Manca la neve in montagna e ad Asiago si punta a costruire il primo Skidome italiano: quali sono i rischi ambientali?

Il direttore di una scuola di scii di Asiago, Carlo Arduini ha lanciato la proposta di costruire il primo skidome italiano, una struttura al chiuso dove poter sciare tutto l’anno e ci racconta come vorrebbe costruirla dal punto di vista energetico e quale sarà il suo impatto sul territorio.
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Mattia Giangaspero 22 Gennaio 2024
Intervista a Carlo Arduini e Giorgio Matteucci Direttore dell'Impianto sciistico Asiago e Direttore dell'istituto di Bioeconomia del Cnr

Quando parliamo di turismo invernale, di stagioni sciistiche, di week-end sulla neve o settimana bianca in realtà raccontiamo, in molti casi, delle mere illusioni, in cui tutti noi viviamo. Ti spiego meglio… Arriviamo in montagna per una vacanza sulla neve e anche se sappiamo tutti che nevica molto meno rispetto ad anni fa, comunque vediamo molti pendii spesso innevati. L'innevamento che sia completo o parziale ci porta a nascondere un problema che invece è presente, di cui dobbiamo parlarne molto di più di cui dobbiamo preoccuparci molto di più: "Non è vera neve". Dai dati di Legambiente infatti, il 90% delle strutture sciistiche utilizzano neve artificiale per far funzionare i propri impianti. Se le strutture sciistiche non innevassero artificialmente forse ci renderemmo conto della reale condizione delle nostre montagne in inverno. Ci renderemmo conto di ciò che vuol dire che lo zero termico sale di altitudine.

Infatti stando anche agli ultimi dati che riguardano le precipitazioni nevose, queste sono diminuite del 40% rispetto agli anni passati, sinonimo di un problema che continua a crescere sempre di più e che l'uomo con l'innevamento artificiale rischia anche di peggiorarlo. Visto che serve un metro cubo di acqua per produrre in media dai due ai due metri cubi e mezzo di neve artificiale e se si vivono anche periodi di estrema siccità il rischio di carenza di risorse idriche aumenta al massimo.

Siamo però partiti dalla situazione invernale attuale, per poi arrivare a parlare brevemente di neve artificiale, perchè il focus di cui vogliamo parlare adesso riguarda, trasversalmente, entrambi i temi. A inizio gennaio 2024 è arrivata la proposta di un direttore di una Scuola di Scii di Asiago, Carlo Arduini, di costruire il primo impianto da scii totalmente chiuso in Italia, in cui verrà utilizzata sempre neve artificiale per tutto l'anno. Questo servirebbe per salvare il turismo invernale in montagna? Quali sarebbero i rischi ambientali? Noi di Ohga abbiamo parlato direttamente con lui per capire che tipo di struttura ha in mente e come vorrebbe farla funzionare.

Lei aveva lanciato come proposta quella di costruire uno Skidome ad Asiago. Sarebbe la prima struttura di Scii al coperto in Italia, ma perchè è nata quest'idea? 

Le spiego… Noi ci troviamo in un piccolo comprensorio, che si chiama Kaberlaba ad Asiago e in sostanza si tratta di un comprensorio in cui sono presenti tante scuole di scii, ma chiaramente per colpa della crisi climatica e delle condizioni atmosferiche recenti, risulta sempre più difficile allenare gli atleti locali a livello agonistico e questi puntano a viaggiare anche fuori l'Italia per trovare centri sportivi più all'avanguardia. Da qui è nata l'idea di costruire anche nel nostro Paese il primo Skidome.

Vogliamo una struttura di supporto agli atleti, più che una struttura di attrazione sciistica.

Quindi se volessi andare io per sciare non potrei farlo giusto? 

No questo no… lei potrebbe venire comunque per sciare all'interno dello skidome, però la struttura se mai dovesse essere costruita sarà pensata per gli atleti e quindi avrà caratteristiche di pendenze, per esempio, da agonismo. L'intenzione non è quella di costruire un impianto turistico. 

Inoltre essendo la prima in Italia il pensiero non è rivolto solo agli atleti locali, ma anche di tutto il Paese. L'obiettivo quindi sarà quello di aiutare tutte le squadre agonistiche del settore. 

Ecco e in quest'ottica come pensate di muovervi? Nel senso che essendo la prima struttura in Italia vi vorreste muovere, per costruirla,  a livello locale, regionale o nazionale? 

