La nuova campagna del governo contro le droghe non è credibile: ecco perché non convince

Un nuovo spot antidroga realizzato dal governo per disincentivare il consumo di cannabis è finito al centro delle polemiche sui social: tantissimi gli utenti che lo hanno criticato anche in modo piuttosto sarcastico. L’argomentazione alla base “dalla cannabis alle droghe pesanti è un attimo” non convince e soprattuto non piace. Ecco perché.
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Maria Teresa Gasbarrone 22 Novembre 2023
* ultima modifica il 22/11/2023

In fatto di campagne antidroga l'attuale governo sembra proprio non indovinarne una, almeno stando alle reazioni di quelli che dovrebbero essere i primi destinatari, ovvero gli adolescenti.

Così dopo il "Tutte le droghe fanno male, bravi fatelo girare" di Roberto Mancini nello spot di inizio giugno, il governo è tornato a sensibilizzare – o almeno ci ha provato – i ragazzi sull'uso della cannabis con un nuovo, breve spot.

Nel breve video, di circa 30 secondi, realizzato da Dipartimento per le politiche antidroga e dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria, un bambino si avvicina a un adolescente cha appoggiato al muro si prepara una canna.

Il nuovo spot anti droga

"Guarda che ti fai male, poi è un attimo che passi ad altre droghe", dice il saggio bambino all'adolescente ribelle, che gli risponde "E te che ne sai?". A quel punto il bambino risponde: "L'ho visto con i miei occhi. Tutte le droghe fanno male".

La campagna voleva negli intenti disincentivare i più giovani dall'uso di cannabis, ma lo fa con modalità e argomentazioni che sembrano poco credibili, soprattutto per i ragazzi e le ragazze a cui punta a rivolgersi.

"Ho visto la campagna pubblicitaria contro le droghe e ora ho voglia di farne uso nonostante non le abbia mai provate", e altri commenti anche molto più sarcastici e insieme polemici si rincorrono sui social, soprattutto su X.

La teoria del passaggio

Quella del passaggio automatico dalla cannabis ad altre droghe più pesanti è un'argomentazione ormai datata. Risale infatti alla cosiddetta "teoria del passaggio", la teoria nata negli anni '30 negli Stati Uniti quando il Federal Bureau of Narcotics promosse una campagna a favore del proibizionismo della cannabis, indicandola come la responsabile di diversi casi di dipendenza da narcotici.

Oltre a fondarsi su una teoria risalente ormai a un secolo fa e la cui fondatezza scientifica è stata negli anni più volte messa in discussione, questa campagna ha scatenato il sarcasmo degli utenti del web soprattutto per i toni paternalistici con cui affronta la tematica del contrasto alla droga.

Perché non è credibile?

È poco verosimile che un bambino come il protagonista della campagna istituzionale faccia proprie simili argomentazioni. Gli utenti del web hanno inoltre sottolineato come stoni la frase "L'ho visto con i miei occhi", pronunciata da un bambino, che poi taglia corto con un generico "tutte le droghe fanno male".

Lo spot si conclude con una voce fuori campo: "Ogni anno migliaia di persone vanno al pronto soccorso per patologie legate direttamente al consumo di droghe. Una su dieci è minorenne".

Tra toni paternalistici e informazioni poco dettagliate, che non aggiungono nulla in più rispetto a quanto una qualunque persona potrebbe dire sull'argomento: nessuna informazione scientifica su quali siano le conseguenze del consumo di cannabis, nessun dato a supporto della posizione del "poi è un attimo che passi ad altre droghe", nessun indicazione su chi poter contattare per chiedere supporto in caso di uso di droghe: difficilmente uno spot costruito in questa maniera sarebbe riuscito a raggiungere l'obiettivo per cui è stato pensato.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.