Foreste di alghe marine

Le foreste di alghe giganti producono 500 miliardi di dollari ogni anno

Uno studio pubblicato su Nature Communications analizza le foreste di alghe giganti e fornisce una serie di dati e stime che potranno essere utili per mettere in pratica decisioni a tutela della salute dei mari.
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Roberto Russo 25 Aprile 2023

Magari quando pensi a foreste di alghe giganti ti viene in mente quella scena di Harry Potter e il calice di fuoco in cui una delle prove del Torneo Tre Maghi si svolge nelle acque del Lago Nero con enormi e spaventose alghe. Le cose non stanno così e i boschi di alghe, in realtà, sono molto importanti, sia per l'ecosistema che per l'economia.

Secondo un recente studio pubblicato su Nature Communications, i tratti di foreste di alghe che crescono lungo le coste del mondo generino una media di 500 miliardi di dollari all'anno. Secondo le analisi, nello specifico, le foreste di alghe sono almeno tre volte più preziose per l'alimentazione e il pianeta di quanto si pensasse in precedenza.

Lo studio

Lo studio in questione, che ha valutato il contributo economico di sei tipi di alghe, ha calcolato che queste foreste forniscono servizi per un valore compreso tra 465 e 562 miliardi di dollari all'anno a livello globale.

Gli autori dello studio ha analizzato una stima globale del potenziale ecologico ed economico di tre servizi ecosistemici chiave, ovvero la produzione ittica, il ciclo dei nutrienti e l'eliminazione del carbonio,  forniti da sei principali generi di alghe che formano foreste (Ecklonia, Laminaria, Lessonia, Macrocystis, Nereocystis e Saccharina).

"Ciascuno di questi generi – si legge nel report – crea un valore potenziale compreso tra 64.400 e 147.100 dollari/ettaro ogni anno. Collettivamente, generano tra i 465 e i 562 miliardi di dollari all'anno in tutto il mondo, con una media di 500 miliardi di dollari”.

Da dove derivano queste somme?

Tali valori sono trainati principalmente dalla produzione ittica e dalla rimozione dell'azoto. Ma non è da trascurare nemmeno la capacità delle foreste di alghe di catturare 4,91 megatoni di carbonio dall'atmosfera all'anno, evidenziando il loro potenziale come sistemi di carbonio blu per la mitigazione dei cambiamenti climatici.

L'idea dello studio è quella di fornire una serie di dati attendibili sì da poter facilitare le decisioni sulla gestione e la conservazione dell'ambiente marino. Come nota il dottor Aaron Eger, scienziato marino presso l'Università del Nuovo Galles del Sud a Sydney, Australia, coautore dello studio: “Al di fuori dei tropici, le foreste di alghe sono davvero l'habitat (costiero) dominante. Sono il filo conduttore degli ecosistemi marini”.