Noi partiremo a livello locale con i progetti, ma certo che vorremmo arrivare a parlarne a livello nazionale, anche perchè chi riuscirà mai a costruire uno Skidome in Italia, avrà sicuramente la capacità di poter attrarre l'intero comparto dello scii agonistico italiano che adesso è costretto ad allenarsi in Germania, Lituania e Inghilterra.

La pista funzionerebbe tutto l'anno e dovrà rispettare tutte le caratteristiche richieste dalle piste agonistiche mondiali.

Se tutte le fasi di costruzione dovessero andare in porto, in quale anno si immagina che lo Skidome venisse completato?

Conoscendo la burocrazia italiana prima di 10 anni sarebbe impossibile. Però credo che presentando un progetto con costi contenuti e alti benefici a livello economico si possa procedere, o quantomeno iniziare a pensare di concretizzare l'opera. Se questa struttura dovesse essere redditizia e dovesse dare un aiuto notevole all'economia del territorio sarà un bene primario. Bisogna, invece, evitare assolutamente che diventi una nuova cattedrale nel deserto. 

Perchè punta a costruirla in Montagna? 

È vero che si tratta di una struttura che potrebbe essere costruita in tutti i territori italiani. Quindi sì, non deve per forza essere costruita in montagna, però è anche vero che proprio in montagna darebbe una grossa mano a tutti i lavoratori del settore che in questo momento possono essere in crisi nelle stazioni sciistiche a causa dei cambiamenti climatici. 

Avete scelto il punto esatto dove costruirlo? 

Allora… io sono un po' un sognatore, però le caratteristiche del luogo in cui lo vogliamo costruire sono favorevoli anche dal punto di vista ambientale, perchè vorremmo ripristinare una vecchia cava che si trova nella parte posteriore del monte intorno ai 1300 metri.

In che senso il luogo è favorevole dal punto di vista ambientale…?

Il punto esatto dove vorremmo costruirlo si trova a sud del monte di Kaberlaba e per questo motivo si potrebbe sfruttare a pieno l'energia solare con i pannelli da installare. E poi questa ex cava è molto vicina, circa 1km a un'altro opera molto importante che venne realizzata circa 10 anni fa, ovvero il depuratore che fornisce acqua pulita a tutto il territorio (circa 600 litri al secondo).  Ovviamente quest'opera viene già utilizzata per l'innevamento artificiale di tutte le piste esterne 

Quindi comunque l'interesse è quello di costruire una struttura che a livello energetico sia più sostenibile possibile. Però si tratta comunque di una struttura in aggiunta a quel che è presente sul territorio, quindi sarebbe ugualmente energivora…

Abbiamo pensato anche a questo e se posso dirle la verità l'idea è quella anche di far diventare la stessa struttura fornitrice del territorio di tutta l'energia accumulata.

Una sorta di centrale elettrica mascherata, per tutto il territorio. Ovviamente bisogna capire se tutto questo che le sto dicendo sia non solo fattibile, ma soprattutto se tutto questo sia sostenibile in un rapporto costi-benefici.

C'è una possibilità che lo Skidome non aumenti i consumi. Si porterebbero chiudere tutte le piste da sci con neve artificiale che ci sono all'esterno…

Questo non è purtroppo realizzabile, anche perchè la struttura non sarà grandissima, la lunghezza massima della pista dello Skidome sarà di 650 metri contro più di 1km di pendio all'esterno. Oltre poi al fatto, che come le ho detto prima lo skidome punta all'agonismo e per questo non può sostituire stazioni sciistiche per i turisti. Sarebbe quindi un'aggiunta.

Le faccio un'ultima domanda secca sulla questione Skidome. Dovesse andare tutto in porto: il processo di realizzazione dello skidome; il rapporto costi benefici positivo dal punto di vista economico, ma ci dovessero essere dei rischi a livello ambientale, lei pensa a volerla realizzare ugualmente? 

Se fosse una struttura energivora e dannosa per l'ambiente non verrà mai realizzata.

Prima del lato economico, l'obiettivo è rispettare il più possibile l'ambiente e quindi l'idea di fondo non è quella di creare uno Skidome stile Dubai.

L'analisi del Cnr sui rischi ambientali dello Skidome italiano

Dobbiamo fare tutte le premesse del caso, perchè non esiste ancora un disegno, un rendering, un progetto, un'analisi costi benefici. Quindi possiamo provare a fare deduzioni solo da quello che viene raccontato e per questo motivo anche con il Direttore dell'istituto di Bioeconomia del Cnr, Giorgio Matteucci, abbiamo provato a fare un'analisi generica sul tipo di struttura, che potrebbe essere quella di Asiago, ma potrebbe essere anche un'altra di un luogo x in futuro.

