Su Spotify e YouTube c'è pieno di playlist pensate allo scopo. "Focus flow", "Deep focus", "Intense studying", "Work music": sono sono alcuni dei titoli delle raccolte di canzoni e brani che le piattaforme hanno pensato per aiutare la concentrazione.
A quanto pare, però, non tutte le playlist potrebbero funzionare. Almeno, non per te.
La musica aumenta la concentrazione, è vero, ma lo fa con lievi differenze da persona a persona. E alcuni ricercatori e ricercatrici di Harvard hanno provato a stabilire quale sia il criterio per scegliere quella più adatta a ognuno.
Come accennato, la musica aumenta la concentrazione. O meglio: questa è la credenza. Tuttavia, non esiste una letteratura scientifica precisa in merito. Ecco perché l'Università di Harvard ha deciso di fare un primo passo.
Lo studio di cui parliamo ha preso in considerazione le prestazioni in un compito che richiedeva attenzione sostenuta cercando di quantificare l'effetto della musica di sottofondo sullo stato di attenzione. Quaranta studenti e studentesse hanno quindi affrontato un Compito di Vigilanza Psicomotoria (che da tempo viene utilizzato per misurare l'attenzione e il focus), in silenzio e con la propria musica preferita in sottofondo.
"Abbiamo raccolto poi i rapporti soggettivi sullo stato di attenzione e misurato il tempo di reazione delle prestazioni", spiegano. "I risultati hanno indicato che la musica di sottofondo aumentava la proporzione di stati di focalizzazione sul compito diminuendo gli stati di divagazione mentale, ma non influenzava gli stati di distrazione esterna". Quindi, la musica di sottofondo non riduce significativamente il tempo di reazione o la variabilità di questo rispetto al silenzio.
"Questi risultati mostrano per la prima volta che la musica di sottofondo preferita può potenziare gli stati di attenzione focalizzata in un compito di attenzione sostenuta a bassa richiesta e mitigano la relazione tra l'eccitazione e le prestazioni nel compito. Tuttavia", concludono, "la musica di sottofondo preferita non ha influenzato i tempi del compito, il che suggerisce che l'ascolto di musica non ha influenzato quanto affaticate diventassero le persone nel tempo".
A questo punto, constatato che alcuni benefici effettivamente ci sono, è giusto chiedersi: qual è la musica migliore per studiare o concentrarsi? Per migliorare le prestazioni mentali, insomma?
Alcuni studi, per esempio, suggeriscono che per ottenere i maggiori benefici sia necessario ascoltare musica familiare, che piace davvero, con cui sia ha quindi un rapporto già in essere. Il piacere, infatti, starebbe alla base dell'aumento di performance.
Altre ricerche, invece, suggeriscono di provare con brani e canzoni che rientrino nel genere "soft fast", ovvero morbido ma veloce.
Cercando di capire gli effetti dei diversi ritmi sulla comprensione di un testo, studiosi e studiose hanno individuato infatti la velocità musicale più stimolante: appunto, quella strumentale (senza parole o voce), che abbia un ritmo soft fast, non troppo lento né troppo potente dal punto di vista dei decibel.