No, la corrida non sarà Patrimonio Culturale immateriale dell’Umanità: l’Unesco non considera la candidatura

L’agenzia delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha spiegato che la corrida non sarà inserita nel 2021 tra i beni immateriali poiché non è mai esistita una candidatura ufficiale da valutare. In estate, l’Asociación Intergubernamental de la Tauromaquia aveva scritto all’Unesco in cerca di sostegno per una pratica che viveva una situazione di emergenza, complice la pandemia, una notizia che ha portato quasi 1000 associazioni in tutto il mondo a muoversi per impedire l’inserimento nel Patrimonio Culturale dell’umanità di uno spettacolo crudele che prevede la tortura e l’uccisione dei tori.
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Alessandro Bai 2 Dicembre 2020

La corrida non diventerà Patrimonio Culturale immateriale dell'Umanità nel 2021, dopo che l'Unesco ne ha escluso la candidatura, che tuttavia non era mai stata considerata in modo ufficiale, poiché non presentata correttamente. Si tratta in ogni caso di una buona notizia per le 985 associazioni guidate dall'iniziativa della piattaforma La Tortura No Es Cultura (Ltnec) che, di fronte alla prospettiva che uno spettacolo così brutale fosse riconosciuto come bene immateriale, hanno preso parte a una campagna internazionale che ha portato l'hashtag #NoTauromaquiaEnUnesco a entrare in tendenza in vari Paesi del mondo.

Che l'antica pratica che prevede la tortura e l'uccisione dei tori potesse entrare a far parte della lista che include, tra le altre, anche tradizioni come l'alpinismo, sembrava già di per sé decisamente fuori luogo. Tuttavia, la questione si era posta durante l'estate, quando in virtù delle difficoltà scaturite in seguito allo scoppio della pandemia l'Asociación Intergubernamental de la Tauromaquia (Ait) aveva scritto all'Unesco per sensibilizzare il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale riguardo a una presunta "situazione di emergenza" vissuta dalla corrida.

Peccato che questa richiesta, inviata da un ente privato, non aveva le caratteristiche necessarie perché la corrida potesse essere inserita ufficialmente nella lista dei Patrimoni Culturali immateriali dell'umanità 2021: ad esempio, mancavano delle argomentazioni a supporto della candidatura, che peraltro avrebbe avuto bisogno anche del sostegno di uno Stato. Ecco perché, di fatto, non c'è stato bisogno di alcun rifiuto: semplicemente, la questione riguardante la corrida non ha fatto parte dell'ordine del giorno dell'ultima riunione del Comitato intergovernativo, nel quale sono stati fissati i fascicoli relativi al 2021, che verranno discussi nel meeting di dicembre. La stessa Unesco ha fatto chiarezza sulla vicenda con un tweet pubblicato dal proprio profilo ufficiale, nel quale spiega che "nessuno Stato ha presentato una candidatura relativa all'iscrizione della corrida nel Patrimonio Immateriale dell'Umanità".

In altre parole, è ancora presto per parlare di una vittoria animalista, perché l'Unesco non ha potuto bocciare l'inserimento della corrida tra i beni materiali, non avendo avuto alcune candidatura da valutare. Di certo, però, è difficile che passi sotto traccia l'importantissima presa di posizione di quasi 1000 associazioni di tutto il mondo, tra cui anche l'Enpa, che hanno fatto sentire la propria voce attraverso la campagna social #NoTauromaquiaEnUnesco: pensa che i tweet indirizzati al profilo dell'Unesco sono stati oltre 20 mila, un chiaro segno di come questi continui atti di crudeltà contro i tori siano sempre meno tollerati a livello mondiale.

A rendere possibile questa iniziativa globale è stata la piattaforma La Tortura No Es Cultura. La sua presidente Marta Esteban Miñano ha commentato la notizia in un comunicato riportato dal quotidiano spagnolo online El Diario: "Sarebbe incomprensibile che mentre un organismo delle Nazioni Unite, il Comitato sui diritti dell'infanzia, esorta a proteggere i bambini dalla violenza di un evento come la corrida, un altro organismo delle Nazioni Unite, in questo caso l'Unesco, lo includesse nella elenco del patrimonio immateriale dell'umanità da trasmettere a questi stessi bambini e giovani e sovvenzionati con denaro pubblico".

Una riflessione senz'altro opportuna, che si chiude con una frase ancor più forte e vera, che l'Unesco dovrebbe tenere a mente anche qualora la corrida venisse candidata realmente e ufficialmente a diventare Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità: "Possiamo ritenere cultura ciò che eleva l'essere umano, rendendolo migliore verso se stesso e verso gli altri, e torturare gli animali fino alla morte non può essere certo considerato come tale".