Bakasana, la posizione del corvo (o della gru, dato che la parola sanscrita baka si riferisce ad un volatile simile alle gru) non è tra le asana più semplici da praticare, per tale ragione te la consiglio se sei già un po’ pratico di hatha yoga o se sei uno sportivo allenato. Perché questo avvertimento? Perché cimentandoti troppo presto negli esercizi yoga più complessi – magari perché preso dall'entusiasmo dei principianti – rischi di demoralizzarti se non riesci subito ad eseguirli, e quindi di abbandonare questa meravigliosa disciplina pensando che “non sia per te”.
Al contrario, proprio perché graduali, gli esercizi di hatha yoga, lo yoga della longevità e della salute, sono adatti a tutti. Se, invece, pratichi yoga da un bel po’ e le asana più semplici ormai le esegui in automatico, oppure non hai mai fatto yoga in vita tua, ma il tuo corpo è temprato da altre discipline sportive, ti presento bakasana, certa che non avrai difficoltà nell’eseguirla alla perfezione.
In sanscrito, la posizione del corvo è chiamata Bakasana che non è altro che l'unione di due termini: "Bak", che indica un uccello simile a una gru, e "Asana" che come sai, ormai, significa "posizione". Nonostante il riferimento sia alla gru, questa posizione è diventata famosa con il nome di posizione del corvo.
Il suo significato è particolare e interessante perché nella cultura tradizionale giapponese, la gru è il simbolo della longevità e della buona salute.
Bakasana è una delle posizioni yoga più efficaci per migliorare il tuo equilibrio, proprio come per altri versi o è la posizione dell’albero. Questo asana, inoltre, eseguito regolarmente, potenzia la muscolatura di braccia e gambe, che oltre a diventare più stabili, aumentano anche la loro forza e la capacità di presa. Per tale ragione si consiglia bakasana agli sportivi, per migliorare le loro performance soprattutto in atletica o se la disciplina sportiva praticata comporta l’uso di attrezzi.
La posizione di partenza è accovacciata: le braccia fra le gambe, le ginocchia toccano l’addome, la è schiena arrotondata a guscio di tartaruga.
Inspirando, appoggia bene i palmi al suolo. Espirando stringi le gambe verso il centro del corpo come a creare un solido compatto e spingi il busto in avanti mentre punti le cosce verso gli avambracci, in modo da tenerti in equilibrio. Contemporaneamente solleva il bacino verso l’alto e alza i talloni da terra in modo da poggiare solo con la parte anteriore dei piedi.
Dolcemente solleva i piedi, prima l’uno poi l’altro fino a raggiungere una posizione stabile. Piega leggermente i gomiti, contrai i muscoli addominali, apri le scapole e appunta il tuo sguardo in avanti, verso l’orizzonte. Mantieniti in questa posizione di equilibrio respirando normalmente per 5 secondi minimo.
A questo punto, devi riportati alla posizione iniziale accovacciata espirando e poggiando un piede alla volta. Ripeti questo asana per un massimo di 5 volte. Inizialmente, però, fallo solo una volta e solo quando sarai in grado di eseguire la posizione del corvo perfettamente, potrai rieseguirla più volte.
Come ti anticipavo all'inizio, la posizione del corvo non è tra le più facili dello yoga e per questo è facile incappare in qualche errore. Uno di questi, per esempio, è quello di tenere le mani in posizioni molli e passive quando invece dovrebbero restare in linea con le spalle così da evitare di accumulare troppo peso sui polsi.
Un altro errore è quando non riesci ad alzare tutti e due i piedi da terra. Parlo di errore perché la posizione li prevederebbe staccati dal suolo ma capisco che non è così facile e immediato per tutti. Puoi rimediare anche tenendo un solo piede sollevato e ricordandoti però di alternarli.
Fai attenzione anche ad allargare i gomiti verso l’esterno, piegandoli con un angolo di circa 90 gradi.
Articolo scritto da Paola Perria il 3 agosto 2018
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 20 marzo 2024)