Quali sono i danni da granchio blu in Veneto e perché è stato chiesto lo stato d’emergenza

Anche nel 2023 il granchio blu sta colpendo le attività dei pescatori e degli acquacoltori, oltre a mettere a serio rischio anche le specie locali. Il danno è tale che il Masaf, Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha ricevuto Coldiretti che ha chiesto lo stato di emergenza e indennizzi per i lavoratori.
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Francesco Castagna 3 Agosto 2023

Allarme Coldiretti: chiesto lo stato di emergenza a causa dei danni ingenti provocati dalla presenza di granchio blu, e chiesti indennizzi per la categoria della pesca e acquacoltura, un settore lavorativo tra i più importanti del Polesine, la regione storico-geografica a sud del Veneto.

Secondo l'associazione le perdite di prodotto riguardano sia le nursery, le zone di semina comprese le aree di prodotto maturo di vongole veraci e cozze. La situazione è preoccupante perché questo crostaceo sta devastando le aree di produzione di vongole e cozze nella zona di pesca e molluschicoltura nel Delta del Po. Alessandro Faccioli, Responsabile Coldiretti ImpresaPesca Veneto, ha spiegato che gli operatori del settore rischiano di perdere tutto il raccolto, "in quanto la specie aliena sta dilagando ovunque da Rosolina a Porto Tolle nel rodigino e a Goro nel ferrarese fino anche nella Sacca Toro a Chioggia dove la situazione si sta aggravando".

Ci sarà poi da valutare l'impatto sulle specie ittiche con l'aiuto della ricerca e degli istituti scientifici presenti nel nostro Paese. Le previsioni non mostrano nulla di buono, perché, secondo Faccioli, la sofferenza ambientale dell’area lagunare sarebbe ai limiti.

Torna quindi una minaccia presente in maniera massiccia nel nostro Paese ormai da 10 anni, anche se i primi avvistamenti risalgono al 1947. Già nel 2021 l'Ispra aveva pubblicato, in collaborazione con diversi enti, un opuscolo per approfondire il comportamento di questo esemplare. Come avevamo già detto, la specie è originaria delle coste Atlantiche dell'America, da noi è una specie alloctona, o "aliena". Questi animali vengono pescati e consumati in grandi quantità, principalmente negli Stati Uniti e in Messico. Ecco perché numerosi esperti hanno consigliato di fare lo stesso nel Mar Mediterraneo, affinché l'esemplare non metta in pericolo le specie autoctone. Non c'è alcun dubbio, ormai è anche l'ISPRA stesso a proporre nell'opuscolo di mangiare questi esemplari "Unico aspetto positivo è quello causare danni significativi alimentare: la specie ha carni molto apprezzate e costituisce una sia economici (deterioramento delle reti nuova risorsa di elevato valore da pesca e delle catture, commerciale. Per contrastare la possibile predazione su sua espansione infatti una delle mitili e ostriche, ecc.) sia soluzione è quella di pescarlo e di mangiarlo".