Pallavolo per bambini: a che età iniziare e tutti i pregi del volley

Si inizia con il gioco volley a cinque anni per passare al mini volley a sette. La pallavolo è uno sport di squadra che favorisce le relazioni sociali, fondamentali in un momento di sviluppo e crescita come quello dei bambini e dei ragazzi. Pregi tanti, difetti… difficile trovarne.
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Gaia Cortese 22 Settembre 2020

Negli ultimi venti, trent’anni la pallavolo si è guadagnata un discreto consenso nel settore giovanile. Le ragioni sono molteplici: da un lato la pallavolo, essendo uno degli sport più giocati in palestra, ha iniziato ad essere praticata tanto nelle scuole. Negli anni Novanta poi, questo sport ha conquistato un po’ tutti grazie alla cosiddetta generazione di fenomeni, vale a dire quella Nazionale italiana che tra il 1989 e il 2000, è riuscita a spezzare il dominio dei paesi dell’Est europeo, conquistando anche tre Campionati Mondiali consecutivi.

E non sono poi mancati i cartoni animati, da Mimì e la Nazionale di pallavolo a Mila & Shiro, a far breccia nel cuore delle bambine dell’epoca che hanno iniziato a giocare a pallavolo, abbandonando altri sport più gettonati come la danza, il tennis e il calcio.

Oggi le scuole di pallavolo in Italia sono davvero numerose. È uno sport molto divertente e appassionante, per chi lo pratica, ma anche per chi lo segue da tifoso, ed è una delle discipline sportive più complete dal punto di vista dello sviluppo fisico.

Pallavolo per bambini: a che età cominciare

Quando si può iniziare a giocare a pallavolo? Di norma, all’età di circa 5-6 anni i bambini possono iniziare ad avvicinarsi a questo sport attraverso un corso di gioco volley, per poi passare al mini volley vero i 7-8 anni. Il mini volley è un’attività propedeutica al gioco della pallavolo: si apprendono i movimenti base, si impara a gestire la palla e a stare in campo. A partire dagli 11-12 anni si comincia a giocare più seriamente e i giocatori iniziano ad essere organizzati in categorie, dall’Under 12 all’Under 18, fino alle Divisioni.

Pallavolo per bambini: pregi e difetti

È un gioco di squadra

Il primo aspetto positivo della pallavolo è che si tratta di uno gioco di squadra. Mentre si apprendono le basi della disciplina, si ride, si scherza e si impara a conoscersi. La pallavolo unisce e crea interazione. Per i giovani è un ottimo strumento per stringere legami di amicizia, per capire l’importanza delle relazioni e del rispetto reciproco.

Migliora l’autostima

Il fatto di non giocare da soli, ma con altri cinque compagni di squadra in campo fa sì che non manchi mai il supporto morale da parte del proprio team. Si impara a mantenere la concentrazione sia in allenamento che in partita e si è stimolati a superare i propri limiti per dare sempre il meglio di sé.

Contrasta la pigrizia

Se per molti ragazzi e ragazze la sedentarietà è un’abitudine, iniziare a giocare in una squadra può aiutare ad essere più stimolati ad andare in palestra. È inevitabile che si sviluppi un’attitudine positiva e che la passione per questa disciplina sportiva abbia la meglio su tutto il resto.

Allena in modo completo

Un altro pregio della pallavolo è che sviluppa in modo armonioso sia la parte inferiore che la parte superiore del corpo. Sviluppa la forza muscolare, la resistenza articolare, la coordinazione motoria e i riflessi. A livello muscolare gli addominali vengono rafforzati, i glutei e i polpacci vengono tonificati e rassodati (merito dei numerosi salti e dei piegamenti), senza dimenticarci del lavoro a cui vengono sottoposti bicipiti, tricipiti delle braccia, spalle e quadricipiti.

Il parere dell'esperto

Abbiamo sentito il parere di Danilo Durand, Direttore Tecnico della squadra di Serie A dei Diavoli Rosa: “La pallavolo in quanto sport di squadra favorisce le relazioni sociali, importantissime in un momento di sviluppo e crescita dei giovani, insegna il rispetto delle regole e soprattutto dei compagni. Dal punto di vista motorio consente invece lo sviluppo di qualità coordinative e condizionali quali forza, equilibrio e destrezza”.