Mindfulness su due ruote: come trovare la felicità andando in bicicletta

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Andare in bicicletta con un approccio completamente diverso, senza farlo in un tempo contratto e a una velocità definita. Può essere un modo per liberare la mente dai pensieri, per meditare senza fare una sessione di yoga, ma soprattutto per ritrovare la felicità. ce lo spiega, in questa intervista, Valter Ballarini, autore del libro “La felicità in bicicletta”,
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Gaia Cortese 5 Febbraio 2021

"La felicità in bicicletta. Mindfulness dinamica per ciclisti consapevoli" è il titolo di un libro che dà una visione completamente nuova dell’uso della bicicletta. Dal giorno della sua invenzione, la bicicletta è sempre stata nient'altro che un mezzo di trasporto e in quanto tale, non è mai stata considerata come un mezzo per raggiungere o accrescere il proprio benessere. Certo, si parla tanto dei benefici che l’andare in bici può dare in termini di allenamento fisico, ma poco si dice sui benefici a livello mentale. Secondo l’autore del libro, Valter Ballarini, la bicicletta vissuta con una nuova consapevolezza può renderti felice. Come, ce lo spiega, in questa breve intervista.

Qual è il tuo approccio alla bicicletta?

Lo spirito di un randonneur autentico si esprime bene nelle parole “Né forte né piano, ma lontano”. Un aspetto che ho voluto sperimentare e che ho verificato sul campo in questi anni da solo e con la mia compagna. La bicicletta è uno strumento che consente al tuo corpo di muoversi in modo armonico, proprio come la camminata o la corsa, tutte attività in cui la respirazione si accompagna al movimento, in modo che il corpo funzioni nel modo migliore.

La bici, in questo senso, ha una marcia in più, perché ti permette di vivere questa esperienza in modo piacevole: se, infatti, riesci a concentrarti sul movimento della bici, sui rumori e sulle vibrazioni che produce, è possibile che tu dia automaticamente inizio a un processo di meditazione, con un’immediata maggiore percezione di te stesso. Se regoli bene la respirazione succede qualcosa di molto interessante perché riesci a costruire un equilibrio dei movimenti dei muscoli con la mente, che quindi si svuota dai pensieri.

È quindi una sorta di meditazione?

Qualsiasi tipo di meditazione ha inizio con la respirazione ed è poi nello step successivo che la meditazione ti permette di liberarti dai pensieri e quindi anche dall’osservazione personale, dove l’ego solitamente interviene e crea confusione. L’obiettivo della meditazione è liberarsi dai pensieri, e in questo caso lo fai muovendoti in un contesto favorevole, non statico e all’aperto, con tutto quello che hai attorno che scorre al di fuori di te.

Non solo. La bici, avanzando, raccoglie anche dei pezzi del terreno su cui passa, asfalto o sterrato, può essere più o meno sgradevole perché molto dipende dalla strada; la bici quindi assorbe tutte le vibrazioni, e anche questo ti consente di concentrarti sul movimento e di iniziare cosi un processo di meditazione.

È in questo modo che si acquisisce una maggiore consapevolezza andando in bicicletta?

Si, questo è l’inizio di un percorso che poi ciascuno può sviluppare come crede, in base al proprio livello di consapevolezza, alla voglia di liberarsi di tante cose e di scoprire dimensioni diverse.

Per farti un esempio, spesso chi sale sulla bici per la prima volta è spaventato dalla fatica, magari di affrontare una salita. In verità, facendo un semplice esercizio di respirazione, si può superare questa paura in poco tempo. Basta provare a contare fino a 4 quando si inspira e contare fino a 6 quando si espira e in questo modo si riesce ad armonizzare il movimento con la respirazione, a non andare troppo in affanno e sì, ad eliminare la paura della salita, semplicemente perché si procede al ritmo della propria respirazione. Nel momento in cui si fanno le cose più semplici, liberandosi delle proprie paure, senza fretta, e soprattutto senza pensieri negativi, si apprezza maggiormente tutto quello che si ha intorno. E tutto questo dona maggior energia.

