Perché dimentichiamo i nomi delle persone che ci hanno appena presentato?

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Dimentichi quasi sempre il nome della persona che ti è appena stata presentata? Per risolvere il problema potresti metterci un po’ di attenzione in più, e pensare anche a riposare meglio.
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Gaia Cortese 11 Agosto 2022

Quante volte ti è capitato di dimenticarti il nome di una persona che ti è appena stata presentata? Non capita solo a te e non è un principio di Alzheimer o di qualche altra demenza senile, ma di certo non ti mette a tuo agio e rischia di farti passare per una persona distratta o poco interessata.

Dal momento che il problema è condiviso (“commune naufragium, omnibus solatium”), qualcuno si è messo a studiare in modo più approfondito la questione. A pensarci sono stati i ricercatori del dipartimento di psicologia della Northwestern University, che hanno pubblicato uno studio sulla rivista medica NPJ: Science of Learning cercando anche di trovare una soluzione al problema.

I ricercatori americani hanno arruolato un gruppo di 24 volontari per chiedere loro di studiare ottanta foto associate a dei nomi. Successivamente a ogni volontario è stata concessa una fase di riposo, o meglio, un vero e proprio pisolino. In questa fase di riposo i ricercatori hanno avviato una registrazione, in cui almeno la metà dei nomi associati alle foto veniva ripetuta a basso volume, su un sottofondo di musica rilassante.

Obiettivo dei ricercatori era quello di capire se durante il sonno alcune funzioni della memoria si consolidassero, permettendo ai volontari di ricordare meglio i nomi associati alle foto. Non solo. L'audio con i nomi è stato proposto durante la fase N3 del sonno, ossia quella del sonno profondo che si verifica nella prima metà della notte.

Al termine dell'esperimento i ricercatori hanno potuto notare che i partecipanti ricordavano meglio i nomi che avevano ascoltato durante la fase di riposo e che pertanto l'audio proposto aveva influito sulla loro memoria, consolidando il ricordo del nome e l’associazione del nome al volto corretto.

I ricercatori hanno anche constatato che i partecipanti che manifestavano un disturbo del sonno, avevano poi maggiori difficoltà a ricordare i nomi. In conclusione la ricerca della Northwestern University dimostra che i ricordi possono essere riattivati durante il sonno e che un buon sonno, può migliorare le capacità di memoria.