L’intelligenza emotiva: cos’è e come la puoi sviluppare

Esiste una capacità più importante della conoscenza e del ragionamento: è quella di saper comprendere le emozioni proprie e quelle altrui, per entrare in empatia con gli altri e stabilire relazioni positive. È alla base del successo e della soddisfazione nella vita personale e lavorativa. Vediamo allora di capire di preciso di cosa si tratta.
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Giulia Dallagiovanna 27 Gennaio 2019

Quando pensi all'intelligenza, sarai abituato a riferirti all'insieme di conoscenze e abilità di ragionamento che una persona possiede. Ma esiste un'altra componente fondamentale che per lungo tempo è stata ignorata: quella emotiva. Saper comprendere le tue emozioni e i tuoi sentimenti in modo chiaro ed entrare in empatia con quelli degli altri possono costituire una base molto importante per le tue scelte e le tue azioni.

Secondo Daniel Goleman, psicologo ed ex giornalista del New York Times che ha diffuso questo concetto in tutto il mondo grazie ai suoi libri, il test del Q.I. misura solo il 20% di tutta l'intelligenza di una persona. Saper gestire le emozioni è la vera arma per raggiungere i proprio obiettivi e ottenere successo in campo lavorativo e personale.

Cos'è l'intelligenza emotiva

Con il libro Intelligenza emotiva, pubblicato nel 1995, Daniel Goleman non inventò nulla, ma diffuse al pubblico di tutto il mondo un concetto che era già stato concepito attorno agli anni '30. Lo psicologo statunitense David Wechsler infatti puntualizzò già all'epoca che un test per misurare il quoziente intellettivo non serviva a nulla, se non si teneva conto anche della sfera emotiva della persona.

L'intelligenza emotiva non è altro che la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le emozioni proprie e altrui. Significa, in poche parole, essere in grado di tenere a freno un impulso perché si intuisce lo stato d'animo che ha spinto la persona che abbiamo di fronte a reagire in quel modo. Ma vuol dire anche capire di cosa l'altro ha bisogno, cosa sta cercando e come mettersi in relazione con lui.

Si possono distinguere cinque componenti:

  1. La consapevolezza di sé: la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni
  2. Il dominio di sé: la capacità di utilizzare i propri sentimenti, assecondandoli o frenandoli, per raggiungere un fine
  3. La motivazione: la capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all'azione
  4. L'empatia: la capacità di sentire gli altri entrando in contatto con loro
  5.  L'abilità sociale: la capacità di stare insieme agli altri cercando di percepire gli scambi che accadono tra le persone

Emozioni primarie e secondarie

Le emozioni non sono tutte uguali. Ma prima di tutto, cos'è un'emozione? Si potrebbe dire che è uno stato d'animo, un sentimento improvviso che porta piccole modifiche al tuo corpo come l'aumento dei battiti del cuore o le fitte allo stomaco, ma anche ai pensieri che si dirigeranno verso la paura, la rabbia o la sorpresa.

Ecco, quelle che ti ho citato sono emozioni primarie, ovvero innate dentro di te. Sono il bagaglio che ti è stato fornito alla nascita e che ti porti dietro per tutta la vita. Gioia, tristezza, disprezzo o disgusto sono comuni a tutti i popoli in tutte le zone del mondo.

Diverso è invece il discorso per le emozioni secondarie, che sviluppi e modifichi in base all'ambiente e al contesto sociale nel quale sei cresciuto. Mi riferisco a stati d'animo come allegria, vergogna, invidia, rassegnazione, ansia. La forma nella la quale si esprimono e le loro caratteristiche possono mutare in base al tuo Paese di provenienza.

Ecco perché sviluppare l'intelligenza emotiva non è così semplice come può apparire.

Lavorare con intelligenza emotiva

Pensa a un politico dotato di una grande capacità di intuire quali bisogni ha il suo elettorato e cosa ricerca, non solo a livello materiale, ma anche per quanto riguarda le emozioni e lo stato d'animo. Sarà in grado di impersonare proprio la figura che i cittadini stavano cercando, dando voce alla loro rabbia o alla loro voglia di riscatto, e il successo alle elezioni sarà quasi assicurato.

Hai capito ora quanto può essere importante l'intelligenza emotiva? Quando si entra in campo lavorativo, in realtà, ci si riferisce alla competenza emotiva, intesa come la capacità di un individuo di favorire relazioni positive e scambi comunicativi con gli altri, sviluppare le abilità di problem-solving e stimolare il pensiero costruttivo.

Esistono, nello specifico, una competenza personale e una competenza sociale:

  • La competenza personale è la capacità di conoscere se stessi, con i propri limiti e i punti di forza. Ma anche capire come ciascuna delle proprie emozioni influisca sul comportamento e scegliere quale assecondare e quale mettere a tacere.
  • La competenza sociale è invece la capacità di ascoltare e comprendere le esigenze e le emozioni altrui, in modo da creare legami collaborativi e favorire la costruzione del consenso attorno a sé.

L'intelligenza emotiva a scuola

Un insegnante dotato solo di intelligenza razionale, cercherà di inculcare un numero più o meno alto di nozioni nella mente dei propri studenti fino a quando questi non saranno in grado di ripeterle quasi a memoria. Per poi scordarle nel giro di pochi anni.

Ma se il professore o il maestro elementare ha sviluppato anche la propria intelligenza emotiva, cercherà di coinvolgere i ragazzi, lavorando con le loro emozioni e i loro interessi in modo che diventino parte attiva nel processo di apprendimento.

D'altronde prova a ricordare quando andavi a scuola: quali lezioni ti sono rimaste più impresse?

Come sviluppare l'intelligenza emotiva

Così come a scuola ti facevano ripetere le poesie per allenare la memoria, allo stesso modo anche l'intelligenza emotiva può essere sviluppata e potenziata. Per prima cosa, dovrai imparare a riconoscere le tue emozioni. Non solo dare a ciascuna il proprio nome, ma anche ampliare quello che si chiama linguaggio emotivo, ovvero "mi sento triste perché mi sento tradito da quella persona, perciò sono anche un po' frustrato e mi sento deluso e arrabbiato".

Una volta provato a far chiarezza, ti accorgerai di quanto è ampio il ventaglio di sentimenti che la tua mente può contenere. Dopodiché dovrai cercare di capire come gli altri reagiscono alle tue emozioni per individuare i tuoi punti di forza e quelli di debolezza.

Se ti accorgi, ad esempio, che il tuo problema è l'ansia, saprai di dover lavorare su quel lato del tuo carattere, magari iscrivendoti a un corso di meditazione o imparando alcune tecniche per gestirla.

Una volta capite a fondo le tue emozioni, ti sarà più semplice comprendere quello che provano le persone che hai di fronte ed entrare in empatia con loro. Ma è fondamentale che tu imponga a te stesso di mettere a tacere i tuoi istinti per ascoltarle attentamente e lasciar loro lo spazio per esprimersi. Ti accorgerai che è un esercizio più difficile di quanto sembra, perché siamo sempre tentati di far prevalere il nostro punto di vista.

Se hai un figlio, infine, cerca fin da subito di capire i suoi sentimenti e di aiutarlo a comprendersi meglio. Diventerà un adulto più empatico e, forse, anche più felice.