Le aziende petrolifere sostengono di voler ridurre le loro emissioni di CO2: sarà vero?

Secondo uno studio realizzato dalla Transition Pathway Initiative, le dichiarazioni fatte dalle grandi società del settore dei combustibili fossili sull’impegno a rispettare gli obiettivi climatici fissati dall’Accordo di Parigi sono sopravvalutate. In realtà, nessuno dei piani di riduzione delle emissioni delle sei aziende europee prese in esame è in linea con uno scenario di riscaldamento globale sotto i 2 gradi centigradi.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Federico Turrisi 13 Maggio 2020

L'industria dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) è quella tra le più impattanti in termini di emissioni di gas a effetto serra. Tant'è vero che, se vogliamo cercare di mitigare gli effetti del riscaldamento globale, l'Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) ricorda come sia diventato estremamente urgente il passaggio a un'economia mondiale il più possibile  decarbonizzata.

Per citare un esempio, con il Green New Deal l'Unione Europea si è posta come obiettivo quello di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050. Le grandi aziende petrolifere e del gas europee come si stanno comportando in questo senso? La Transition Pathway Initiative (Tpi), iniziativa globale indipendente guidata dagli investitori che valuta la preparazione delle aziende alla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, ha condotto un'indagine su sei società europee: Shell, British Petroleum, Repsol, Total, OMV ed Eni.

Dall'analisi emerge che Shell e l'italiana Eni hanno i piani più ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Tuttavia, gli autori dello studio sottolineano che nessuna delle compagnie esaminate è in linea con l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi rispetto all'era pre-industriale. Insomma, per quanto l'industria del fossile si dimostri più attenta alla questione climatica, alle parole non sembrano seguire i fatti in maniera del tutto coerente.

Fonte: Transition Pathway Initiative

La ricerca del Tpi mette in evidenza che tutti i piani valutati dipendono in una certa misura dalle tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) e da soluzioni nature-based, come piantare nuovi alberi. Nel documento si legge inoltre che per rimanere intorno ai +2°C una società media europea che si occupa di gas e petrolio dovrebbe ridurre le emissioni di oltre il 70% tra il 2018 e il 2050 e che un allineamento a uno scenario di riscaldamento di 1,5°C significa sostanzialmente tagliare del 100% le emissioni nette entro il 2050. Ma da questi obiettivi tutte le aziende petrolifere, non solo europee, sono ancora piuttosto lontane.