Perché ci emozioniamo ascoltando la musica?

La musica è in grado di risvegliare in noi emozioni diverse e di solito scegliamo anche i brani in base all’occasione e al nostro stato d’animo. Ma come mai ha questo effetto?
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
25 Febbraio 2022 * ultima modifica il 25/02/2022

Di tutte le arti la musica è quella più capace di evocare emozioni. Che sia gioia, commozione, serenità, eccitamento, malinconia, nessuna emozione è assente dalla tavolozza della musica, e non vi è nessuno che non abbia provato uno speciale sentimento all’ascolto di uno brano.

Una canzone triste può indurci ad uno stato di malinconia, invece una canzone allegra può eccitarci e regalarci qualche minuto di felicità. Allo stesso modo, una canzone leggera e armonica ci accompagna nei momenti di relax e di studio ed una musica ritmata ci stimola mentre facciamo esercizio.

Certi brani musicali suscitano emozione in quanto legati a momenti significativi della nostra vita. La musica rievoca i ricordi e questi, a loro volta evocano le emozioni. Sono i ricordi più che la musica, a suscitare l’emozione.

Ma una musica può evocare emozioni anche quando la sentiamo per la prima volta: le evoca “per come è”, non perché già legata a nostre precedenti esperienze.

Avviene anche spesso che ascoltatori diversi senza background comune giudichino nello stesso modo una medesima musica ascoltata per la prima volta. Tutto ciò suggerisce che la musica “parla” a parti di noi che abbiamo in comune semplicemente in quanto esseri umani, indifferentemente dal sesso, esperienza, conoscenze, scolarità, censo, educazione musicale, gusti, tendenze, e così via.

Gli effetti emotivi della musica sono prodotti, con meccanismi diversi, dalle note e dal ritmo. Gli effetti del ritmo dipendono essenzialmente dalla velocità (in termini musicali il “tempo”) della musica, mentre gli effetti emotivi delle note sono di origine in parte culturale, ma in altra parte innata.

Gli effetti emotivi della musica hanno due origini: culturale e innata

Un consistente numero di recenti studi sottolinea come l’ascolto della musica funga da auto-regolatore delle proprie emozioni. In questa accezione, l’ascolto musicale potrebbe essere usato per cambiare, mantenere o rinforzare emozioni e stati d’animo, o per rilassarsi.

Quando il cervello percepisce le onde sonore, si producono certe reazioni psico-fisiologiche. Per questo motivo, rispondiamo con delle emozioni e queste provocano alterazioni fisiologiche come l’aumento della secrezione di neurotrasmettitori e altri ormoni che agiscono sul sistema nervoso centrale.

Sono l’amigdala e il sistema limbico, a reagire istintivamente ai messaggi impliciti contenuti nella musica. I rapporti fra sistema limbico ed emozioni, emozioni e musica, sistema limbico e musica, sono ormai accertati e rappresentano un importante campo di ricerca in neuroscienze. Ascoltare determinati brani suscita emozioni diverse in ognuno di noi.

Le origini dell’uso terapeutico del suono e della musica risalgono agli albori dell’umanità. Già Platone sosteneva che “la musica era per l’anima ciò che la ginnastica era per il corpo”, riconoscendo che essa possiede determinate qualità o proprietà che influenzano la nostra emotività e/o spiritualità.

L’American Music Therapy Association (AMTA) definisce la musicoterapiauna professione, nel campo della salute, che si avvale della musica e di attività musicali per curare le necessità fisiche, psicologiche e sociali di persone di tutte le età. Si potrebbe ricorrere ad essa per migliorare il benessere, controllare lo stress, diminuire il dolore, esprimere sentimenti, potenziare la memoria, migliorare la comunicazione e facilitare la riabilitazione fisica”.

Al giorno d’oggi, la musicoterapia viene applicata ampiamente in relazione a diversi disturbi ed è rivolta a persone di tutte le età. Sono frequenti le applicazioni nell’educazione (autismo, iperattività, sindrome di Down), salute mentale (depressione, ansia, stress…), medicina (oncologia, dolore, persone in Terapia Intensiva) e geriatria (demenza senile).

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…