
Serve cominciare con questa foto per capire come Milano, in meno di 50 anni, abbia modificatoil sistema di mobilità privata in città e aspetta… Non finisce mica qui. Nei prossimi sette anni ogni tipo di mobilità, dalla leggera a quella tradizionale, cambierà ancora. Cambieranno i percorsi, le velocità, le zone dove poter usare le auto. Insomma la rivoluzione del capoluogo lombardo non si ferma solo a progetti e cantieri di edifici, case, verde e trasporto pubblico. Ci sono progetti anche per il cittadino, o meglio per i mezzi privati del cittadino. Infatti nel PGT 2030, aggiornato l'anno scorso, sono presenti tutti gli obiettivi del Comune di Milano sulla mobilità cittadina:
Orientamento della domanda di mobilità privata:
Rete ciclabile
Orientamento della domanda connessa alla logistica urbana
È giusto quindi partire dai dati attuali che indicano come ci sia stata già un'evoluzione nel corso degli ultimi anni con l'aumento di zone a velocità limitate, soprattutto dal 2019 in poi puoi vedere un'impennata. Sono aumentate anche le aree pedonali e anche se ancora di poco le aree dedicate alle piste ciclabili. Gli investimenti fatti dal Comune sulla mobilità rispondo a queste esigenze, della Giunta, di voler sempre meno auto in città. Secondo un report recente di Legambiente sulla mobilità viene indicato come Milano da inizio secolo, quindi ti parlo dal 2000 in poi, abbia visto una diminuzione all'interno della città del parco auto di oltre 100mila vetture, ma non solo. Sono cresciuti anche i residenti, 100mila nuovi abitanti della città.
Milano è già ai vertici europei per l’offerta di servizi di sharing mobility (auto, scooter elettrici, bici e monopattini) in città. Quel che può mancare è un'interconnessione tra tutto il parco di mezzi offerti, che però a questo punto dipende da altri fattori. Limitare la velocità, creare nuove piste ciclabili o di circolazione solo di vetture elettriche porterebbe benefici al concetto di sharing, in quanto le stesse strade sarebbero condivise da una rete mobile composta da auto, monopattini, biciclette e e-bike o motorini elettrici. Il sistema funziona nel complesso già bene, una critica può essere la scarsa diffusione a macchia d'olio, quindi su tutto il territorio, di più vetture o mezzi share, così che ci siano per chiunque voglia usufruirne e a qualsiasi orario.
Quando si costruiscono nuovi trasporti pubblici, ci si ferma e si incomincia a riprogettare gli spazi stradali che sono stati interrotti per molti anni dai lavori. Questo pensiero è direttamente collegato a quanto ormai da diversi anni accade a Milano con la nuova linea metropolitana, la M4. Da tempo i cantieri hanno bloccato diverse strade della città e a lavori conclusi della metro, le stesse strade saranno nuovamente percorribili. La domanda a questo punto è: "Sì, ma come saranno percorribili?" Nel Piano Quartieri del Comune di Milano 5 piazze occupate dalle talpe della M4 verranno ripensate e saranno totalmente pedonali. A lavori conclusi infatti ci saranno 70 nuovi alberi, 14.000 mq di area pedonale aggiuntiva, una nuova pista ciclabile su Corso Europa e la nuova piazza in Largo Augusto. Precisamente ecco le nuove cinque aree verdi e pedonali a Milano dal 2024:
Partiamo già da un dato di fatto, ovvero che dal 2025, precisamente dal 1° ottobre di quell'anno, le auto a benzina Euro 3 e Euro 4 e le auto a diesel Euro 6 non potranno più circolare. In seguito, dal 2030 la circolazione all’interno dell’Area B è vietata anche alle vetture a diesel Euro 6d Temp e Euro 6 D. Ulteriore dato di fatto: Un primo cambio radicale sulla mobilità privata a Milano potrebbe arrivare già il prossimo anno. Il Comune infatti ha approvato la norma sulla velocità 30 indicando come questo testo servi anche per disincentivare il trasporto in auto, soprattutto privato. A Milano si contano già quasi 300 km di strade a 20 o 30 km/h, ma per diventare davvero una “Città 30” a Milano mancano ancora altri 1.300 km di strade urbane (pari all’80% strade cittadine). Le strade 30, oltre a incentivare la mobilità ciclopedonale, sono poi indispensabili per ridurre la gravità degli incidenti stradali. Non si tratta solo, quindi, di applicare segnaletica e far rispettare divieti, ma di “disegnare” quartiere per quartiere, percorsi e strade per un abitare di prossimità, per la “Città a 15 minuti”.
Un sistema di ciclopolitana è uno degli obiettivi del Comune, obiettivo nel breve periodo però. Sì perchè in soli due anni Milano potrebbe avere 25 nuovi percorsi di piste ciclabili, dalla lunghezza di 70km. Tra le priorità c'è quella di collegare Pagano a Cadorna, Merezzate a Santa Giulia, ma non solo. C'è interesse anche di creare un percorso univoco lungo tutta la nuova linea blu, la M4. Si tratta del progetto "Biciplan Cambio" un ampio progetto della Città metropolitana che punta a collegare Milano con l'hinterland e i diversi Comuni tra di loro, attraverso una rete di 750 chilometri da completare entro il 2035.
Per il 2023 si pensa a completare l'itinerario che va da via Novara a Cadorna appunto, attraversando via Rembrandt, piazza Wagner e via Pagano. Per il 2024 si pensa, invece, di concludere percorsi che già vedono inserite nel contesto piste ciclabili. Un esempio è il completamento della circonvallazione che va da via Bellezza a piazza Argentina. Si parla anche di concludere la pista ciclabile che porta da Giambellino a Primaticcio e di costruirne una nuova in Piazza Napoli e in Piazza Siena.