Musica e libri (ma anche le serie tv) sono legati al tuo stato d’animo

Ti sei mai fermato a pensare a cosa fai quando sei arrabbiato, triste o veramente stanco? Forse leggi un libro, o ti rilassi sul divano a vedere la tua serie tv preferita o ancora ascolti semplicemente la tua canzone preferita. Un sondaggio spiega come diversi “strumenti culturali” siano strettamente legati con le tue emozioni e il tuo stato d’animo.
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Gaia Cortese 19 Maggio 2019
Con la collaborazione del Dott. Michele Cucchi Psichiatra

La musica per le emozioni, i libri per l’introspezione, le serie tv per l’intrattenimento. È quanto emerge da un sondaggio effettuato tra i lettori de “La finestra sulla mente”, il magazine online dedicato a psicologia, psicoterapia e neuroscienze realizzato dall’équipe di psicoterapeuti del Centro Medico Santagostino. Un buon libro, una serie tv divertente, una canzone possono quindi accompagnare il tuo stato d’animo, aiutarti a gestire lo stress o a mitigare determinate emozioni come tristezza, rabbia, gioia e via dicendo.

Le risposte al questionario hanno evidenziato come le persone preferiscano ascoltare la musica quando si sentono tristi o particolarmente stressate, guardare una serie tv nel momento in cui vogliono distrarsi e infine leggere un libro se stanno cercando di capirsi in profondità.

Musica per le emozioni

Circa il 70 per cento delle persone intervistate sceglie quale musica ascoltare e per quanto tempo in base al proprio stato d’animo, e circa il 56 per cento dei partecipanti sostiene che la musica sia lo strumento migliore per gestire le emozioni, mentre per la gestione dello stress viene considerato di poco più efficace leggere libri.

“La musica attiva il cervello nella sua parte più emotiva, meno razionale, genera una reazione più ‘di pancia’ che di ragionamento – spiega Dottor Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del Centro Medico Santagostino -. Stiamo parlando del cervello limbico, più frequentemente chiamato emotivo. Grazie all'attivazione di questa parte del cervello ricorriamo al marcatore somatico, quel sistema neurale che ci permette di associare stimoli esterni, come anche una canzone, talvolta in suoi aspetti a noi inconsci, subliminali, a ricordi, sensazioni, stati interni che a volte facilitano anche il sesto senso. E per questo istintivamente ci piace di più una canzone o una melodia piuttosto che l'altra".

Libri per capirsi a fondo

I libri invece permettono di capirsi meglio, di attraversare e superare i momenti difficili. Non è solo un modo per distrarsi e accantonare temporaneamente i problemi, ma è soprattutto uno strumento per esplorare nuovi punti di vista e capire meglio contesti e persone. L’80 per cento degli intervistati, al momento del sondaggio, stava leggendo almeno un libro e 7 su 10 hanno manifestato la predisposizione di leggere un libro alla volta. I libri più segnalati? “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci, “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, “Siddharta” di Herman Esse, “Harry Potter” di J.K. Rowling, “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar e “Cent’anni di Solitudine” di Gabriel García Márquez.

Serie tv per staccare il cervello

Più del 20 per cento degli intervistati ha ammesso come guardare una serie tv lo abbia aiutato a capire meglio se stesso o gli altri. Tra le serie tv più amate c’è “Grey’s Anatomy” che, per chi la conosce, propone nei suoi episodi fenomeni sociali e situazioni di vita quotidiana che è facile si presentino anche nelle nostre vite. Ecco perché possono aiutare a capire meglio ruoli, comportamenti e contesti, perché permettono di avere una visione più oggettiva di quello che accade. Le serie tv consentono di esplorare scenari di vita alternativi a quelli vissuti in prima persona, di comprendere gli effetti di possibili scelte o anche semplicemente di sentirsi sollevati dal sapere che le proprie esperienze umane sono comunque condivise.

Il parere dell'esperto

Ma se la per esempio musica aiuta a "regolarizzare" i propri sentimenti, perché c'è la tendenza di ascoltare musica triste quando ci si sente depressi, e musica allegra quando invece si è di buon umore? Perché non avviene mai il contrario? Lo abbiamo chiesto direttamente al Dottor Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del Centro Medico Santagostino, e autore del sondaggio: "Perché è come se volessimo cullarci con la musica, dare più colore all'emozione che proviamo. Non è affatto detto che dentro di noi ci sia davvero il desiderio di cambiarla, l'emozione. Se volessimo cambiare davvero la tristezza e la depressione, per esempio, andremmo a fare una camminata, o proveremmo a fare una chiacchierata con un amico".