La fusione nucleare funziona e centra un altro successo da record: la fonte di energia illimitata e pulita è un po’ più vicina

Al Joint European Torus di Culham, nel Regno Unito, sono stati generati 59 megajoules di energia attraverso la fusione nucleare, la reazione che imita il processo energetico del Sole. Raddoppiato l’ultimo risultato ottenuto nel 1997. Così il futuro sostenibile con energia praticamente illimitata e senza emissioni è un passo più vicino.
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Kevin Ben Alì Zinati 10 Febbraio 2022

Siamo un passo più vicini al futuro. Quello in cui produrremo energia elettrica in modo sostenibile e pulito dimenticandoci di gas, carbone e delle emissioni di CO2.

Al Joint European Torus, l’impianto europeo di ricerca atomica situato a Culham, nel Regno Unito, i fisici e gli ingegneri sono riusciti a produrre 59 megajoules di energia attraverso la fusione nucleare.

Presso il più grande e potente tokamak attivo in tutto il mondo siamo riusciti a sfruttare il potere delle stelle e del Sole per ben 5 secondi – che per la fusione sono tantissimi – e a generare un livello di energia record, addirittura doppio rispetto ai 21,7 megajoules ottenuti nel 1997 sempre al JET.

Il risultato è il frutto di oltre due decenni di progressi e rappresenta un’importante “prova generale” prima dell’avvio della sperimentazione del progetto internazionale ITER, la versione più grande e avanzata del JET.

Tutto questo è avvento mentre il dibattito sull’atomo, specialmente in Europa, è al suo culmine, con il rinnovato interesse per il suo potenziale ruolo nella transizione energetica e le polemiche per la scelta della Commissione europea di includerlo (insieme al gas) nella Tassonomia come fonte “green”.

Un futuro sostenibile…

Il risultato ottenuto al JET è fondamentale. Il successo dell’esperimento è la conferma concreta che in una macchina ad hoc, il cosiddetto tokamak, possiamo davvero controllare la reazione di fusione nucleare e generare elettricità in maniera abbondante ed eco-sostenibile.

L’interno del JET, dove è avvenuta la reazione di fusione nucleare. Photo credit: Enea.

Non è banale perché la fusione è lo stesso processo energetico che alimenta il Sole e le stelle. Diversamente dalla fissione, dove gli atomi si dividono liberando energia termica, la fusione è una reazione atomica in cui atomi leggeri come l’idrogeno si fondono per formarne di più pesanti. Dalla loro unione si genera un altro elemento, l’elio, e si rilascia una grandissima quantità di energia sotto forma di calore.

Una volta che avremo imparato a innescarla e controllarla, questa reazione atomica sarà una fonte di energia elettrica praticamente illimitata, perché non avrà praticamente mai scarsità di combustibile dal momento che l’idrogeno si può estrarre dall’acqua, praticamente infinita sul nostro Pianeta.

Soprattutto però sarà energia pulita. La produzione di elettricità da fusione non emetterà emissioni, non produrrà scorie e avrà dunque un impatto ambientale limitatissimo. E come ci aveva spiegato il fisico dell’Enea Marco Ciotti sarà un processo intrinsecamente sicuro perché “una volta spenta, non c’è calore residuo, non si produce energia e quindi il reattore tende a raffreddarsi”.

… ancora un po’ lontano

Come hanno spiegato i ricercatori dell’Enea, che coordina la partecipazione italiana alle attività di EUROfusion, il risultato registrato al JET è pienamente in linea con le previsioni teoriche e rafforza le speranze del progetto ITER.

La reazione di fusione ottenuta al Joint European Torus ha generato complessivamente 59 megajoules di energia termica per un tempo di 5 secondi, raggiungendo una quantità di energia prodotta per secondo di circa 11 megawatt.

Sono numeri da record se paragonati a quelli registrati con l’ultimo esperimento di fusione, avviato nel 1997 e capace di generare “solo” 22 megajoule di energia termica e per un periodo tempo ancora più limitato.

C’è un però: per pensare a un impianto in grado di produrre energia attraverso la fusione servirà ancora del tempo. Secondo i tecnici, potremmo cominciare a pensarci per davvero solo dopo il 2050.

La fusione è sicuramente il futuro ma è una processo estremamente complesso sia da innescare che, soprattutto, da controllare.

Per far scontare e unire atomi leggeri di idrogeno servono temperature altissime, anche oltre i 150 milioni di gradi Celsius, quindi 10 volte la temperatura al centro del Sole e di conseguenza c’è bisogno di una struttura in grado di contenere tale reazione.

Qui entra in gioco il tokamak: un’enorme macchina sperimentale a forma di ciambella dove vengono prodotti il vuoto e un fortissimo campo magnetico necessari per tenere il plasma lontano dalle pareti della struttura e ricreare in modo controllato la fusione.

La macchina del JET. Photo credit: Enea.

Il successo di questo esperimento permetterà di migliorare e perfezionare ancora di più anche questa macchina.

Dopo l’accelerata degli scorsi giorni, con i 550 milioni di euro stanziati dall’Europa per la ricerca scientifica sulla fusione (ben 90 milioni all’Italia, il secondo Paese per finanziamenti, dopo la Germania), oggi abbiamo messo a segno un’altra decisa sgasata verso il futuro. Abbiamo ancora tanta strada da fare ma la meta, all’orizzonte, non è più solo un miraggio.