
Il guaranà è una pianta originaria dell'Amazzonia ed è comunemente coltivato per i suoi frutti e per i semi ricchi di caffeina. E proprio per questo motivo dovrebbe essere consumato con moderazione.
Il guaranà (nome scientifico Paullinia cupana) è un vitigno della foresta pluviale che cresce nella regione amazzonica del Brasile. Questa vite ha grandi foglie e produce grappoli di fiori. Produce anche piccoli frutti che hanno all'incirca le stesse dimensioni di un chicco di caffè e variano di colore dal rosso al marrone. Il frutto contiene semi neri ricoperti da arilli bianchi, che conferiscono loro un aspetto unico che ricorda da vicino un occhio.
I semi sono molto ricchi di caffeina (quattro volte più del caffè) e, per questo motivo, sono spesso usati come additivo nelle bevande energetiche. La vite guaranà, infatti, è originaria del bacino amazzonico, dove proprio qui le popolazioni locali hanno a lungo sfruttato le sue proprietà stimolanti. Un missionario gesuita del XVII secolo notò che il guaranà dava ai membri di una tribù amazzonica così tanta energia, che durante la caccia potevano impegnarsi per giorni senza sentirsi affamati.
Il guaranà non contiene solo caffeina, ma anche antiossidanti, tra cui tannini, che secondo alcuni fanno rilasciare lentamente la caffeina nel guaranà, producendo un plateau energetico di lunga durata, saponine e catechine, sostanze vegetali che stimolano il sistema nervoso centrale. Pare contenere anche tracce di teobromina e teofillina entrambe chimicamente correlate alla caffeina; la teobromina si trova anche nel cioccolato e nel tè. Le proprietà e i benefici sono legati a questa composizione speciale, che riesce a dare energia e a ridurre la sensazione di stanchezza.
Il guaranà potrebbe anche migliorare le prestazioni mentali. Inoltre, la presenza di antiossidanti potrebbe aiutare a limitare l'ossidazione del colesterolo LDL, che si verifica quando viene danneggiato dai radicali liberi, che contribuiscono al restringimento e all'indurimento delle arterie, una condizione legata alle malattie cardiovascolari. Purtroppo, però questo al momento sono soprattutto teorie, che hanno bisogno di studi scientifici per essere confermate e convalidate.
È sicuro, però, che sia un valido rimedio naturale sia per la stitichezza che per la diarrea. Aiuta a promuovere la regolarità e lenire il disagio digestivo. La caffeina, infatti, aumenta il transito intestinale, mentre i tannini possono che l'acqua in eccesso venga espulsa nell'intestino per fermare velocemente la diarrea. È spesso usato anche come aiuto per la perdita di peso. In effetti, ci sono molti prodotti dimagranti a base di questa pianta.
Sono invece sicure le controindicazioni. Preso in eccesso, a dosi superiori a 250-300 mg, il guaranà può produrre sintomi simili a un'assunzione elevata di caffeina, tra cui: insonnia, ansia, palpitazioni, aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna e mal di stomaco. Se noti questi o altri effetti collaterali dopo aver consumato il guaranà, considera di ridurre il dosaggio o interrompere del tutto l'uso. Le donne in gravidanza dovrebbero limitare o evitare i prodotti contenenti guaranà. L'aumento del consumo di caffeina può essere collegato a un rischio più elevato di difetti alla nascita e parto pretermine.
Il guaranà è spesso contenuto in bevande energetiche o le bibite. Non è però l’unico ingrediente. Spesso. Questi drink sono ricchi di zucchero extra e altri additivi che possono essere dannosi per la salute. Se si assume un integratore di guaranà, attenersi a 50-75 milligrammi al giorno per massimizzare i potenziali benefici per la salute e prevenire effetti collaterali negativi.
I frutti e gli estratti di questa pianta non devono assunti insieme alle anfetamine, all’efedrina e alla cocaina. È inoltre bene fare attenzione all’assunzione combinata con adenosina, chinoloni, cimetidina, clozapina, dipiridamolo, disulfiram, estrogeni, fluvoxamina, litio, MAO inibitori, anticoagulanti e antiaggreganti, nicotina, fentobarbital, fenilpropanolamina, riluzolo, teofillina, verapamil, alcol, pillola anticoncezionale, fluconazolo, antidiabetici, mexiletina e terbinafina.
Fonte | Humanitas