Milioni di api continuano a morire a causa dei pesticidi. E la questione finisce in tribunale

Lo scorso agosto in una vasta area attraversata dal fiume Oglio (in Lombardia) oltre 200 alveari sono stati colpiti da un’impressionante moria di api, probabilmente per via degli insetticidi usati sui campi di mais e soia. Gli apicoltori hanno depositato una denuncia contro ignoti presso la Procura della Repubblica di Brescia e di Cremona: le ipotesi di reato sono inquinamento ambientale e danneggiamento.
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Federico Turrisi 5 Novembre 2020

Che le api e gli altri insetti impollinatori stiano pagando il prezzo più alto per l'inquinamento provocato, sotto forma di pesticidi, fertilizzanti sintetici e altre sostanze chimiche, da un modello di agricoltura intensiva che non rispetta l'ambiente non è certo una novità. Ma le dimensioni che ha assunto la moria di api dello scorso agosto in Lombardia fanno davvero paura. Ripercorriamo i fatti. Come evidenzia una nota di Greenpeace, la contaminazione sarebbe avvenuta tra l'8 e il 12 agosto nel territorio a cavallo tra Cremonese e Bresciano, precisamente tra i Comuni di Azzanello, Genivolta, Villagana e Borgo San Giacomo. Tutte località vicine al fiume Oglio, una zona dalla forte vocazione agricola in cui trovano spazio ampie coltivazioni di mais e soia.

Sono oltre 200 gli alveari avvelenati, con tassi di mortalità dal 40 al 100%: si stima che siano morte circa 8-9 milioni di api. Per questo motivo le associazioni di apicoltori (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani, Apilombardia e Apicoltori Lombardi) hanno deciso di sporgere denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica di Brescia e Cremona. I reati ipotizzati sono inquinamento ambientale e danneggiamento.

Su richiesta degli apicoltori che si sono visti le proprie arnie andare in rovina, sono intervenuti i veterinari delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) delle zone coinvolte e i Carabinieri Forestali, che hanno prelevato dei campioni per effettuare le analisi. È stata notata la presenza costante di due molecole, l'indoxacarb e chlorantraniliprole, utilizzate per diverse formulazioni commerciali di insetticidi. Inoltre, sono state trovate nei cadaveri delle api, e in minore quantità nel polline e nel miele, tracce di principi attivi di un fitosanitario specifico solitamente usato sul mais. Il sospetto dunque è che all'origine della moria delle api ci sia l’uso di sostanze chimiche direttamente sulle colture in fioritura oppure il vento potrebbe aver trasportato la nube tossica verso prati fioriti situati vicino ai campi irrorati con i pesticidi.

"Vanno profondamente modificate le pratiche agricole intensive che, come questo caso ci mostra prepotentemente, impattano in modo insostenibile sugli insetti impollinatori e sulla biodiversità, e va progressivamente diminuito il ricorso ai pesticidi in agricoltura, fino ad una loro totale eliminazione", afferma Federica Ferrario, responsabile agricoltura di Greenpeace Italia.

"Tuttavia, le proposte per la nuova Pac (la politica agricola comune, ndr) votate di recente dal Parlamento europeo vanno in direzione nettamente contraria. La strategia europea Farm to Fork e i fondi in arrivo col Recovery Plan dovrebbero essere invece un'opportunità che non possiamo perdere per stabilire una nuova rotta per il sistema agroalimentare europeo. Servono misure che includano nuovi criteri e nuovi approcci produttivi in campo agricolo, con l’introduzione di premialità per coloro che adottano pratiche e tecniche agricole ecosostenibili, e alla procedura di valutazione dei rischi dei pesticidi vanno applicate adeguate linee guida a livello europeo per analizzare i potenziali rischi sia per le api adulte sia per le larve, nonché per altre specie di insetti impollinatori come le api solitarie e i bombi".