La prima piattaforma del biometano in Italia: industria, agricoltura e utilities uniti per l’energia green

Il documento firmato durante l’edizione 2017 di Ecomondo, la fiera dell’economia circolare, fissa i suoi obiettivi al 2030 e chiede al governo di rivedere i tempi di rilascio degli incentivi per le rinnovabili. L’Italia, prima in campo di energia solare, si candida a superare gli altri Paesi anche con il biometano.
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Giulia Dallagiovanna 6 Novembre 2018

Primi nella produzione di energia solare, secondo per l'utilizzo di biogas. Forse non te ne sei mai reso conto, ma quando si parla di energie rinnovabili, l'Italia sale spesso sul podio. E i buoni propositi per il futuro proseguono in questa direzione: alla prossima edizione di Ecomondo, la fiera dell'economia circolare, che si terrà a Rimini a partire dal 6 novembre, si parlerà di nuovo della prima piattaforma tecnologica nazionale del biometano.

Presentata lo scorso anno, la piattaforma voleva essere un punto d'incontro fra diversi mondi: l'industria, i trasporti, l'agricoltura, i servizi e le associazioni ambientaliste, fra cui Legambiente. Ognuno di questi può partecipare e beneficiare della produzione di biogas. Gli oltre 1.500 impianti già in funzione sul nostro territorio, sono alimentati per l'80% da rifiuti agricoli, come liquami e residui della lavorazione dei prodotti, e per il restante 20% da scarti solidi urbani, i fanghi di depurazione e il biogas che si forma nelle discariche.

Il biometano prodotto può poi essere utilizzato come carburante per i trasporti urbani o per le macchine agricole e contribuire a coprire il fabbisogno energetico delle fabbriche. Il tutto senza liberare altro carbonio stoccato nei giacimenti di combustibili fossili, il che significa che non viene immessa nuova anidride carbonica nell'aria. Al momento, all'interno del panorama europeo, l'Italia è superata solo dalla Germania nella produzione di biogas, anche se per quanto riguarda il biometano si contano non più di sette impianti specializzati. Il che potrebbe essere uno svantaggio, dato che l'Unione europea vede in questa fonte rinnovabile una delle principali soluzioni per contrastare il cambiamento climatico.

Così, nasce l'idea della Piattaforma che è, di fatto, un documento. La messa in pratica di tutti i punti del programma è coordinata dal Consorzio italiano compostatori (Cic) e dal Consorzio italiano biogas (Cib). Le altre firme sono sette e i nomi sono importanti: l'Associazione nazionale industriali del gas (Anigas), l'Associazione nazionale delle imprese distributrici di metano (Assometano), la Confagricoltura, l'Associazione delle imprese di servizi ambientali (Fise-Assoambiente), Legambiente, le aziende che operano nel settore dei carburanti eco-sostenibili per i trasporti raggruppate in Ngv Italy,  le imprese che lavorano nei campi di acqua, ambiente ed energia riunite in Utilitalia.

Credits: da pagina Facebook di Ecomondo

Insomma, nessuno sembra essersi tirato indietro. L'anno decisivo sarà il 2030, quando bisognerà verificare se sono stati raggiunti tutti i risultati promessi, a partire dall'immissione in rete di una porzione minima del 10% di biometano rispetto a tutta la quantità di metano prodotta e dall'ideazione di un sistema che promuova la capacità delle imprese agricole e degli impianti di compostaggio di sequestrare la CO2 in atmosfera.

Ma un aiuto deve venire anche dal mondo politico, con la revisione dell'intervallo di tempo per l'accesso agli incentivi, che al momento sono spalmati su 24 anni. Troppi, per potere mettere in pratica progetti ambiziosi che portino a un cambiamento concreto.