La Global minimum tax è legge: ecco perché l’Unione Europea tasserà le multinazionali

Si tratta di un’imposta sul reddito delle multinazionali che per il 2024 garantirà le coperture finanziarie del governo all’interno della manovra di bilancio, ma in futuro potrà servire per finanziare la transizione ecologica.
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Mattia Giangaspero 2 Gennaio 2024

Il governo italiano ha recepito con legge la direttiva europea di qualche anno fa (2022/2523) che indicava a ogni Stato membro di inserire una "global minimum tax'‘ per le multinazionali. E questa tassa fu presentata nella conferenza avuta dal governo Meloni sulla Nadef (la nota di aggiornamento alla legge di bilancio avvenuta a settembre). Adesso a partire dal 1 gennaio del 2024 entrerà in vigore nel nostro Paese, come anche in tutti gli altri Stati membri dell'Europa (politica) che hanno accettato la direttiva.

Sembra che il suo scopo iniziale da quest'anno sarà proprio quello di finanziare la manovra economica, visto che per 2/3 di essa si utilizzerà il deficit, mentre la restante parte, i profitti ottenuti proprio dalle grandi industrie.

In pratica ogni multinazionale dovrà pagare il 15% effettivo del reddito. La Global tax riguarderà le imprese con fatturato superiore ai 750 milioni di euro l’anno e che pagano oggi un’imposta inferiore all'aliquota adesso stabilita. Nel territorio Ue esistono infatti quattro Stati con aliquote inferiori a quella percentuale: Ungheria (9%), Bulgaria (10%), Cipro (12,5%) e Irlanda (12,5%). Proprio a Dublino, se ti ricordi, hanno registrato la propria sede europea diverse grandi aziende tecnologiche tra cui spicca Meta (che controlla Facebook, Instagram, Messenger e Whatsapp).

Oltre alla tassa sulle multinazionali confermata dal governo, recentemente si sta parlando anche della "tax the rich" ovvero della tassa sui grandi patrimoni che potrebbero in futuro (speriamo immediato) finanziare la transizione ecologica e sociale. Si tratta ancora però di un'iniziativa. E a parlarne per primo è stato Thomas Piketty –, attivista, politico e milionario che chiede di essere tassato, ed è promossa nel nostro Paese da Oxfam, Sbilanciamoci, Nens, Rosa rossa e Tax justice Italia.

Anche in questo caso la tassa avrebbe come obiettivo finale, al di là dell'aspetto etico, quello di recuperare risorse economiche fresche e senza deficit. Entrambe le tasse porterebbero guadagni ai singoli Stati che poi potrebbero riutilizzarle per uno scopo altrettanto etico e di interesse sociale: "l'ambiente".

Non esiste ancora nessun provvedimento legato alla Global minimum tax che obbligherebbe i governi a utilizzare i fondi per la transizione ecologica. C'è da dire però che questi garantirebbero una copertura quasi completa, anno per anno, a livello economico, per salvaguardare la biodiversità della natura, per promuovere riqualificazioni energetiche, per attuare politiche attive contro il dissesto idrogeologico e consumo di suolo e per riammodernare tutte le infrastrutture idriche che a oggi, soprattutto in Italia, fanno perdere circa l'80% d'acqua.

Fonte |Parlamento europeo