L’inesorabile agonia della Marmolada: in un secolo il volume del ghiacciaio si è ridotto del 90%

Stando alle ultime rilevazioni effettuate dai glaciologi, l’arretramento medio del ghiacciaio della Marmolada è di oltre 6 metri rispetto all’anno scorso. La ritirata dei ghiacciai alpini è uno dei segni più evidenti degli effetti del riscaldamento globale, ma a preoccupare di più è la velocità con cui sta avvenendo questo fenomeno.
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Federico Turrisi 3 Settembre 2021

Il gigante di ghiaccio continua a soffrire, la sua è una lenta ma inesorabile agonia. Stiamo parlando del più importante ghiacciaio delle Dolomiti, quello della Marmolada. Che sia in ritirata è sotto gli occhi di tutti. Ma a preoccupare è soprattutto la velocità con cui il ghiacciaio si sta contraendo. Già, perché ogni anno che torniamo sull'argomento, il quadro delineato dagli scienziati appare sempre più sconfortante e non mostra alcun cenno di miglioramento.

"Nonostante la candida apparenza dovuta a precoci nevicate tardoestive e un'annata tra le più nevose degli ultimi trent'anni – afferma Mauro Varotto, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità e responsabile delle misurazioni per il Comitato Glaciologico Italiano – il ghiacciaio della Marmolada continua la sua inesorabile ritirata: le misure effettuate in questi giorni sui 9 segnali frontali registrano infatti un arretramento medio di oltre 6 metri rispetto allo scorso anno".

"Le misure si svolgono tradizionalmente andando a registrare la posizione delle fronti glaciali rispetto a dei segnali noti", aggiunge Aldino Bondesan, coordinatore delle campagne glaciologiche per il Triveneto e autore di indagini sullo spessore del ghiaccio mediante georadar assieme a Roberto Francese dell’Università di Pavia. "Accanto a queste, oggi vengono impiegate tecnologie all’avanguardia che consentono di esplorare l’interno del ghiacciaio e quindi determinare i volumi in gioco. Nel caso della Marmolada, quello che registriamo è che il volume perduto in cent’anni arriva quasi al 90%. È un dato estremamente significativo".

Come è risaputo, tra i principali responsabili della fusione (non scioglimento, attenzione) dei ghiacciai c'è l'innalzamento delle temperature medie legato al cambiamento climatico. Già lo scorso anno i glaciologi avevano prospettato per la Marmolada uno scenario a tinte fosche: di questo passo, al ghiacciaio non rimangono davanti più di 15 anni di vita.

Ed effettivamente con l'aggravarsi della crisi climatica la situazione della Marmolada (come di tutti gli altri ghiacciai alpini) sembra essere sempre più paragonabile a quella di un malato terminale. Come sottolineato a più riprese dagli esperti dell'Ipcc, ossia il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, bisogna ridurre le emissioni di gas serra subito per fare in modo di evitare nei prossimi decenni gli scenari climatici peggiori. Non c'è altra alternativa.