È questo che si intende per mindfulness dinamica?

È tutto nel racconto di questa esperienza che è illuminazione, una cosa molto semplice che trova le sue basi nella respirazione abbinata al movimento. La meditazione è la base per liberare la mente, ma rispetto ad una meditazione di norma praticata in modo statico, la mindfulness dinamica, che sembrerebbe un concetto alquanto contraddittorio, è forse addirittura più semplice.

In natura non esiste l’immobilita, noi stessi siamo fatti di particelle in movimento. L’idea dello stare fermi non appartiene a questo livello di realtà, Ecco quindi come la dinamica è senza dubbio più in armonia con la nostra esperienza. Perché quando prendi un tappetino, abbassi le luci e accendi gli incensi, devi decidere di fare meditazione, mentre andando in bicicletta, entri in quel mondo senza dover fare sforzi: devi solo iniziare a pedalare con una certa modalità. E in verità, è più facile liberarsi dei pensieri andando in bici, che imporsi di seguire un metodo per ottenere lo stesso il risultato.

C’è un modo per praticare questa consapevolezza?

Iniziare a vedere la bicicletta in modo diverso, come uno strumento di libertà in movimento. La bici è un oggetto importante che prima di tutto, ti deve piacere. Magari all’inizio non troverai subito la bici più adatta a te, ma piano piano ci arriverai.

Per entrare meglio in questa visione, basta pensare di poter fare un lungo viaggio in bici. Da Roma a Milano, per esempio, puoi andarci in autostrada, con l’alta velocità o in bicicletta. Se ti concentri su questi tre diversi tipi di esperienza, capisci che è un approccio totalmente diverso: in treno o in auto, ci arrivi attraversando tunnel e gallerie, senza vedere quasi niente del paesaggio. In bici sei costretto ad accarezzare il territorio, a seguire quelle strade che sono il patrimonio che ci hanno lasciato in eredità i nostri avi, che costruivano strade con una metodologia diversa, per congiungere luoghi, per renderli accessibili, senza essere minimamente presi dal concetto di velocità. Andare in bici significa riacquistare l’idea di un tempo che non è contratto, scoprire luoghi nuovi, così come la cultura e la natura che li pervade. Così impari a conoscere anche te stesso. Percorrere una tale distanza in bici sembra impossibile, in verità, è di una semplicità disarmante.

E poi c’è la questione dell’equilibrio, proprio quello che ti insegna la bicicletta…

Per stare in equilibrio in bicicletta devi muoverti e solo muovendoti riesci a stare in equilibrio. Se poi non hai equilibrio, cadi, proprio come nella vita. Imparare ad andare in bicicletta ti fa entrare in una nuova dimensione perché per fare questo devi interiorizzarlo. Una volta che hai imparato l’equilibrio, non lo dimenticherai mai. Questo è un passaggio fondamentale che bisogna fare da bambini, ma un errore che solitamente fanno i genitori è quello di dare al bambino una bici con le rotelle. Facendo questo non fanno che trasferire le loro paure, allontanando nel bambino l’esperienza dell’equilibrio.

Sul tuo sito mybikeway.it si legge “Il ciclismo è quella malattia che ci guarisce”

Con la bicicletta a un certo punti ti “ammali”, nel senso che ti appassioni così tanto da non potertene separare più. C’è gente che vive nei negozi di bicicletta, che non legge altro che libri, blog e riviste sull'argomento. Adesso si stanno appassionando moltissimo anche le donne e questa è una cosa molto bella. Il loro approccio è diverso, più rilassato e questo sta portando anche a pensare a biciclette studiate e realizzate in base alla forma del corpo femminile e anche ad un nuovo abbigliamento tecnico che fino ad oggi, con quei colori sgargianti, accoppiati malissimo, è stato tutto al maschile. Era ora.