Direttore, dopo aver parlato quest'estate con lei del problema che Italia e Europa hanno, ovvero sempre meno precipitazioni nevose e sempre più utilizzo di neve nelle piste da sci, ci ritroviamo oggi a parlare di una… chiamiamola soluzione che gli addetti ai lavori hanno pensato.

Veramente lo Skidome è una soluzione? Non rischia di aumentare i danni a un ambiente come quello delle montagne che già soffre l'aumento delle temperature e l'eccessivo uso di neve artificiale? 

Il punto centrale è quello dell'energia, perchè tutti gli skidome esistenti nel mondo sono strutture energivore e di impatto limitato dal punto di vista di un ritorno turistico.

Quindi se l'idea è quella di realizzare questa tipologia di impianto per sopperire alla carenza di turismo, si rischia di sbagliare totalmente strategia.

Una soluzione reale invece, che preserva anche i cambiamenti climatici di cui la montagna soffre in questo momento, è quella di trovare altre strade per un turismo più sostenibile in montagna, diverso da quello attuale che punta ancora allo scii in massa. 

Tornando sullo Skidome c'è da dire che l'innevamento artificiale all'interno potrebbe durare un po' di più e non si dovrebbe continuare a sparare come nelle piste esterne, però a livello energetico bisogna tenere costantemente basse le temperature all'interno e quindi il consumo energetico ci sarebbe ugualmente.

 

Parlando però con chi ha lanciato la proposta è emerso che l'impianto, se si dovesse realizzare, verrebbe realizzato con fonti rinnovabili, quindi non ci sarebbe un problema…

Anche fosse la struttura in questione, o una ‘x' futura, alimentata dall'energia rinnovabile il problema è che si aumenterebbero i consumi per un impianto non strettamente necessario. Ogni consumo anche derivato dall'utilizzo di energia rinnovabile ha un impatto sul Pianeta e in futuro sappiamo già che aumenteremo i consumi per elettrificare i trasporti, le case, ma questi possiamo catalogarli come strettamente necessari. Uno skidome no…

Posso chiederLe però perchè un solo Skidome in Italia no e i tanti Palaghiaccio presenti in molte città italiane si? 

La differenza è che lo sport su ghiaccio è stato quasi da sempre uno sport praticato indoor. Per esempio, pattinaggio o Hockey in Italia è sempre quasi stato praticato in strutture chiuse. Lo scii di massa invece viene svolto principalmente perchè si sceglie di fare una vacanza in montagna.

Certo che poi che chi vuole può decidere di non svolgere più gli sport invernali perchè sono tutti energivori e non primari. A questo punto però si dovrebbero modificare le necessità e le attività primarie in generale.

Ora volevo provare con lei a fare un'analisi su una soluzione ipotetica. È ipotetica perchè nel caso dello Skidome ad Asiago non sarà così. Queste strutture potranno essere un alternativa all'innevamento artificiale nelle piste da sci esterne? 

Pensando a una chiusura definitiva di tutte le piste da sci ricoperte da neve artificiale, mi verrebbe da pensare che lo Skidome avrebbe un impatto minore, anche perchè con temperature simili a quelle attuali in futuro, si continuerà, nelle piste, sempre più a sparare neve artificiale ripetutamente, anche diverse volte a settimana, se le condizioni lo permetteranno.

Però tornando alla realtà, la questione è che in Italia abbiamo 6-7mila km di piste  e quindi non potrò mai creare 6-7mila km di Skidome per sopperire al problema, anche perchè non teniamo conto di un altro fattore che è il consumo di suolo. In più un altro elemento da tener in conto è che la neve sparata sulle piste all'esterno torna in circolo sotto forma di acqua quando si scioglie. Nel caso dello Skidome no o quanto meno non nelle stessa quantità. L'acqua che potrebbe fuoriuscire dalla struttura chiusa potrebbe addirittura essere considerata come acqua grigia, da trattare, che non torna direttamente al suolo.

Direttore a questo punto le farei un'ultima domanda. Una soluzione drastica al problema della carenza di neve non riusciamo a prenderla. Anche se sappiamo che basterebbe fermare l'attività sciistica, ci sono tante altre questioni che fanno banco e che possono essere sintetizzante in due parole "problema economico". Detto questo: Quale può essere una soluzione reale per lei? 

La soluzione è che non ci servono nuove piste, a me verrebbe da dire che non ci servono gli Skidome e soprattutto non ci servono innevamenti artificiali a quote molto basse. Quello che c'è attualmente è sufficiente. Poi come detto prima, bisogna promuovere altri tipi di attività in montagna