Oltre al granchio blu, nell’Adriatico si è diffuso anche il granchio crocifisso: da dove arriva questa specie aliena

Il granchio crocifisso, un predatore di grandi dimensioni originario delle calde acque tropicali e subtropicali, è stato avvistato per la prima volta nell’Adriatico. La sua presenza è un campanello d’allarme per la biodiversità marina.
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Roberto Russo 11 Ottobre 2023

Dopo il granchio blu, una nuova specie aliena è stata individuata nel mare Adriatico: si tratta del Charybdis feriata, noto come granchio crocifisso. Questo crostaceo, originario delle calde acque tropicali e subtropicali dell'Oceano Indiano e del Pacifico, è stato catturato al largo delle coste di Senigallia, in provincia di Ancona.

Il granchio crocifisso è un predatore di grandi dimensioni: gli esemplari maschi possono arrivare a pesare un chilogrammo e sono ampiamente commercializzati nelle aree di origine. Il singolare nome è dovuto alla peculiare livrea del suo carapace, caratterizzata da un motivo crema e marrone che spesso reca al centro una croce bianca su fondo scuro. È un caso di dismorfismo sessuale, dal momento che la croce bianca è presente solo negli esemplari maschi adulti e può variare in dimensioni e forma: in alcuni casi, la croce è poco evidente, mentre in altri casi è molto prominente.

Come è arrivato nel Mediterraneo il granchio crocifisso?

Nel Mediterraneo, la specie è stata segnalata per la prima volta nel 2004 al largo di Barcellona. A oggi, esistono pochissimi avvistamenti di granchi crocifissi nell'Adriatico, compreso un recente ritrovamento nel golfo di Genova nel 2022 e, in precedenza, a Livorno nel 2015.

Secondo i ricercatori, la presenza di questa specie in Adriatico è da attribuirsi allo stesso vettore che ha introdotto il più noto granchio blu Callinectes sapidus (tra l'altro, sono due le specie di granchi blu presenti nei nostri mari), ovvero il trasporto navale. I granchi crocifissi, infatti, possono essere trasportati accidentalmente in acque lontane dal loro areale naturale attraverso le acque di zavorra delle navi. Ricordiamo che le acque di zavorra delle navi sono una fonte di inquinamento, poiché possono trasportare sedimenti, sostanze chimiche e microrganismi nocivi.

"Questo ritrovamento si aggiunge a una lunga lista di nuove introduzioni nei nostri mari", afferma Ernesto Azzurro, ricercatore del Cnr-Irbim di Ancona. "Al momento, considerate le caratteristiche ecologiche del granchio crocifisso e la sua tolleranza termica, non riteniamo che ci sia il rischio di un'invasione di questa specie in Adriatico. Sappiamo, tuttavia, che l'attuale aumento delle temperature sta favorendo il successo di specie tropicali invasive, ed è molto importante monitorare la presenza e la distribuzione di questi alieni in stretta collaborazione con i pescatori".

Le specie aliene invasive rappresentano una grave minaccia per la biodiversità marina. Queste specie, infatti, possono competere con le specie native per le risorse, alterare gli habitat e trasmettere malattie. Inoltre, le specie aliene possono avere anche un impatto negativo sull'economia, danneggiando le attività di pesca e turismo.