossa entro il 2050. Più nello specifico, la dieta universale prevede l'assunzione di 2.500 calorie al giorno, suddivise in: 230 grammi di cereali integrali, 500 di frutta e verdura, 250 di latticini, 14 di carni (bovine, suine e ovine), 29 di pollo, 13 di uova, 28 di pesce, 75 di legumi, 50 di noci, 31 di zuccheri (aggiunti e non).

Consensi e critiche

La dieta che salverebbe il Pianeta (e salvaguarderebbe la nostra salute) ha raccolto già diversi consensi, come quello di Greenpeace: "La rivista Lancet conferma le richieste di Greenpeace – ha commentato Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia -. Dobbiamo ridurre almeno del 50% la presenza di carne nelle nostre diete, del 70-90% in alcuni Paesi dell'Europa occidentale e del Nord America. Non è sicuramente una transizione semplice da realizzare, ma è un passo necessario dopo decenni di consumi eccessivi, in linea con l'accordo globale sul clima che dobbiamo rispettare per evitare gli impatti più devastanti dei cambiamenti climatici".

Ma come sono arrivati i consensi, sono arrivate anche critiche accese. E se l'Associazione Carni Sostenibili definisce la proposta "un'arma di distrazione di massa", neppure l'Associazione europea dei trasformatori di carne (Clitravi) ha ben accolto la nuova dieta universale, anzi. Secondo l’associazione lo studio di Lancet non solo "ripropone vecchi argomenti anti-zootecnia", ma "distorce dati a fini ideologici". Anche perché, sempre secondo l'associazione, "un volo di andata e ritorno da Roma a Bruxelles genera emissioni molto più elevate rispetto al consumo annuale di carne e salumi di una persona".

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