La prima carne di anguilla allevata in laboratorio: perché la coltivazione potrebbe evitare il rischio estinzione

La pesca eccessiva sta mettendo a rischio questa specie d’acqua dolce, ma la coltivazione della carne di questo pesce potrebbe evitare una possibile estinzione.
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Francesco Castagna 22 Gennaio 2024

Sono sempre di più gli alimenti che la scienza sta provando a riprodurre in laboratorio, tramite la tecnica della "coltivazione". Questo perché con molta probabilità, almeno nel Mar Mediterraneo, gli effetti del riscaldamento globale stanno minacciando numerose specie marine. Uno scenario che, nel 2050, potrebbe portarci a variare sensibilmente le nostre abitudini alimentari. Cominceremo a mangiare sempre meno pesci che abitano le acque più fredde, come merluzzo, platessa e soglia, per far spazio a nuove specie di origine tropicale.

L'anguilla: una specie a rischio

Ma altri fattori antropici stanno minacciando la biodiversità delle specie marine, sia in mare che in acqua dolce. È il caso dell'anguilla, una specie che, se non lo sapevi, nasce soltanto nel mar dei Sargassi. In questo luogo avviene la loro riproduzione, prima di una migrazione che li porterà a raggiungere le acque dolci, marine e salmastre di varie parti del mondo. Da diversi anni però, le anguille europee sono in pericolo, tanto da essere state inserite nella lista rossa delle specie minacciate dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Tra le cause, come indicato dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (UICN), sembrerebbero esserci la sovrapesca, l'inquinamento e/o parassitosi. A differenza di altri pesci, infatti, l'anguilla viene pescata tutto l'anno anche per tradizioni culinarie particolari (il capitone si consuma abbondantemente quando arrivano le feste natalizie, ma fa parte anche della cucina di diverse aree europee). Inoltre, il cambiamento climatico e l'inquinamento da policlorobifenili (PCB) sembrano essere dannosi per le anguille, ma anche la presenza di dighe in moltissimi fiumi impedisce agli animali di risalire i corsi d'acqua, interferendo con le loro migrazioni e di conseguenza con il ciclo riproduttivo. Queste sembrerebbero essere le principali cause che hanno portato l'anguilla a raggiungere il triste traguardo del rischio estinzione.

L'anguilla coltivata in laboratorio

Per questo motivo alcune aziende nel mondo stanno cominciando a sviluppare sistemi alternativi, volti a riprodurre la carne di questa specie e, allo stesso tempo, non impattare sulla biodiversità.

Tutto era partito da Singapore, è il primo Paese ad approvare la commercializzazione di carne a base di cellule, per poi passare al mercato statunitense, fino a quello europeo. Sembra quindi che le macro-aree del nostro Pianeta si stiano muovendo verso una alimentazione più controllata e attenta ai cambiamenti che stiamo vivendo, dovuti anche all'aumento della temperatura terrestre.

Ora una startup, Forsea, ha provato a sviluppare una tecnologia differente rispetto a quella utilizzata per riprodurre altri pesci. Lo scopo di Forsea è quello di coltivare la carne di pesci appartenenti alla lista rossa IUCN delle specie minacciate.

Partendo dall'anguilla, la startup ha brevettato una tecnologia che consente alle cellule di differenziarsi e crescere autonomamente, seguendo lo stesso processo che avviene in natura. Le altre startup invece partivano da cellule staminali, che poi venivano differenziate in un secondo momento.

In questo caso invece sono stati creati organoidi da cellule staminali che crescono e si differenziano in cellule commestibili in modo indipendente. "Sfruttando i metodi di formazione dei tessuti della natura, consentiamo la differenziazione e la crescita naturale delle cellule", spiega Forsea.

Perché la coltivazione della carne può evitare l'estinzione delle specie

La risposta al perché delle tecnologie, volte a riprodurre la carne in questo modo, saranno utili a evitare l'estinzione delle specie attualmente a rischio ce la danno alcuni dati:

  • negli ultimi decenni (25 anni), secondo l'Agenzia europea dell'Ambiente, le anguille hanno subito un drastico calo del 90-95%
  • solo il 7.7% delle aree marine in tutto il mondo è protetto
  • sono più di 700 in tutto il mondo le specie marine commestibili a rischio estinzione

Fonte| IUCN; Forsea; Red List IUCN;