Raccolte 14 tonnellate di rifiuti in 10 mesi nel Mar Adriatico: il 66% è plastica

Pubblicati i risultati di uno studio condotto da Ispra in collaborazione con i pescatori di Chioggia, che per dieci mesi hanno raccolto i rifiuti che rimanevano intrappolati nelle loro reti per un totale di 14 tonnellate. Solo nell’Alto Adriatico. E due terzi di questi scarti proviene da attività marittime come pesca, itticoltura e navigazione.
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Sara Del Dot 28 Maggio 2019

I mari di tutto il mondo sono soffocati dai rifiuti. Dagli oceani, in cui è possibile imbattersi in vere e proprie isole di plastica, fino ai mari italiani, che di isole di plastica ancora non ne accolgono ma in cui tuttavia la quantità di immondizia sopra e sotto la superficie sta raggiungendo quantità a dir poco sconcertanti di cui non facciamo che avere conferme su conferme. Dai quintali e quintali di bottiglie, tappi e bicchieri che le varie associazioni e volontari raccolgono nei vari eventi di pulizia spiagge, fino alle microplastiche invisibili che, mangiate dai pesci, arrivano direttamente sui banconi dei mercati e di conseguenza sulle nostre tavole.

Ennesima, sconcertante scoperta è stata fatta proprio da Ispra, il centro studi del Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con i pescatori di Chioggia. Assieme, hanno portato avanti l’iniziativa Fishing for Litter, che si inserisce nell’ambito del progetto ML-Repair (REducing and Preventing, an integrating Approach to Marine Litter Nabagement in the Adriatic Sea) dedicato all’inquinamento marino del mar Adriatico.

Per analizzare quantità e qualità dei rifiuti che si trovano nelle acque della costa orientale italiana, l’Ispira ha coinvolto sei pescherecci che si occupano di pesca a strascico. Queste imbarcazioni, nell’arco di 10 mesi, da luglio 2018 ad aprile 2019, nel corso delle loro attività di pesca hanno raccolto e tirato in barca tutti i rifiuti che si intrappolavano nella loro rete, separandoli dal pescato, dividendoli e portandoli a terra per poi lasciarli in appositi cassonetti. Così facendo, in meno di un anno sono state raccolte più di 14 tonnellate di rifiuti solo nella zona dell’Alto Adriatico.

Quali rifiuti?

Degli oltre 14.000 chili di scarti recuperati, ne è stata analizzata circa una tonnellata (1.196 kg), per un totale di circa 7.000 oggetti. L’obiettivo era quello di definirne tipologia e provenienza.

In sintesi, dall’analisi dei rifiuti è risultato che ben il 66% è rappresentato da scarti plastici. I restanti materiali sono misti (16%), gomma (10%), scarti tessili (5%) e metallo (3%).

Per quanto riguarda invece la tipologia di oggetti, sembra che soltanto il 33% del totale consista in oggetti di uso comune, mentre la vera notizia è che la netta maggioranza dei rifiuti che si trovano nell’Adriatico è costituita da materiali per la pesca, l’itticoltura e le attività di navigazione.

Infatti, il 28% consiste in attrezzatura per la mitilicoltura, come ad esempio le retine per le cozze; il 22% riguarda attrezzatura da pesca come pezzi di rete, recuperati dai fondali marini, mentre il 16% consiste in pezzi di oggetti o attrezzi usati per la navigazione o altre attività, come cime, boe o galleggianti.